Darwin Ramos, morto a 17 anni nel 2012, è stato riconosciuto “servo di Dio” dalla prima fase dell’inchiesta canonica sulle sue virtù: potrebbe così cominciare il suo cammino verso la santità.
La vita di Darwin Ramons, filippino povero e morto della sua malattia all’età di 17 anni, sarebbe potuta passare come una di quelle stelle cadenti così veloci che non si fa a tempo a vederle. Eppure quel ragazzino ha segnato un numero incalcolabile di persone, che ne dànno testimonianza in video. Il postulatore della sua causa di beatificazione, padre Thomas de Gabory, crede fermamente che il processo arriverà all’esito auspicato:
Nelle parrocchie, l’annuncio del riconoscimento ufficiale come servo di Dio è stato accolto in modo effervescente. Questo ragazzino è diventato un elemento di fierezza nazionale.
Il religioso lamenta altresì che tante sciocchezze siano state dette sul conto del giovane Darwin, al punto da suscitare nelle Filippine articoli dubbiosi e perfino delle autentiche fake news. «Su certe pagine telematiche, è già canonizzato, ma questo non serve alla nostra causa», deplora il prete.
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Eppure Darwin non aveva il portato di una star. Nato nel 1994 in una famiglia molto povera di Manila, si guadagnava qualche soldino come filatore, quando la madre ha notato che perdeva frequentemente l’equilibrio. Un esame medico ha rivelato che era affetto dalla miopatia di Duchenne, una malattia che avrebbe atrofizzato poco a poco i suoi muscoli. Naturalmente la notizia devastò la madre, ma il padre sfruttò la situazione mettendo il figlio a mendicare davanti a una stazione metro, incoraggiandolo a mettere in evidenza il suo handicap. Raccolto da un educatore di “Tulay ng kabataan” (“Un ponte per i bambini”, in lingua locale), opera in favore dei bimbi di strada di Manila, comincia una nuova vita.
«Un cristiano è chi si prende cura di Gesù»
È lì che si sono rivelate le qualità di empatia e di sete spirituale di Darwin, come racconta padre Thomas de Gabory. Amabile con tutti, cercava di risolvere i conflitti e si fece rapidamente amare dai bambini accolti al centro. Ha sbalordito i padri con la sua sapienza, che gli ispirava frasi come questa: «Un cristiano è chi si prende cura di Gesù».
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«Metteva la sua vita di preghiera in cima alle sue priorità, fino all’urgenza», riporta ancora il prete. Preso da un malessere respiratorio in piena preghiera, rifiutava di partire per andare in ospedale prima di aver finito il proprio tempo di preghiera con i compagni al centro.
Padre de Gabory ha aperto una pagina Facebook dedicata al ragazzo, e spiega:
È questo il punto decisivo. Certo, era un bambino gioioso, buono… Ma tanti bimbi di strada sono così. Darwin riassume e supera la tesi di 3.000 pagine che ho scritto sulla teologia della/nella malattia! Non parlava mai della sua malattia, ma della sua missione, ed è così che è vissuto.
L’ultima lotta di Darwin
Giovedì 20 settembre 2012 lo stato di Darwin era diventato critico. Era sempre sorridente, ma quella volta aveva il viso grave e fermo: «Padre, bisogna pregare», ha detto al cappellano che stava al suo capezzale. Il prete gli chiese:
– Perché sei angosciato?
– Perché mi batto.
– Ti batti contro la tua malattia?
– Mi batto contro il demonio.
Il giorno dopo la malattia era progredita e Darwin, intubato, non poteva più parlare. Eppure mostrava un viso rilassato: «Sul suo viso si leggeva, al di sopra di ogni dubbio, la pace», afferma il cappellano che l’ha assistito nei suoi ultimi momenti. L’adolescente chiese un pezzo di carta e vi scrisse: «Un immenso grazie», e poi: «Sono molto felice». «Sono molto felice».
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]