Ero curiosa di conoscere i benefici fisici, ma sono stati gli effetti spirituali a renderlo preziosoLa settimana scorsa ho fatto qualcosa di folle. Dopo aver ascoltato alcuni podcast sul beneficio del digiuno prolungato (24 ore o più), la mia curiosità è stata stuzzicata e ho deciso di provare. Ho anche deciso di non avvisare in anticipo la mia famiglia, per due motivi: in primo luogo perché volevo seguire l’ammonizione scritturale a digiunare in segreto, e poi perché non volevo ammettere il fallimento nel caso in cui non ci fossi riuscita. Dopo tutto, 24 ore senza ingerire altro che acqua, tè verde e un po’ di elettroliti è una sfida seria.
Ho pensato anche di poter prendere due piccioni con una fava e di iniziare un giorno in cui lavoravo la sera, visto che avevo già cercato di abbandonare l’abitudine di cenare alle 22.00 al mio ritorno a casa. Quel giorno ho anticipato i pasti, consumando l’ultimo alle 16.00 prima di andare a lavoro. Quando sono tornata dal lavoro non ero affamata. Ero irritata.
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Ho sempre avuto almeno un’ora di scartoffie da finire di controllare a casa le sere in cui lavoro, ed è diventato abituale cenare mentre lo faccio. Senza la prospettiva della cena, non avevo altro da fare se non dedicarmi alle scartoffie. E stranamente, senza la fame a cui avevo abituata che mi dava la carica ero stanca. Non ne vado fiera, ma la verità è che quell’ora di lavoro è stata una delle più amare che abbia sperimentato da un po’ di tempo a questa parte.
Nonostante tutto, ho finito e poi sono collassata nel letto – un’ora prima del solito, un bonus inaspettato. Quando mi sono svegliata, però, non mi sentivo ritemprata, ma intontita e quasi stanca come la sera prima – ed ero appena a metà della mia sfida di 24 ore.
Ho un livello sano di curiosità scientifica e un livello malsano di ostinazione, e quindi sono andata avanti. Alla sedicesima ora affamata. Il cibo era l’unica cosa a cui riuscivo a pensare. Fortunatamente per me dovevo andare al lavoro, e sono quasi certa del fatto che aver lasciato il bancomat a casa sia stata la mia salvezza. Durante la prima ora di lavoro mi sentivo un po’ con la mente offuscata, ma all’una di pomeriggio – dopo 18 ore di digiuno – mi ero schiarita le idee e cominciavo a sentirmi bene. Non alla grande, ma molto meglio. Sono rimasta impegnata fino al momento di andare a prendere i bambini a scuola per poi dedicarmi ai lavori domestici e alla cena.
Quando siamo arrivati a casa è successa una cosa curiosa. Ho iniziato a preparare la cena e a dare una mano coi compiti e mi sono resa conto che ero in pace con me stessa – dopo 20 ore di digiuno. Non avevo una tonnellata di energia né mi sentivo stranamente felice – solo calma. Anche quando tutti e cinque i bambini mi facevano domande sui compiti mentre cercavo di evitare che si bruciassero le cipolle ero calma. Non fingendo di essere calma esteriormente, ma davvero, autenticamente, in pace dentro. È stata un’esperienza così sorprendente che quasi non volevo mangiare quando sono arrivata finalmente allo scadere delle 24 ore. Ho detto quasi…
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Ovviamente ho cenato con i bambini e li ho aiutati a finire i compiti prima di iniziare i riti dell’addormentamento. Abbiamo letto delle storie e cantato delle canzoni, e anche se avevo mangiato provavo ancora quello strano senso di pace. È stata una delle serate migliori degli ultimi tempi, e me lo hanno detto anche i miei figli. Sono andata a letto provando un profondo senso di gratitudine per il fatto che la mia curiosità e la mia ostinazione mi avessero fatto fare quella che in passato pensavo fosse una penitenza in stile veterotestamentario folle e quasi barbara.
Il digiuno apporta dei benefici che vanno ben al di là dell’aspetto fisico. Sì, costringe a confidare di più in Dio – credetemi, tra le 16 e le 18 ore ci sono stati molti momenti in cui ho dovuto supplicare Gesù di prendere le redini della situazione. Sospetto anche che abbia un effetto di rinnovamento spirituale molto simile a quello fisico. Potrebbero esserci delle spiegazioni scientifiche per questo, ma non diminuirebbero il mio grado di gratitudine per il dono inaspettato che ho ricevuto con un digiuno di 24 ore.