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Cosa è accaduto nel ritiro spirituale che è diventato un focolaio di Coronavirus?

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 17/03/20
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In provincia di Salerno, la Regione Campania ha chiuso quattro paesi a causa di alto numero di contagi, originato da un evento religioso dei Neocatecumenali. Ma bisogna distinguere verità da fake news

È falso che vi fossero «santoni», «riti mistici» e «coppe del contagio», ma è vero che dopo un raduno religioso nel Vallo del Diano, in Campania, una ventina di persone sono risultate positive al Covid-19 ed un uomo di 76 anni è morto.

Sono numerose le fake news e le imprecisioni che accompagnano la vicenda del ritiro di una Comunità Neocatecumenale in provincia di Salerno che avrebbe causato il picco di contagi di Coronavirus tanto da costringere il governatore della Regione, Vincenzo De Luca, a mettere in quarantena quattro comuni: Sala Consilina, Polla, Atena Lucana e Caggiano (La Stampa, 17 marzo).

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Cosa è accaduto

Martedì 10 marzo un anziano muore all’ospedale di Battipaglia, in provincia di Salerno, dove era stato ricoverato con febbre e difficoltà respiratoria. Il tampone post-mortem decreta: positivo al coronavirus. Scatta la profilassi per gli operatori che sono stati a contatto con lui e si inizia a ricostruire la catena dei contatti.

Si scopre che l’uomo, un animatore di un gruppo Neocatecumenale, aveva partecipato ad un ritiro spirituale ad Atena Lucana nei giorni 28 e 29 febbraio e 1 marzo, e al ritiro del 4 marzo nella chiesa di San Rocco a Sala Consilina, tutti comuni del Vallo di Diano, un’area sud orientale della provincia di Salerno.



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La reazione della Regione Campania

Nell’ultima settimana, le persone che hanno partecipato alle due iniziative vengono censite e messe in quarantena. Alcuni avvertono sintomi e sono ricoverate negli ospedali della zona. Si accende, così, un focolaio di Coronavirus con una ventina di contagiati.

Il Governatore regionale De Luca, già il 24 febbraio, in un’ordinanza, aveva chiesto ai sindaci di monitorare e vietare «l’organizzazione e l’espletamento di ogni manifestazione che comporti adunanze o assembramento dei cittadini», per poi inasprire sempre più, nei giorni seguenti, i contenuti dei suoi provvedimenti anti-assembramento.

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Antoine Mekary | ALETEIA

I riti e le fake news

Eppure le raccomandazioni e le ordinanze non sono bastate. I Neocatecumenali hanno comunque organizzato le loro iniziative, con le conseguenze che si sono registrate.

Sui riti che si sono svolti, invece, sono circolate voci che sono state smentite con decisione dalla Curia di Teggiano-Policastro (in cui ricadono i comuni di Atena e Sala Consilina). Diverse testate giornalistiche hanno riportato, ad esempio, che i presenti avrebbero bevuto il Sangue di Cristo, il vino, dallo stesso calice.


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La verità sulle “due specie”

Secondo quanto apprende Vatican Insider-La Stampa da persone presenti agli incontri, le cose sono andate diversamente. Durante quella che era una semplice messa, di sabato sera, il sacerdote celebrante – un prete della diocesi di Teggiano chiamato appositamente a presiedere la funzione – ha evitato di distribuire il sangue di Cristo dal calice che le comunità del Cammino Neocatecumenale sono solite usare nelle loro liturgie eucaristiche. In base ad una concessione della Santa Sede, stabilita negli Statuti pubblicati nel 2008, esse ricevono infatti la comunione «sotto le due specie», il pane ed il vino.

Si è evitato anche lo scambio del segno della pace, rispettando le norme diffuse (in modo ancora informale e confuso) dalle diverse diocesi in quei primi giorni in cui ancora non era chiara la gravità dell’emergenza e si pensava che il focolaio principale fosse in Cina.

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Pascal Deloche / Godong | Ref:002

La ricostruzione dei presenti

Nel ritiro “incriminato” ad Atena Lucana, affermano i presenti, sono dunque state seguite tali misure precauzionali. Nonostante questo oltre la metà dei partecipanti è stato contagiato da Covid-19 probabilmente a causa della presenza di un portatore sano in mezzo a tante altre persone in uno stesso luogo chiuso, a qualche stretta di mano, alla resistenza del virus sulle superfici.

In pochi hanno presentato sintomi influenzali dopo il ritiro; le stesse persone si sono riunite nuovamente il 4 marzo per un altro incontro nella chiesa di San Rocco a Sala Consilina. 



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Il parere del vescovo

Il vescovo di Teggiano-Policastro, Monsignor Antonio De Luca, conferma la ricostruzione degli eventi. Il vescovo parla a nome del sacerdote che ha presieduto la celebrazione, il quale preferisce mantenere l’anonimato e non vuole rilasciare dichiarazioni perché «molto turbato» da quanto accaduto:

«Una comunità dell’arcidiocesi di Salerno ha svolto una convivenza in un hotel ad Atena Lucana, territorio della diocesi di Teggiano. Hanno invitato un parroco di zona a celebrare l’Eucarestia. Si tratta di un uomo di cultura e spessore pastorale, poco più che quarantenne, nient’affatto un santone. Insieme a lui c’era un altro prete, sempre della diocesi di Teggiano-Policastro, che ha presieduto il rito della confessione. Questi sacerdoti hanno fatto rispettare le disposizioni indicate da autorità religiose, civili e sanitarie: la distanza di un metro e mezzo, niente scambio di pace, l’Eucarestia sulla mano e, naturalmente, nessun calice per il vino».

Il prete venuto da Milano

«Dispiace vedere persone appartenenti ad un percorso cattolico con proposte di vita cristiana passare per untori e disobbedienti», sostiene monsignor Antonio De Luca, vescovo di Teggiano-Policastro, a Vatican Insider. «Certamente non sono stati né opportunamente guidati, nè coordinati da chi ne aveva la responsabilità», ha detto il presule, alludendo probabilmente al fatto che incontri del genere, in un momento molto delicato per la diffusione del Coronavirus in tutta Italia, dovevano essere evitati, anche per la presenza di provvedimenti restrittivi già in vigore in Campania.

Il presule, inoltre, ha diffuso, tramite i media locali, delle dichiarazioni per contrastare le false notizie rimbalzate sui social network. Tra queste, anche il fatto che a celebrare la messa fosse stato un prete venuto da Milano mezzo febbricitante.


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