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Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore ferito, si è svegliato. “Mamma fatti coraggio!”

MANUEL BORTUZZO
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Paola Belletti - pubblicato il 07/02/19
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Ha saputo che resterà paralizzato dal bacino in giù. E’ un ragazzo forte e farà di tutto per rialzarsi, dice il papà Franco che gli ha anche chiesto scusa per averlo incoraggiato ad andare a Roma. Moltissime le testimonianze di affetto e vicinanza.

Manuel, giovane nuotatore venuto dal Nord Est, ora è soprattutto figlio

Manuel Bortuzzo è nato a ridosso del terzo millennio è uno dei nostri  un ragazzo del ’99.

Venuto al mondo a Trieste, viveva a Treviso; era un “finto veneto”, come diceva lui, che però per fare sul serio con il nuoto aveva deciso di trasferirsi a Roma, per allenarsi coi migliori, Paltrinieri e Detti.

E questa decisione così importante per un ragazzo di 18 anni era maturata dopo un periodo di malattia e affaticamento. Aveva contratto la mononucleosi che gli aveva tolto fiato e resistenza. Sono indietro? Bene, significa che devo recuperare e per farlo tocca che lavori con i più bravi, che sono a Ostia. Ecco cosa l’aveva portato lì, con l’appoggio ragionato ed entusiasta della famiglia.

Ora siamo tutti al corrente di queste notizie circa la sua giovane vita perché un fatto tremendo di cronaca ci ha portati tutti lì, davanti a lui, ai suoi genitori, alla ragazza che se lo vede crollare a i piedi d’improvviso, ai due insipienti che lo hanno colpito e menomato per sempre. E non si riusciva a capire il perché.


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Chi sono i due fermati per tentato omicidio. Volevano essere dei duri, ora sembrano tragicamente ridicoli (e Manuel un eroe)

Anche di loro, ora, si sa qualcosa e il resto si tende ad immaginarselo. Sembra così tanto prevedibile, anche se a loro forse poteva sembrare di essere dei personaggi, gente abbastanza cattiva da avere qualche nemico, forse giocavano “al piccolo boss”; mentre la storia di questo bravo ragazzo con sogni olimpici, con una trama poco adatta a generare post sui social accompagnati da frasi cool, ora ci sembra molto più vera e avventurosa.

Prevedibili come i loro tatuaggi, come le barbe fatte crescere per sembrare più chissàpoichecosa. Erano entrambi diventati padri da poco; più vecchi di qualche anno della loro vittima, irrecuperabilmente più immaturi e irresponsabili, loro sono Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, 24 e 25 anni.

Non so se siete già stati anche voi in pellegrinaggio sui loro profili Facebook, quello di Lorenzo ora inaccessibile, nulla da mostrare; Daniele invece è ancora esposto ai commenti furiosi e alle minacce di spedizioni punitive.

Daniel è già famoso anche per la combinazione di tatuaggi sul petto non atletico, sottolineano in tanti: una pistola e una scritta, “tutto passa”. Che è insieme una menzogna e un augurio che ora forse vorrebbe si avverasse. No, Daniele, niente passa. Tutto resta. Ogni cosa che fai ha delle conseguenze, ora e per sempre, e anche se passa in fretta la scena di questo mondo è proprio qua e ora che si decide che uomini e donne vogliamo essere, e per cosa diamo in pegno il nostro cuore.

Manuel diceva in un’intervista di due anni fa che era “pronto a sfondarsi di fatica, pur di stare tra i migliori, un pesciolino in mezzo agli squali. Una pormessina che vuol diventare promessa”.

Adesso che è in ospedale e che si è da poco risvegliato il suo papà parla di lui e forse anche per lui quando dice che è felice di non aver dovuto deporre dei fiori in terra, che suo figlio sia vivo, che per il resto faranno quel che c’è da fare per aiutarlo. Gliel’ha detto lui che non camminerà più. Il proiettile ha provocato una lesione midollare. Si vede nel video della camera di videosorveglianza del distributori di sigarette che non appena caduto a terra agita le braccia ma le gambe sono immobili. Impressionante davvero. In quel frangente la sua ragazza, 16 anni soltanto, lo tocca sul petto, si avvicina, apre e chiudo il giubbotto. Non sa che fare: è lui che le dice di chiamare qualcuno.



