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I poco noti dipinti religiosi di Vincent van Gogh

Van Gogh
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Lucien de Guise - pubblicato il 27/12/19
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Da giovane, si pensava che van Gogh sarebbe diventato pastore protestante. Alla fine della sua vita reinterpretò l’arte sacra di Delacroix e RembrandtVincent van Gogh è molto meno noto per i suoi dipinti religiosi che per i suoi girasoli, le notti stellate e gli innumerevoli autoritratti. Il motivo non è il fatto che appartengano tutti alla collezione vaticana, anche se in un caso è così. La realtà è che i pochi che dipinse sono copie di altre opere, e quindi ricevono scarsa attenzione. È un paradosso per un uomo dalla profonda spiritualità. Da giovane aveva cercato di diventare pastore protestante, come suo padre e suo nonno. Dopo aver fallito nella sua vocazione, chiese al fratello Theo: “Come posso essere utile al mondo? Non posso servire qualche obiettivo?”

La risposta fu l’arte. Sorprende che anziché riversare il suo zelo religioso sulla reinterpretazione di temi cristiani abbia copiato altri artisti. Non si è trattato di primi tentativi incerti di dipingere, perché sono stati realizzati verso la fine della sua vita, quando entrò in un ospizio. Non sapendo più quale tema scegliere, si volse ai maestri riconosciuti. Le sue interpretazioni di opere di Delacroix e Rembrandt sono gli unici veri dipinti religiosi che abbia mai eseguito.

Sembra strano che un uomo con un’immaginazione tanto fervida non abbia cercato di elaborare un proprio approccio alla Crocifissione o alla Madonna col Bambino, o anche ai santi o alle storie bibliche che conosceva. Forse si sentiva indegno piuttosto che incapace di farlo. Non è stato probabilmente dovuto alla branca del protestantesimo in cui era stato allevato, che era piuttosto liberale.

Una delle sue prime opere ha un argomento religioso originale. Nella sua forma iniziale (1884) è una cupa vista della chiesa parrocchiale riformata olandese di suo padre. Un anno dopo aggiunse una congregazione con l’ulteriore elemento triste dell’abbigliamento da lutto. Visto che il padre era morto di recente, era probabilmente più un commento del proprio dolore che della frequentazione della chiesa. Qualcuno dotato di occhio per l’originalità ha rubato nel 2002 il dipinto, recuperato solo nel 2016 a Napoli.

C’era un aspetto del credo principalmente cattolico che affascinava van Gogh, apparentemente ossessionato da Maria Maddalena. Il suo status di donna caduta sembra averlo interessato molto, anche se non la dipinse mai. Aveva perfino i capelli rossi, almeno secondo artisti come Giotto ed El Greco, il che avrebbe potuto stabilire anche una somiglianza con se stesso, autore di circa 30 autoritratti.

Il momento in cui van Gogh arrivò più vicino a immortalare la Maddalena è una scena dipinta a Les Saintes-Maries-de-la-Mer, nel sud della Francia. Viene raffigurata una spiaggia con le barche, ed è qui che le leggende locali dicono che sia arrivata Maria Maddalena quando portò il cristianesimo in Francia. È un riferimento obliquo, ma è almeno un collegamento religioso. Il suo famoso dipinto della sua camera da letto ad Arles mostra molti dettagli ma nessuna croce, crocifisso o altro elemento di arte sacra sul muro. Tre anni fa, l’Art Institute di Chicago ha invitato i visitatori a rimanere in un modello di quella stanza per appena dieci dollari a notte per promuovere una mostra delle stanze da letto di van Gogh. Non so se c’era anche una Bibbia di quelle che spesso fanno trovare negli alberghi.



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Quando sembrava che le uniche opere religiose di van Gogh fossero delle copie, è emersa una teoria per cui la sua Terrazza del Caffè (1888) sarebbe una rielaborazione altamente simbolica dell’Ultima Cena. A una prima occhiata non c’è alcun segno di tutto ciò, ma intorno alla tavola ci sono 12 personaggi supervisionati da una tredicesima figura, un cameriere con i capelli lunghi e quella che sembra una veste bianca. Un’ombra umana, forse un riferimento a Giuda, si intravede sulla sinistra. C’è perfino una croce formata dalla finestra dietro la figura che si erge solitaria. Forse dovremmo analizzare tutti i dipinti di van Gogh in modo più approfondito, soprattutto i girasoli.

Sembra un’altra teoria poco probabile, almeno fin quando non si scopre che nel periodo in cui lo dipinse van Gogh scrisse al fratello Theo di quell’opera, spiegando che aveva provato “una necessità tremenda per, dirò la parola, la religione”.

Nel dipinto c’è anche una grande croce sulla finestra dietro il cameriere/Gesù.

Forse il tormentato artista voleva esplorare la sicurezza della religione, o magari voleva solo riferirsi all’opera di un maestro. A voi la scelta!

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