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Prodigi a Kergonan: quando dal cielo una suora invia sulla terra una suora

Ingresso dell'abbazia benedettina di Saint-Michel a Kergonan.

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Bérengère Dommaigné - pubblicato il 26/07/19
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Se fosse una sceneggiatura, un produttore cinematografico l’avrebbe scartata come inverosimile, eppure… Dopo una notte tempestosa, nello scorso luglio, mentre una suora dell’abbazia di Saint-Michel de Kergonan (Morbihan) spirava in ospedale, una giovane donna postulava per l’ingresso in noviziato.

L’abbazia di Saint-Michel de Kergonan si trova in Bretagna, vicino a Carnac, dove le suore benedettine sono installate dalla fine del XIX secolo in questo superbo edificio bretone, che d’estate attira i pensionati e i villeggianti. Sono anni, però, che nessuna postulante si era presentata per vivere una vita contemplativa secondo la regola di san Benedetto. Le suore, più o meno avviate verso il tramonto, sono in numero di 22, e ogni giorno pregano i loro uffici nella fedeltà, nel silenzio e nella speranza.

Una vita di preghiere e di servizi

Fra loro c’era suor Geneviève, 80 anni, entrata all’abbazia Saint-Michel quando ne aveva 35. Suor Geneviève proveniva da una famiglia molto credente che andava regolarmente a trovare Marthe Robin. Su cinque figli, tre hanno scelto una vita consacrata, fra cui un fratello – proprio dall’altra parte della clausura – tra i monaci benedettini dell’abbazia di Sainte-Anne. Eppure Geneviève non è entrata «che a 35 anni, come novizia, perché si è presa i suoi tempi», ci confida la madre badessa. La suora era fedele, precisa e accurata. Eccelleva nel bucato e nel cucito, poi – nella sua lunga vita monasstica – nella legatoria. Quando faceva la portinaia colpiva molto i visitatori, i quali non esitavano a confidarsi spontaneamente con lei. Una vita di preghiera e di servizio in cui trovò il proprio posto, talvolta con qualche lamentela o inquietudine nel trantran della quotidianità. Così quando nel gennaio 2018 si ammalò e dovette subire un’importante operazione alla mascella, a Nantes, le suore si preoccuparono per il suo morale.


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Prima di partire per l’ospedale, suor Geneviève ricevette l’unzione degli infermi dalle mani del padre Abate dell’abbazia vicina, accompagnato da frate Étienne, il di lei fratello carnale. «Dio ti conceda di conservare un volto gioioso e di essere un esempio in tutto quanto avverrà», dice l’orazione. La suora non lo sa ancora, ma non tornerà più in comunità: avrebbe vissuto i suoi ultimi mesi tra una casa di riposo e l’ospedale. «Era diventata bizzarra, coraggiosa: tirava su il morale dei visitatori e dei suoi famigliari», riflette nella gioia la madre Badessa, testimone della sua ascesa spirituale. Prima di perdere la parola, suor Geneviève confida a una suora infermiera che pregherà «lassù per le vocazioni, specialmente per quelle della sua comunità».

Occhiolino dal Cielo

Eccoci dunque alla notte tra il 1o e il 2 luglio 2018. Una terribile tempesta scoppiò sull’abbazia Saint-Michel, facendo saltare la corrente. Niente più elettricità né telefono. Nessun mezzo per raggiungere le suore, poco prima dell’alba, per annunciare loro la dipartita di suor Geneviève. Le infermiere che l’avevano in cura finirono per trovare sull’Internet il numero di cellulare della suora incaricata della foresteria. Erano ormai le 9, quando riuscirono a parlarle: la suora era appunto in foresteria da sola e apprese la notizia. Non appena riattaccò per andare ad avvertire la madre Badessa il suo cellulare si mise di nuovo a squillare. Fabienne, 35 anni, ancora sconosciuta dalle suore, chiede di poter essere valutata per un ingresso in noviziato. La suora della foresteria corre dalla Badessa: «Ho due notizie per lei: suor Geneviève è salita in cielo e ci manda Fabienne!».


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Un anno dopo quest’occhiolino dal Cielo, sono oggi due le postulanti ad essersi unite alle suore benedettine. Forse non è ancora sufficiente, ma la madre Badessa ha fiducia: «Andiamo regolarmente a pregare sulla tomba di suor Geneviève nel chiostro: anche se si prende i suoi tempi, possiamo contare su di lei».

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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