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La dinamica dei fatti

Era sabato notte, quartiere Axa, Roma: i due ragazzi stavano rientrando da una serata con gli amici, avevano festeggiato un compleanno. Secondo la testimonianza della ragazza, unica testimone fino al risveglio di Manul che ora ricorda tutto e sa cosa è successo, si è avvicinato uno scooter nero con due persone a bordo e sono partiti tre spari, uno ha colpito Manuel.

Alla fine Lorenzo e Daniel, braccati dalla polizia e speriamo dal rimorso, si sono presentati autonomamente in caserma per confessare.

Per quale motivo hanno sparato a Manuel? Per sbaglio, dicono.

Lorenzo Marinelli, che ha sparato, e Daniel Bazzano, alla guida del motorino, erano già stati individuati grazie anche alle descrizioni fisiche dei testimoni da cui sono stati realizzati due identikit. I due hanno detto di avere sparato e di aver colpito Manuel “per errore”. Poco prima della confessione, in sequenza, erano state rinvenute una pistola calibro 38, in un campo in piazzale Archiloco, ed un motorino incendiato le cui caratteristiche sembrano corrispondere al mezzo utilizzato dai giovani che hanno sparato. A trovarlo alcuni residenti di San Giorgio.

Dalla ricostruzione dei fatti è emerso che la notte di sabato Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano sono rimasti coinvolti in una lite e poi in una rissa, nel pub di piazza Eschilo, con altre cinque persone che fanno parte di un’altra comitiva. Nel parapiglia vengono lanciate sedie, sgabelli e qualcuno viene pestato. Uno, secondo il racconto dei ragazzi di Acilia, minaccia di morte Lorenzo.

Lui così rimedia la pistola, mentre Daniel va a casa a prendere il motorino. Poi i due amici si ritrovano e così i due tornano a piazza EschiloUna vendetta, ecco cosa si cercava dopo quei fatti. E così è stato.

Dalle immagini di video sorveglianza si vede lo scooter nero con a bordo Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano. Poi gli spari, nonostante la Polizia, intervenuta per la precedente rissa, fosse lì, a 200 metri di distanza. (Roma today)

Ora ai due è contestato il reato di tentato omicidio aggravato da premeditazione e motivi abietti. I due fermati rischiano una condanna dai 7 ai 20 anni di reclusione. I magistrati legano la premeditazione alla decisione dei due di tornare sul luogo della rissa dopo essere andati a prendere la pistola. (Ansa)

E pensare che Manuel e la compagnia avevano evitato il pub scelto come prima meta del loro ritrovo proprio perché c’era la polizia. Non tira bella aria, avranno pensato.

Il contegno della famiglia: il papà è soprattutto felice che suo figlio sia vivo

In tutto questo colpisce la compostezza del papà di Manuel, la lucidità e la gratitudine che dichiara all’Italia intera che si fa sentire vicina alla sua famiglia. Manuel, che ha altri tre fratelli, è un figlio d’Italia, dirà a Mattino 5 da Federica Panicucci. Si scuserà anche per una impercettibile agitazione che turba il suo contegno mentre per noi tutti quel che salta all’occhio è la sua dignità che non è per nulla freddezza. E’ concentrato su suo figlio, sulla sua vita, su quel che c’è da fare ora. Non mi interessa dormire, mangiare, non importa nulla quel che c’è da fare si fa.

Andremo anche ad Honolulu se sarà necessario.

Alla mamma Manuel, che si è risvegliato solo ieri, ha detto di farsi coraggio e poi subito a parlare delle sfide che li aspettano. Che forza singolare che stanno mostrando, eppure naturale, vera, tipica di una famiglia salda.

Con tutto il cuore auguriamo a Manuel e alla sua famiglia di trovare cure adeguate e anche rivoluzionarie e di restare saldi nell’unità e nell’amore che traspare dalle loro vite e dalle loro parole. Preghiamo anche che la giustizia umana faccia il proprio corso senza incidenti, che i due, se saranno trovati colpevoli, possano pagare in modo proporzionato e, se Dio vorrà, convertirsi sinceramente.

Confido anche che la famiglia di Manuel e Manuel stesso trovino conforto nella quotidianità ardua che si apre davanti a loro e che la solidarietà espressa loro in questi giorni sia l’inizio di un fuoco duraturo e non una fuggevole vampata emotiva.


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