Ti capita mai di immaginarti come sarà il Paradiso?Credo che abitualmente lo pensiamo a partire da ciò che ci riempie di beatitudine profonda su questa terra, immaginando tale beatitudine senza più ombre e moltiplicata all’infinito, sia come intensità, sia come durata.
In realtà la Scrittura ci dice ben poco riguardo a come sarà il Paradiso, ma San Paolo dice una cosa molto chiara: “Saremo per sempre con il Signore” (1 Tessalonicesi 4,17). Altre pagine ci parlano del banchetto del cielo, della Gerusalemme celeste, tutte immagini che ci fanno pensare che non soltanto saremo uniti al Signore e lo vedremo faccia a faccia, ma che anche tra noi ci sarà un legame molto forte.
La fede della Chiesa esprime questo legame nella verità della Comunione dei Santi:
in Dio siamo misteriosamente tutti uniti, uniti tra noi in terra, uniti con quelli che sono già in Cielo.
Se dunque in Paradiso saremo anche uniti tra noi, con un po’ di immaginazione a volte penso che lassù avremo tutta l’eternità per conoscere e ringraziare tutte le persone che hanno fatto qualcosa per noi: chissà che stupore nel poterle ringraziare finalmente per tutto quello che ci siamo scambiati vicendevolmente in questa terra.
Sì, perché anche tu hai donato un sacco di cose agli altri e allora quando incontrerai questa persona mai vista, chissà che stupore quando lei ti ringrazierà:
- Magari sei cuoca in una scuola materna o in un ospedale: pensa che stupore quando tutti ti verranno incontro e ti ringrazieranno per quel piatto così buono.
- O forse sei infermiere o muratore: pensa a quante persone ogni giorno beneficiano del tuo lavoro fatto bene.
- Mettiamo che hai scritto un articolo di giornale o un libro: quante persone hanno letto quel libro e ne hanno trovato ispirazione forza.
E allo stesso modo tu potrai incontrare i professori, gli insegnanti, e perché no, magari anche i sacerdoti o persone comuni che in qualche modo hanno fatto qualcosa per te: incontrerai anche quell’agricoltore che ha seminato quel grano, che ha poi raccolto le spighe dalle quali è venuto il pane che ogni giorno accompagna i tuoi pasti.
So bene che si tratta di un esercizio di immaginazione e che poco o nulla sappiamo di quello che accadrà nell’aldilà.
Ma una cosa la sappiamo, la dice San Paolo: «La carità non avrà mai fine» (1 Cor 13) e quando c’è la carità, quando c’è amore c’è gratitudine, prima di tutto verso Dio che ha permesso che la nostra vita potesse essere e bisognosa e che tutti noi siamo interdipendenti gli uni dagli altri.>
La spiritualità cristiana da sempre consiglia di fare alla sera l’esame di coscienza: chiederci come ci siamo comportati, cosa abbiamo fatto di giusto o di sbagliato.
Ma è altrettanto importante fare ogni tanto un bilancio di come la vita si è comportata con noi: un vero e proprio esame di gratitudine.
Ecco qualche domanda per fare questo bilancio quotidiano:
quale impatto ha avuto la vita su di te? Cosa ti ha donato? Riesci ad esserne consapevole?
E poi ringraziare, ringraziare, ringraziare.
E se fosse possibile costruire un po’ di paradiso anche adesso? Potremmo cioè iniziare: ad aprire gli occhi e ad accorgerci di tutte le persone e le occasioni di cui possiamo essere grati, per poi ringraziare effettivamente queste persone.
Ovviamente in paradiso ringrazieremo anche Dio, e allora possiamo farlo anche adesso pensando a questo grande mondo in cui lui ci ha voluti tutti come persone bisognose gli uni degli altri.
Qui l’articolo originale apparso sul blog “Comunicare con il sorriso”
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Nato nel 1971 ed ordinato nel 1996, don Giovanni Benvenuto è parroco in due parrocchie a Sestri Ponente, collaboratore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Genova e membro del Consiglio Direttivo di WeCa, l’associazione dei Webmaster Cattolici Italiani. Insieme ad Andrea Ros nel 1998 ha fondato www.qumran2.net, banca dati di materiale per la pastorale visitata da 400.000 persone al mese, e attualmente ne è il coordinatore. Da aprile 2018 pubblica ogni settimana un nuovo video per imparare a comunicare meglio sul canale Youtube Comunicare il Sorriso di Dio.