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Un medico sul perché dal costato di Gesù fluirono “sangue e acqua”

THE CRUCIFIXION
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Kathleen Hattrup - pubblicato il 26/06/19
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San Giovanni registra quello che vide. Anche se l’evangelista pensava ai sacramenti, il corpo di Nostro Signore stava semplicemente sperimentando il normale decorso della morte

Giunti a Gesù, lo videro già morto, e non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli forò il costato con una lancia, e subito ne uscì sangue e acqua.
Giovanni 19, 33-34

San Giovanni, testimone oculare di questo evento che in seguito registrò nel suo Vangelo, non aveva una spiegazione medica per questo flusso di “sangue e acqua”. Per lui – il suo Vangelo è rappresentato con un’aquila per via della sua acuta intuizione spirituale – Dio lanciava un messaggio nel sangue e nell’acqua, indicando il Battesimo e l’Eucaristia, la misericordia infinita.


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La profondità spirituale di questo fatto, però, non nega che potesse esserci una spiegazione medica probabile.

Al riguardo, un chirurgo cardio-toracico ormai in pensione, il dottor Antony de Bono, ritiene che ci sia una ragione semplice per questa effusione di “sangue e acqua”.


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Scrive:

Gesù aveva un emotorace, e nell’immobilità del corpo morto c’era stata una separazione in due strati: i globuli rossi più pesanti sotto e il plasma leggero e acquoso sopra. L’emotorace è stato il risultato della furiosa flagellazione.

Il ritiro della lancia dal costato sarà stato seguito prima dai globuli rossi (sangue) e poi dal plasma più leggero (acqua).

Il corpo di Gesù era rimasto appeso alla croce, morto, per un po’. Ovviamente il fluido dev’essersi accumulato mentre era in vita attraverso un sanguinamento nella cavità toracica, quasi sicuramente per via della flagellazione selvaggia.

È ben noto che in queste circostanze il sangue in un corpo morto immobile inizia a separarsi, a sedimentare, con i globuli rossi più pesanti che scendono in basso lasciando un fluido color paglierino molto più leggero, il plasma, in alto.

Quando si pratica un foro come con la lancia, i globuli rossi, che Giovanni descrive come sangue, fuoriescono per primi, seguiti dal plasma, che Giovanni ha visto come acqua”.

“Non riesco a pensare a un’altra spiegazione”, ha riferito il medico, aggiungendo che “tecnicamente il processo di drenare il torace è noto come toracocentesi”.

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Quando contempliamo l’amore di Gesù per noi, reso visibile nel suo svuotamento totale, lo ringraziamo non solo per la sua infinita misericordia, ma anche per la devozione umana che ha avuto nei confronti dei suoi fratelli e delle sue sorelle d’adozione, un amore, una misericordia e una devozione così grandi che lo hanno portato alla croce.

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