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Come la preghiera pasquale a Maria ha portato alla fine della peste

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Kathleen Hattrup - pubblicato il 15/04/20
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La Chiesa ci offre quattro preghiere alla Beata Vergine Maria, recitate alla fine di ogni preghiera serale dai cattolici ovunque si trovino; quale delle quattro venga usata dipende dal periodo dell’anno.

Dall’Avvento alla Candelora recitiamo l’Alma Redemptoris Mater, durante il periodo pasquale il Regina Caeli, dalla Pentecoste alla fine del Tempo Ordinario il Salve Regina, mentre in Quaresima l’Ave Regina Caelorum.

Abbiamo quindi appena iniziato con il Regina Caeli, e quest’anno non potrebbe essere più appropriato.

Secondo una leggenda, questa preghiera risale al VI secolo con Papa Gregorio Magno. Una grave forma di peste devastò Roma, costando la vita anche a Papa Pelagio II.

Fu un’epoca difficile per gli abitanti della città, e quando Gregorio I venne eletto per guidare la Chiesa invocò subito la misericordia di Dio.

Papa Gregorio (che in seguito sarebbe diventato noto come Papa San Gregorio Magno) guidò una processione dalla basilica di San Pietro al mausoleo di Adriano chiedendo la fine della peste, e invitando chiunque a pregare Dio perché ponesse fine a quella piaga.

La Legenda Aurea narra come la processione venne guidata da un’antica immagine della Vergine Maria, che si dice ripulì l’aria dalla malattia. Si crede che questa immagine della Vergine sia di fatto quella che Papa Francesco ha usato durante le liturgie della Settimana Santa, la Salus Populi Romani, attribuita a San Luca.

“La peste stava ancora devastando Roma, e Gregorio ordinò che la processione continuasse per compiere il giro della città, con i partecipanti che cantavano in litanie. Un’immagine della Beata Sempre Vergine Maria venne portata in processione…

E guarda caso, la sporcizia velenosa dell’aria cedette di fronte all’immagine come se la rifuggisse e non riuscisse a sopportare la sua presenza. Il passaggio dell’immagine provocò una meravigliosa serenità e purezza nell’aria.

Ci viene anche detto che intorno all’immagine si sentivano anche voci angeliche cantare

Regina coeli laetare, alleluia,
Quia quem meruisti portare, alleluia,
Resurrexit sicut dixit, alleluia!”,

al che Papa Gregorio aggiunse subito Ora pro nobis, Deum rogamus, alleluia!

Mentre la processione continuava il suo percorso, San Gregorio raggiunse il mausoleo dell’imperatore e vide un segno che portò pace all’anima.

“Poi il Papa vide un angelo del Signore in piedi sopra il castello di Crescenzio, mentre puliva una spada insanguinata e la rimetteva nel fodero. Gregorio capì che quello poneva fine alla peste, e accadde davvero”.

Alla fine una statua di San Michele Arcangelo che rinfoderava la sua spada venne collocata sulla cima del mausoleo, e ispirati da questo evento i fedeli si riferirono da allora al mausoleo con un nome diverso, Castel Sant’Angelo, mentre il ponte vicino divenne noto come Ponte Sant’Angelo.

Quel giorno la Chiesa di Roma ricevette due doni: la malattia venne sconfitta e fu istituita una nuova preghiera per aiutare ai ricordare ai fedeli la gioia anche in epoche di grande sofferenza.

Il Regina Caeli è un modo rapido per cogliere un po’ di Cielo e tener viva la gioia pasquale, soprattutto nell’epoca difficile che stiamo vivendo:

Regina dei cieli, rallegrati, alleluia.
Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,
è risorto, come aveva promesso, alleluia.
Prega il Signore per noi, alleluia.
Rallegrati, Vergine Maria, alleluia.
Il Signore è veramente risorto, alleluia.
Preghiamo: O Dio, che nella gloriosa risurrezione del tuo Figlio hai ridato la gioia al mondo intero, per intercessione di Maria Vergine, concedi a noi di godere la gioia della vita senza fine. Per Cristo nostro Signore

In latino:

Regina cæli, lætare, alleluia:
Quia quem meruisti portare, alleluia,
Resurrexit, sicut dixit, alleluia,
Ora pro nobis Deum, alleluia.
Gaude et lætare, Virgo Maria, alleluia.
Quia surrexit Dominus vere, alleluia.
Oremus: Deus, qui per resurrectionem Filii tui, Domini nostri Iesu Christi,
mundum lætificare dignatus es:
præsta, quæsumus, ut per eius Genitricem Virginem Mariam,
perpetuæ capiamus gaudia vitæ.
Per eundem Christum Dominum nostrum. Amen.

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