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A cosa serve l’acqua benedetta durante un esorcismo?

BAPTISM
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don Marcello Stanzione - published on 03/09/19
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E’ un sacramentale che non va trascurato. Ecco perchè

“Il diavolo e l’acqua santa” è una espressione assai popolare nel nostro linguaggio quotidiano per indicare due realtà antitetiche ed infatti l’uso dell’acqua benedetta è un’efficace protezione contro l’influsso del diavolo: “Mi chiedi perché ti raccomando sempre – afferma il fondatore canonizzato dell’Opus Dei San Josemaria Escrivà – con tanto impegno, l’uso quotidiano dell’acqua benedetta. – Potrei darti molte ragioni. Ti basterà sicuramente questa della Santa di Avila: “Da nulla fuggono i demoni, e per non far ritorno, più che dell’acqua benedetta”.

ASPERSORIUM

Pascal Deloche I Godong
Acquasantiera con aspersorio: Piccolo secchiello contenente l'acqua benedetta con la quale il prete benedice gli oggetti oppure effettua un'aspersione sui fedeli. Per questo viene utilizzato l'aspersorio, culminante in setole oppure con una piccola sfera forata che si riempie d'acqua.

I sacramentali

L’uso dell’acqua benedetta è molto presente nel rituale dell’esorcismo maggiore, come nelle preghiere di liberazione. È un sacramentale che sarebbe bene non trascurare!  La parola “sacramentale”, ci ricorda l’esorcista romano mons. Proja, si usa sia in modo di sostantivo che come aggettivo.

Come oggettivo specifica tutto ciò che riguarda i sacramenti, segni efficaci della Grazia, istituiti da Gesù e custoditi e amministrati dalla Chiesa. Si dice allora “grazia sacramentale”, “liturgia sacramentale”, “teologia sacramentale”, ecc.

Come sostantivo indica invece varie realtà spirituali visibili, destinati anch’esse, come i sacramenti, al bene spirituale delle anime, al di fuori dei sacramenti, e chiamate “il sacramentali” (Il Codice di Diritto Canonico così definisce i sacramentali: “sono segni con cui, per qualche imitazione dei sacramenti, vengono significati ed ottenuti, per la impetrazione della Chiesa, effetti soprattutto spirituali” 1166).

Il Catechismo

Il Catechismo della Chiesa cattolica cosi definisce i sacramentali: “la santa madre Chiesa ha istituito i “sacramentali”. Questi sono segni sacri dai quali, per una certa imitazione dei sacramenti, sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi gli uomini vengono disposti a ricevere l’effetto principale dei sacramenti e vengono santificate le varie condizioni della vita” ( N. 1667).



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Effetti “spirituali”

Circa gli effetti dei sacramentali il catechismo dice “soprattutto spirituali”, cioè riguardano il bene delle anime nell’ambito della grazia con la quale Dio guida gli uomini verso di Lui e quindi verso la loro eterna salvezza. Si dice “ soprattutto”, il che significa che vi possono essere degli effetti anche temporali, secondo la regola generale della preghiera di impetrazione. Tutti gli effetti, sia spirituali che temporali, per verificarsi esigono che il fedele nel ricevere i sacramentali, debba agire con fede, con fiducia nella bontà divina, con il desiderio di amare Dio e quindi con opposizione ai peccati, anche quelli veniali.  Se le predette condizioni mancano del tutto, gli effetti sia spirituali che temporali non si verificano per niente (o quasi), se vi sono in parte, gli effetti saranno parziali.

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Pascal Deloche | GoDong

Gli effetti temporali molte volte colpiscono di più per la loro  visibilità: guarigione da malattia dopo una benedizione, abbondante fruttificazione di terreni dopo una benedizione dei campi, la pioggia dopo una processione penitenziale, la riuscita insperata in un concorso, ecc. Occorre vigilare a che i vari effetti temporali non assumano un ruolo primario nella pietà dei fedeli. Deve risuonare netta la raccomandazione di Gesù: “ Cercate prima il regno di Dio  e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù” (Mt 6,33).



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3 punti

Alcune direttive pratiche secondo mons. Proja:

1) I sacramentali costituiscono culto a Dio, ma relativo, quindi vanno giudicati in relazione al culto assoluto, interiore, in spirito e verità. Qualora venissero usati senza questo riferimento (in modo più o meno esplicito), non avrebbero alcun valore nella vita soprannaturale.

2) I sacramentali vanno usati nel modo stabilito dalla liturgia e da altre norme pratiche prescritte dall’autorità ecclesiastica ( santo Padre e Congregazione pontificie, principalmente quella del Culto Divino e quella dei Vescovi); altrimenti sarebbero abusivi o spiritualmente disordinati.

