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L’esorcismo alla colonna di Sant’Antonino con un fenomeno di lievitazione

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don Marcello Stanzione - published on 15/05/19
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Il fatto straordinario sarebbe avvenuto a Campagna (Salerno) nel 1954 e creò grande scalpore nella comunità locale

Il 14 febbraio vi è la memoria liturgica di sant’Antonino Abate, patrono di Campagna (Sa) e di Sorrento (Na). Il santo fu un grande esorcista ed è tuttora invocato come liberatore degli ossessi che reali o presunti per secoli sono stati portati e vengono tutt’ora portati a Campagna presso la colonna di sant’Antonino per ricevervi un esorcismo , una preghiera di liberazione o una benedizione. Riporto la storia di un famoso esorcismo che avvenne alla colonna oltre 60 anni fa.

Il 2 Ottobre 1954 un avvenimento strano di ossessione di particolare rilevanza per le modalità con cui si è manifestato e per la credibilità del testimone oculare che lo riporta, mons. Giuseppe Maria Palatucci, vescovo di Campagna, in una lettera inviata al parroco della chiesa di Sant’Antonino a Zappino l’esorcista don Ludovico Cutino.

La figura di questo pio vescovo è ricordata ancora oggi con una medaglia d’oro alla memoria, donatagli dal Presidente della Repubblica su cui è scritto “Mons. Giuseppe Maria Palatucci Vescovo di elevate qualità umane e civili, nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, si prodigava con eroico coraggio e preclara virtù civica nell’assistenza morale e materiale degli ebrei internati a Campagna, riuscendo a salvarne circa mille dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti. Fulgido esempio di coerenza, di solidarietà umana e di rigore morale fondato sui più alti valori cristiani e sull’intensa condivisione delle altrui sofferenze. Campagna (SA) 1938-1944″.

Questa onorificenza, riconosciuta data per la disponibilità e l’accoglienza dimostrate in modo particolare, nei confronti di Ebrei rifugiati presso il convento domenicano di San Bartolomeo – convento noto per aver avuto come novizio e poi sacerdote Giordano Bruno – durante l’applicazione delle leggi razziali in Italia nel periodo fascista. Suo nipote, Giovanni Palatucci, ultimo Questore di Fiume, inviava di nascosto proprio qui a Campagna, gruppi di Ebrei.

Tornando alla testimonianza sulla presunta indemoniata, emerge un fatto. Visto l’alto profilo morale e umano di mons. Palatucci e vista l’eccezionalità del fatto, riteniamo utile riportare che l’indemoniata presenta un fenomeno di levitazione visibile a molti.

Ecco le parole del vescovo:

«Ieri 2 Ottobre nel pomeriggio, l’indemoniata A.A. di Campagna fu condotta quassù a Santa Maria d’Avigliano, per essere esorcizzata da me. Feci gli esorcismi, ma la ragazza non fu liberata, perché il diavolo disse chiaro che è l’anno mariano e deve restare ancora tre mesi, anche se lascia libera la ragazza per poco tempo. Infatti, alla mia presenza, la lasciò libera varie volte, a intervalli. E poi, quando i parenti decisero di ricondurla a Campagna, il diavolo disse: “ potete andare, ma vi aspetto alla cappella”.

Infatti, arrivati alla cappella, mentre fino a quel momento la ragazza era stata tranquilla, al punto della cappella, fu presa letteralmente a volo dal diavolo, e volando all’altezza di quattro cinque metri, andò a posarsi vicino al cancello della centrale elettrica; volando, così, per più di cento metri per aria,con gran terrore dei parenti e di altri che la videro in volo. E’ bene far saper questa cosa a tutti i fedeli, poiché molti di loro non credono che la ragazza sia indemoniata e la considerano fissata e malata. Ma da che mondo è mondo, nessuna persona fissata o malata è volata per aria».



