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Sono sessodipendente, che fare?

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Orfa Astorga - pubblicato il 12/02/20
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Non riesco a controllare i miei impulsi sessuali e cerco il piacere intensoNel nostro studio assistiamo spesso persone con gravi disfunzioni della personalità, che possono uscirne attraverso un processo doloroso e graduale.

Una di queste disfunzioni in alcuni uomini è la compulsione nella ricerca del piacere sessuale intenso, che contiene tutti gli ingredienti della dipendenza. Chi ne soffre affronta in genere anni di dolore imprigionato dall’angoscia repressa di un dramma umano silenzioso prima di ricevere aiuto, se lo cerca.

Fughe notturne, consumo di materiale pornografico, rapporti con prostitute, uso assiduo di divertimenti osceni alla ricerca di avventure sessuali, depressione, cinismo e durezza di cuore.

Gli stimoli erotici hanno preso il controllo della sessualità della persona per metterla al primo posto tra i suoi interessi. Si mettono a rischio la propria stabilità emotiva, i rapporti familiari e sociali, il lavoro e i mezzi economici… Un impulso impossibile da frenare tiene sulla corda. Si arriva a diventare un rottame, a livello fisico, mentale e morale.

A livello fisico e mentale, perché con l’eiaculazione gli uomini liberano sostanze chimiche cerebrali come noradrenalina, serotonina, ossitocina, vasopressina, ossido nitrico e l’ormone prolattina. Queste sostanze sono necessarie a molte funzioni corporee, e il loro deficit per abuso di sesso è assai dannoso per la salute.



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A livello morale perché si sentono queste persone dire “Voglio ma non posso”, ma si trovano piuttosto nella fase di sconfitta di un “volere senza volere davvero”. Sono ormai prigionieri di un io sminuito e senza speranze, schiavi della solitudine pur avendo paradossalmente famiglia, amici e colleghi.

Si tratta allora di una malattia del corpo e dell’anima.

Per questo, bisogna far comprendere agli interessati che le malattie dell’anima in cui sono compromesse l’intelligenza e la volontà sono legate a un’identità che Dio ci ha dato e che rispetta sempre, per cui non si curano senza la nostra cooperazione.

Che fare?

  • Ammettere innanzitutto questo grave problema e avere la volontà di superarlo
  • Assimilare l’informazione volta a incanalare la condotta (finora deviata)
  • Guarire, con umiltà e grandi sforzi, fino a recuperare la salute fisica.

Il cammino di superamento è difficile, e si svolge attraverso una terapia in cui si identificano comportamenti o pensieri poco sani per poi sostituirli con atteggiamenti positivi che rappresentino il necessario contrappeso psicologico. Questo aiuterà ad acquisire la forza indispensabile per lottare ogni giorno.


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L’umiltà permette poi di sviluppare strategie perché non risulti tanto semplice essere trascinati dalla tentazione, come nel caso di:

  • una persona che viaggiando per motivi professionali alloggia sempre nello stesso albergo cercando di essere conosciuto dagli impiegati, a cui parla della propria famiglia e mostra in ogni occasione nuove fotografie;
  • una persona che tiene nel telefono le fotografie della moglie e comunica con lei varie volte al giorno;
  • una persona che, conoscendosi, si astiene dall’assumere alcool o da accendere il televisore quando è sola;
  • una persona che si è proposta di seguire un progetto di vita con aiuto spirituale.

Per queste persone, la conquista del dominio di sé si basa sul rinnovare propositi pratici di lotta, sempre interiorizzati in base ai loro nuovi valori.

Si tratta quindi di una lotta quotidiana per volere, sapere e potere. Si agisce in base alla verità per la quale il corpo e l’anima non sono due realtà separate, ma formano un’unità.

Viviamo in una società ipersessualizzata, che propone esplicitamente il sesso fino alla nausea mentre evita di parlare di impegno, rapporto emotivo e sessualità integrata. Questa società porta necessariamente all’abisso della solitudine, del vuoto emotivo e delle malattie mentali.

La soluzione passa per il fatto di mettere tutta la nostra natura, la nostra intelligenza e la volontà al servizio dell’amore positivo.

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