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Dio salva e accoglie anche chi ha commesso errori?

PAUL APOSTLE OF CHRIST
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Toscana Oggi - pubblicato il 22/01/19
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Da un’esperienza dolorosa, che ha segnato la sua vita, una lettrice pone un interrogativo sulla misericordia di Dio verso chi ha commesso degli errori, anche gravi. Ho deciso di scrivervi per raccontare in breve la storia che mi ha segnata molto, sperando di avere delle risposte ad alcuni interrogativi che da qualche giorno mi hanno gettata nello sconforto e nell’incertezza.

Sintetizzo in breve la mia storia: circa due anni e mezzo fa, mi innamoro perdutamente di un uomo. All’inizio andava tutto bene, ero felicissima, sembrava di vivere un sogno fino a quando vengo risvegliata. Ricevo da terze persone delle segnalazioni su quello che allora era il mio fidanzato. Vengo messa a conoscenza di alcuni reati di truffa da lui commessi. In quel momento mi crolla il mondo addosso e decido di lasciarlo. A partire da quel momento, comincia una lotta continua tra: delusione e amore, paura e coraggio, rabbia e perdono. Lui mi chiede un’altra possibilità, giurandomi che non mi avrebbe mai piu delusa, ma io ero troppo spaventata per concedergliela ad occhi chiusi e così, per cautelarmi dal rischio di un’altra delusione, gli comunico che una seconda chance gliela avrei data solo se mi avesse dato prova di ravvedimento, pentimento e cambiamento, ma purtroppo questo non è avvenuto. Gli episodi si sono ripetuti. In questi due anni e mezzo non ci siamo mai persi perché quello che ci legava era forte. Non me la sono sentita di voltargli le spalle anche perché lui non ha avuto la mia stessa fortuna di crescere in una famiglia unita e circondata di amore. Da ragazzo ha sofferto la separazione dei suoi genitori, ma più di tutto, la decisione della madre di lasciare la casa per creare una nuova famiglia con un altro uomo, da un’altra parte. È stato un trauma che l’ha segnato; i rapporti con la mamma sono andati avanti, ma tra alti e bassi. La persona più importante della sua vita era invece stata sua nonna con la quale era cresciuto. Questo richiamo al suo passato era necessario per capire la dura realtà che mi trovo ad affrontare.

Purtroppo oggi lui non c’è più. Circa un mese fa ha deciso di togliersi la vita. Non ha lasciato un messaggio. I suoi familiari pensano che a portarlo a questo suo gesto estremo siano stati i troppi casini nel quale lui stesso si era cacciato, unito ad altri malesseri che covava da tempo. Purtroppo la verità non la sapremo mai perché se l’è portata con sé. Siamo però consapevoli del fatto che se è arrivato a tanto è stato perché era caduto nella disperazione, forse non vedeva un avvenire positivo per lui ed era troppo orgoglioso per farsi aiutare. Col senno di poi, sono contenta di essere stata una presenza costante nella sua vita e di essergli stata a modo mio «vicina». Di esserci stata tutte le volte che mi cercava, nonostante tutto, nonostante i suoi errori e tornassi indietro rivivrei questa storia d’amore, che seppur complicata, è stata bellissima perché mi ha insegnato tante cose e ha cambiato per sempre il mio modo di vedere la vita . Ho capito che in questa vita non contano le glorie, i successi, i soldi perché li lasceremo su questa terra. E lui forse questo, l’ha capito troppo tardi. Ho capito che l’unica cosa che conta davvero è l’amore, l’unico bene prezioso che porteremo con noi lassù. Ho capito che non bisogna mai giudicare, ma cercare di comprendere, ho imparato ad essere umile, più di quanto già lo fossi.

Ebbene, da qui, nasce la mia domanda che rivolgo a voi: Dio misericordioso salva e accoglie tra le sue braccia anche chi ha commesso più volte errori come quelli commessi dal mio ex? Ogni giorno faccio una preghiera per lui, nella speranza che ciò avvenga, nella speranza di poter un giorno, quando sarà il mio turno, rincontrare e poter rivivere, senza più freni e ostacoli, quel legame che ci ha tenuti uniti in terra. Era sicuramente una persona fragile, debole ed irrequieta, una persona che ha sofferto molto, ma tanto tanto capace di donare e provare amore. Diversamente, non mi sarei mai potuta innamorare di lui.

Spero che questi miei interrogativi possano trovare una risposta che possa infondere pace e serenità al mio cuore. Ne ho bisogno per ritrovare nuova energia e linfa vitale. La ringrazio anticipatamente per l’attenzione e per la risposta, qualunque essa sia.

Lettera firmata

 

 Risponde don Gianni Cioli, docente di Teologia morale alla Facoltà teologica dell’Italia centrale.

Cara lettrice, ti rispondo (mi permetto di darti affettuosamente del tu perché la tua lettera è molto toccante e suscita affetto) che certamente possiamo sperare la salvezza anche di chi si è comportato male e possiamo pregare Dio affinché lo perdoni. Così ha pregato anche Gesù che, sulla croce, disse: «Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34); e così ha pregato, sull’esempio del maestro, santo Stefano prima di morire lapidato, rivolgendosi proprio a Gesù: «Signore, non imputar loro questo peccato» (At 7,60).

Inoltre sappiamo che solo Dio è buono (cf. Mc 10,18) e lui soltanto, alla fine, può valutare la bontà o la malizia di un cuore umano, conoscendone davvero, al di là di tutti condizionamenti della libertà e nel caleidoscopio delle casualità, la responsabilità ultima (cf. Lc 12,47-48). Di nessun essere umano che abbia terminato la sua vita terrena si può dire dunque che non si è salvato, come del resto di nessuno si può dire che si è sicuramente salvato, eccetto che dei santi riconosciuti come tali con un atto solenne dalla Chiesa e, quindi, con l’assistenza dello Spirito Santo.

Solo Dio può giudicare, noi siamo semplicemente esortati a non farlo («Non giudicate»: Lc 6,37).

Questo non significa rinunciare, scivolando nell’indifferentismo morale, a valutare come sbagliato e ingiusto ciò che è tale. I comportamenti cattivi vanno riconosciuti, e adeguatamente sanzionati, se non altro per educare chi ha sbagliato a rispettare il prossimo e per dare degli esempi alle coscienze ancora in formazione. Ma non dimentichiamoci che noi vediamo meramente l’apparenza… soltanto «il Signore vede il cuore» (1Sam 16,7). Noi possiamo, come giustamente tu intuisci, solo sperare. Anzi dobbiamo sperare, sperare per tutti. È la virtù teologale delle Speranza che ce lo impone. E soprattutto possiamo pregare Dio, la cui misericordia è grande, in particolare per le persone a cui abbiamo voluto bene.

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