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Il giorno successivo, i parenti della ragazza indemoniata la condussero alla venerata colonna di Sant’Antonino per essere nuovamente esorcizzata dal parroco don Ludovico Cutino, che aveva seguito il caso sin dall’inizio. Alla presenza di numerose persone, essendo convenuti in quella data ben due gruppi di pellegrini, il fenomeno si verificò nuovamente. Così descrive il fatto il parroco:

«Nel pomeriggio di Domenica 3 u. s., mentre nel Santuario di San Antonino v’era un pellegrinaggio di Acerno di oltre 70 persone, si sentono improvvisamente delle urla. La stessa ossessa di Campagna A.A. viene condotta dai familiari alla venerata Colonna per essere esorcizzata. Frattanto, arriva anche un altro pellegrinaggio, questo da San Cipriano Picentino. Tutti si riversano presso il Cappellone di Sant’Antonino, già affollato da molta gente di Campagna e dai pellegrini di Acerno.

Presso la colonna è necessaria la forza di dieci uomini robusti per mantenerla saldamente durante gli esorcismi.

– Chi sei? ( domando io).

– Sono l’anima di C. e di M.

– Non è vero, dico io, tu sei la brutta bestia.

In questo momento il viso della ragazza si trasforma in quello di un bruto e più volte mi sputa. Però, pur dirigendo lo sputo verso di me, non riesce a colpirmi. Urla per ben due ore e cerca di distrarmi. Ma ecco che verso la fine delle preghiere, con un tremendo urlo, che non poteva essere di persona umana, la giovane si svincolò dalle strette mani degli uomini e si elevò sino all’altezza del cancello, gridando: “ E’ inutile, è inutile, debbo stare qui altri tre mesi: non ci fate niente, non ci fate niente”. Tutta la gente, atterrita, incomincia la recita del Santo Rosario; frattanto, la ragazza viene lasciata libera dalla brutta bestia, ma quasi priva di forze, per cui consigliai i parenti di condurla subito a casa» (…).


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Ecco uno stralcio dell’intervista alla cugina della posseduta fatta il giorno 15 febbraio 2007:

«Era l’estate del 1954, stavamo lavorando a Battipaglia per la raccolta dei pomodori quando, ad un certo punto, A.A. incomincia a sentirsi stanca e si va ad appoggiare sulle cassette per la raccolta, in una baracca per ripararsi dal sole e là si addormenta.

Domanda: Quanti anni aveva A.A. all’epoca dei fatti?

– Oggi io ho 72 anni, lei 2 o 3 anni prima di me, quindi all’epoca aveva circa 22 o 23 anni, era giovane. Quel giorno cominciò a sentirsi male e molto stanca si addormentò per mezza giornata. Ad un certo punto andai a sincerarmi delle sue condizioni, anche perché era una ragazza e stava da sola nella baracca. La sera, di ritorno dal lavoro, la portammo a casa sua, era rigida come un tronco (…).

D: Quanto tempo è durato il manifestarsi di quelle crisi?

– Più di quattro mesi.

D: Successivamente questi episodi di malessere sono scomparsi?

– Sì. Dopo i continui esorcismi da parte di Padre Cutino il fenomeno non si è più presentato.

D: Durante la vita ha avuto ancora manifestazioni o malesseri?

– No. Sant’Antonino le aveva fatto la grazia! Si trasferì a Battipaglia dove è sposata regolarmente, ha avuto dei figli e dove è morta l’estate scorsa con un male inguaribile.

D: Dopo la guarigione, la ragazza si ricordava degli avvenimenti accaduti?

– Sì! Ricordava tutto, peccato che non ci sia lei a raccontarli.

D: A.A. le ha mai raccontato cosa avvertiva dentro di lei in quei momenti, che so qualche “presenza” dominante?

– Sì, queste non la facevano alzare dal letto, stava coricata sempre da un lato.

D: La ragazza, quando parlava, usava altri linguaggi, cambiava il timbro della voce?

– Si, usava una voce maschile, quella di M. un ragazzo ucciso in modo accidentale, con un colpo di fucile partito da suo cugino, che lo colpì alla testa e che rimase agonizzante per 14 ore prima di spirare. L’altro era lo spirito di una vicina di casa».



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