3) Vanno preceduti ed accompagnati dallo sforzo do mettersi a  mantenersi nella grazia del Signore e perciò tenersi lontani da quelle circostanze ed occasioni di credere al peccato, che si incontrano nella vita. Nel caso della Indulgenza plenaria ( applicabile solo a se stessi o alle anime del Purgatorio), si esige un distacco di volontà da ogni peccato, anche da quelli veniali volontari. 

“Santa”

L’acqua dopo la benedizione fatta da un vescovo da un sacerdote o da un diacono viene comunemente detta “santa”, cioè utilizzata per azioni legate allo sforzo di santità che ogni cristiano deve fare.

La liturgia ne fa largo uso: agli ingressi delle Chiese, nelle sagrestie, all’inizio della Messa solenne mediante l’aspersione ai fedeli, in tutte le benedizioni di persone o cose, nella liturgia funeraria. L’acqua santa diventa tale dopo la benedizione, espressa in due formulari stabiliti dalla Chiesa, attualmente nel Messale prima dell’aspersione nella Messa solenne. Il ministro ordinato deve attenersi a quelle formule.



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Il sale e l’acqua

Per la benedizione privata basta un Oremus preso dai due formulari del Messale. L’uso di mescolare il sale benedetto all’acqua (ad imitazione di Eliseo profeta) è facoltativo e richiede di recitare l’apposita preghiera. Non v’è distinzione alcuna tra l’acqua santa senza sale e quella con il sale; l’acqua benedetta (o santa) si può usare sia per berla con devozione nelle varie difficoltà della vita, sia per farsi il segno della croce, sia per aspergerla su di sé o nella propria casa, usando la formula trinitaria: “in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (Non è il contatto fisico dell’acqua benedetta  con le persone e le cose che ricevono la benedizione ma è il segno espressivo della purificazione e della benevolenza divina che si annette all’espressione dell’acqua benedetta. Questo soprattutto quando l’aspersione dell’acqua benedetta viene effettuata in modo collettivo).

Holy Mass Sant'Eusebio

Antoine Mekary | ALETEIA | I.MEDIA

La preghiera

Nel quadro della pastorale della liberazione e dell’esorcismo, l’acqua benedetta permette di chiarire a volte la natura del male col quale abbiamo a che fare, ma sarebbe azzardato  affidarsi ad essa solamente per rivelare una presenza malefica. Quest’acqua benedetta non è magica, nel senso in cui essa non è lo strumento unico per il quale il cielo ci aiuta a rivelare sistematicamente la presenza di un demonio con la sua semplice aspersione. Possiamo osservare molto spesso che questa può provocare nulla ad un soggetto posseduto. É la preghiera la cosa più importante! Il rituale dell’esorcismo maggiore comincia con una lunghissima litania dei santi che invitiamo a unirsi alla nostra preghiera che combatte contro gli spiriti tenebrosi.

Si può rimanere stupiti dalla lunghezza di questa litania, ma molti esorcisti hanno potuto constatare la sua efficacia! Questa preghiera, nel quadro dell’esorcismo maggiore, è un vero rivelatore delle presenze maligne.



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Il “test” dell’acqua benedetta

Il test dell’acqua benedetta o non benedetta può a volte dare un’indicazione precisa. Avrei  tendenza a dire che questo “test” è valido dopo un lungo periodo di preghiera. L’esorcista Padre Omaleck dichiara: “Ciò che è evidente e che ho constatato a più riprese, è che l’acqua benedetta dell’antico rituale prima del Concilio Vaticano II, in cui viene chiesta una moltitudine di cose ben precise, è temuta dall’avversario. Io ho fatto il test di mettere su un tavolo dell’acqua benedetta con il rituale attuale affianco ad un’altra bottiglia il cui contenuto era stato benedetto con l’antico rituale. I posseduti nel momento in cui mi apprestavo a servirmi di quest’acqua benedetta gridavano: “No! Non quell’acqua! No! Non quella! L’altra se vuoi, non quella”. Questa reazione del demonio fu l’occasione per scambiare con altri sacerdoti che non sapevano ciò che essa potesse significare, considerando che non si possa avere che una sola acqua benedetta”.

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11 domande

“Chiedete e riceverete…! è scritto in Matteo (7, 12). Nell’antico rituale, la preghiera di benedizione è composta da undici domande precise contro la presenza e l’azione dei demoni! Una di queste è benedire l’acqua nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; un’altra è esorcizzare gli elementi dell’acqua e del sale e di chiedere che essa agisca contro tutte le presenze malefiche in undici punti precisi. Non stupiamoci dunque di ricevere ciò che chiediamo con fede con la benedizione di quest’acqua. San Giovanni Paolo II ci esortava a pregare più coscienti di quello che diciamo nell’ultima petizione del Padre nostro: “Fa che non soccombiamo alla tentazione, liberaci dal Male, dal Maligno. Fa, o Signore, che non cadiamo nell’infedeltà a cui ci seduce colui che è stato infedele fin dall’inizio”. 


SAINT MARTHA
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