Il Tabor è una collina che gode fin dai più remoti tempi biblici di un’aura di mistero e di sacralità celebrata dai salmi. All’epoca dei Giudici (XII secolo a.C.) sarebbe diventato il luogo strategico di raccolta delle forze israelitiche contro i Cananei. Soprattutto, il monte Tabor sarebbe rimasto negli annali per la trasfigurazione di Gesù.
Coi suoi 588 metri di altitudine, il Tabor assomiglia più a un’alta collina che a una vera montagna… La sua grandezza non viene, tuttavia, dall’altitudine, bensì dalla sacralità associata al luogo fin dalla storia più antica, già a partire dall’epoca dei Giudici (XII sec. a.C.). In quel periodo, infatti, mentre i Cananei occupavano la regione del Tabor e veneravano un gran numero di idoli, il popolo di Israele, che frequentava quest’altura, abbracciò largamente il politeismo cananaico, cosa della quale rende testimonianza, fra i profeti, in particolare Osea:
Sì, il giudizio è contro di voi perché siete stati una trappola a Mispa, un laccio teso sul Tabor. Degli infedeli hanno scavato una fossa profonda e io sarò per tutti loro un castigo.
Os 5,1-2
Ciononostante, malgrado le infedeltà del popolo giudaico, Dio lo sostiene nella lotta contro i Cananei e gli ordina:
Va’, fa’ venire al monte Tabor e prendi con te diecimila uomini tra i figli di Neftali e i figli di Zabulon. Varò venire verso di te, al torrente di Qishon, Sisara, il capo dell’armata di Yabina, coi suoi carri e le sue truppe, e lo metterò nelle tue mani.
Gdc 4,6-7
Cosa che il popolo ebraico fece. Allora la parola divina si compì e i Cananei furono battuti. Il Salmo 89 canta la gloria di Dio, al quale è associato chiaramente il monte Tabor:
Sei tu che hai creato il Mezzogiorno e il Settentrione,
il Tabor e l’Ermon cantano il tuo nome.Sal 89,13
La Trasfigurazione di Gesù sull’“alto monte”
Se gli scritti dei primi tempi cristiani non sono precisi quanto alla localizzazione di quell’episodio importante della vita di Cristo che fu la Trasfigurazione, a partire dal IV secolo (con san Cirillo di Gerusalemme e san Girolamo), la questione non fu più oggetto di dubbio, e fu risolta una volta per tutta dall’autorità dello Stridonense. Il monte Tabor fu da allora considerato come il luogo in cui la gloria di Dio si è manifestata nella Trasfigurazione. Un’affermazione perpetuata fino al giorno d’oggi e che sembra trovare sostegno nei Vangeli.
Così l’evangelista Luca riporta i fatti:
Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all’entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo». Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Lc 9,28-36
Il monte Tabor ai nostri giorni
Si tratta certamente di un luogo straordinario, e ancora oggi sono numerosi i pellegrini che si recano in questo posto biblico unico e incantato. Un primo santuario vi fu edificato nel IV secolo, precisamente dove ai nostri giorni si trova il monastero greco ortodosso. Nel VI secolo sarà una chiesa in stile siriaco ad essere costruita sul medesimo luogo della basilica odierna (datata 1919). Ogni secolo avrebbe coperto il piccolo altopiano in cima alla collina con basiliche e monasteri, mentre le pendici restano coperte di macchia boschiva. Dalla sua sommità si vede tutta la vallata di Esdrelon, e di lontano s’intravede la depressione del Giordano. Un luogo splendido propizio a meditare su quegli straordinari episodi biblici, col pensiero rivolto alle molte generazioni che da secoli si inerpicano per i sentieri del Tabor.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]