Nel corso dell’udienza generale del 18 dicembre 2019, Papa Francesco tornò a sviluppare il tema del presepe, evocando stavolta una scelta particolare assai: Giuseppe tiene Gesù Bambino mentre Maria si riposa.
Papa Francesco ammiratore dei presepi? Durante l’udienza generale del 18 dicembre 2019, il Pontefice ha raccontato che in occasione del suo 83o anniversario gli avevano presentato una rappresentazione della natività unica nel suo genere, graziosamente intitolata “facciamo riposare Mamma”. Sui social è stato un successone! Si vede Maria che dorme mentre Giuseppe, poco più in là, tiene in braccio un Gesù Bambino che sembra stiracchiare le braccia, forse nel sonno. Il pontefice argentino ha sottolineato che quest’immagine dava testimonianza della «tenerezza di una famiglia e di un matrimonio».
Quanti di voi dovete dividere la notte fra marito e moglie per il bambino o la bambina che piange, piange, piange?
Così ha chiesto prima di spiegare che proprio questo è il messaggio del presepe.
Possiamo invitare la Sacra Famiglia a casa nostra, dove ci sono gioie e preoccupazioni, dove ogni giorno ci svegliamo, prendiamo cibo e sonno vicini alle persone più care. Il presepe è un Vangelo domestico.
Un mezzo «semplice ma efficace»
Il Santo Padre ha sottolineato l’importanza di conservare la tradizione dei presepi. Egli stesso si è recato a Greccio, dove san Francesco ha fatto il primo presepe vivente, e lì ha pubblicato Admirabile Signum, una lettera apostolica che ne illustra il simbolismo. Francesco nota che fare un presepe a casa propria è un mezzo “semplice ma efficace” di preparare il proprio cuore alla nascita di Gesù.
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«Il presepe è […] un’immagine artigianale di pace. Per questo è un Vangelo vivo»: porta l’Evangelo nei posti dove si vive – nelle case, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, negli ospedali, nelle case di cura, nelle prigioni… Lì dove viviamo il presepe ci ricorda qualcosa di essenziale: Dio non è restato invisibile in cielo ma è disceso sulla terra, facendosi piccolissimo. Facendo il presepe in casa si celebra una prossimità con questo Dio che si è incarnato e fatto vicinissimo.
[…] il presepe è un invito a “sentire”, a “toccare” la povertà che il Figlio di Dio ha scelto per sé nella sua Incarnazione
Un Dio che «prende il latte dalla mamma»
Il presepe «manifesta la tenerezza di Dio», prosegue il successore di Pietro. «Egli, il Creatore dell’universo, si abbassa alla nostra piccolezza».
Certe statuine rappresentano il Bambino con le braccia aperte per mostrare in tal modo che Dio è venuto ad abbracciare la nostra umanità:
Dio si presenta così, in un bambino, per farsi accogliere tra le nostre braccia. Nella debolezza e nella fragilità nasconde la sua potenza che tutto crea e trasforma. Sembra impossibile, eppure è così: in Gesù Dio è stato bambino e in questa condizione ha voluto rivelare la grandezza del suo amore, che si manifesta in un sorriso e nel tendere le sue mani verso chiunque. […]
Il modo di agire di Dio quasi tramortisce, perché sembra impossibile che Egli rinunci alla sua gloria per farsi uomo come noi. Che sorpresa vedere Dio che assume i nostri stessi comportamenti: dorme, prende il latte dalla mamma, piange e gioca come tutti i bambini! Come sempre, Dio sconcerta, è imprevedibile, continuamente fuori dai nostri schemi. Dunque il presepe, mentre ci mostra Dio così come è entrato nel mondo, ci provoca a pensare alla nostra vita inserita in quella di Dio; invita a diventare suoi discepoli se si vuole raggiungere il senso ultimo della vita.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]