Gli angeli dovevano suscitare stupore nella gente del Medioevo, la cui esperienza di colore era limitata a sfumature di grigio e marroneCiascuno ha un’idea diversa dell’aspetto che dovrebbe avere un agelo. Nell’ipotesi improbabile che gli studiosi medievali si siano davvero chiesti quanti angeli potessero danzare sulla testa di uno spillo, avrebbero immaginato qualcosa di molto inferiore a quello che aveva in mente la maggior parte dei credenti. Anche gli autori delle vetrate mostravano una grande immaginazione. Le loro rappresentazioni sono sempre state molto colorate, e il concetto di essere celeste ed etereo è ideale per la vetrata, situata in genere in alto.
Le vetrate arrivarono piuttosto presto nella storia del cristianesimo, probabilmente nel VII secolo, ma ci volle un po’ perché sviluppassero tutto il loro potenziale. Nel corso dei secoli, quando leggere era appannaggio delle élites colte, gli illetterati potevano volgere lo sguardo a un mondo che suscitava meraviglia. Visto che le cattedrali europee continuano a suscitare stupore ancora oggi, immaginiamo che l’impressione dovesse essere ancor più forte per gli spettatori medievali, la cui esperienza del colore era limitata a sfumature di grigio e marrone.
Tra le tante storie bibliche che hanno iniziato ad essere proclamate attraverso le vetrate, gli angeli avevano un ruolo di spicco, anche se a volte si possono perdere nel caleidoscopio di finestre più grandi. Quando i francesi svilupparono enormi rosoni e cattedrali come quella di Chartres, non si poteva che rimanere a bocca aperta. Gli angeli erano visibili agli spettatori dotati della vista più acuta, ma quello che contava era l’impressione generale. Ancora oggi, è difficile pensare a un’opera d’arte paragonabile in termini di scala e ingegnosità.
Gli angeli potevano far parte dell’immagine generale o apparire in finestre più piccole come personaggi centrali di episodi legati all’insegnamento cristiano. A volte si limitavano a tenere lo scudo del loro patrono.
Quando le vetrate erano popolari in Europa Occidentale nel periodo medievale, l’esistenza degli angeli non veniva messa in discussione, e le vetrate erano uno strumento utile per gli artisti che cercavano un ponte tra questo mondo e l’aldilà. L’arrivo della Riforma avrebbe potuto segnare la fine degli angeli, come i santi e la Vergine Maria vennero banditi dalle arti visive. Stranamente la loro esistenza venne tollerata, e le rappresentazioni continuarono nonostante l’inevitabile apprensione di Giovanni Calvino, particolarmente intollerante nei confronti dell’angelo custode: “Chi limita la cura che Dio si prende di ciascuno di noi a un singolo angelo danneggia gravemente se stesso e tutti i membri della Chiesa”. Gli angeli custodi erano considerati invece particolarmente utili al capezzale dei devoti, assistendo i giusti nel loro passaggio verso il Cielo.
Quanto ai cattolici, il Credo spiega chiaramente che gli angeli hanno un proprio ruolo. Per altre denominazioni c’è in genere un margine, visto che gli angeli hanno continuato ad apparire nelle vetrate – almeno quando la denominazione non rifiuta l’uso delle vetrate colorate tout court. E ovviamente, gli angeli colmano anche un gap biblico giudaico-cristiano. L’artista ebreo Marc Chagall rappresentò alcuni angeli particolarmente belli nella chiesa di All Saints, nell’Inghilterra sud-orientale.
Anche se gli Stati Uniti sono arrivati un po’ in ritardo a livello di vetrate, alcuni dei migliori artisti locali hanno eseguito molte rappresentazioni degli angeli. Louis Comfort Tiffany, famoso soprattutto per i suoi paralumi, ne ha realizzata una molto vigorosa di San Michele. Più mascolino degli angeli abituali, con l’armatura in maglia metallica, è stato progettato per la moglie del Presidente Harrison.
Per molti anni è rimasto in una chiesa presbiteriana, prima di finire all’Indianapolis Museum of Art. L’iscrizione tratta dalla Lettera agli Efesini è una scelta eccellente: “Svègliati, o tu che dormi, déstati dai morti e Cristo ti illuminerà”.
L’uso forse più spettacolare degli angeli in epoca recente è nella cattedrale di Brasilia, in cui Marianne Peretti ha realizzato una delle più grandi vetrate mai viste. Enormi angeli metallici pendono dal soffitto di fronte alle vetrate, dando un’altra dimensione al soggetto. Una gioiosa interpretazione del XX secolo di un motivo sacro.