I Vangeli non parlano mai di un incontro tra Gesù e sua madre, dopo la resurrezione. Eppure una tradizione, che va da San’Ambrogio a San Giovanni Paolo II, dice che «è legittimo pensare che verosimilmente la Madre sia stata la prima persona a cui Gesù risorto è apparso»Viene spesso sottolineato che le prime a vedere Gesù risorto sono state le donne, che poi hanno portato l’annuncio agli apostoli. Mi sembra però che la madre di Gesù non venga mai citata nei racconti della resurrezione: l’ultima volta che viene fatto il suo nome è ai piedi della croce. È così?
Lettera firmata
Risponde don Filippo Belli, docente di Sacra Scrittura
Il silenzio su Maria, la madre di Gesù, nei racconti delle apparizioni del Risorto registrate nei santi vangeli ha sempre destato molte domande e suscitato numerosi tentativi di risposta.
È tradizione ritenere, anche se non riportato nei racconti evangelici, che Gesù risorto sia apparso per primo a sua Madre. Una tradizione pressoché ininterrotta, ritenuta certa dai vangeli apocrifi, dai Padri della Chiesa (vedi Sant’Ambrogio: «Maria fu la prima nel vedere e la prima nel credere alla risurrezione di Cristo»), e da numerosi autori, fino ai nostri giorni. Famosa la catechesi di Giovanni Paolo II del 21 maggio 1997 in cui affermava: «È legittimo pensare che verosimilmente la Madre sia stata la prima persona a cui Gesù risorto è apparso».
Sappiamo, infatti, che i Vangeli non ci riportano tutte le parole e tutti i fatti che riguardano Gesù. Come ricorda l’evangelista Giovanni: «Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome» (Gv 20,30-31). L’essenziale della fede quindi lo ricaviamo dai Vangeli e dall’insieme delle Scritture lette nella esperienza della Chiesa di tutti i tempi. Questo non esclude che ci siano dati o credenze che non sono direttamente testimoniate dal Nuovo Testamento, ma che sono ragionevolmente conformi al dato evangelico. Un esempio fra tutti l’Assunzione di Maria in anima e corpo.
Quindi il silenzio sull’incontro con la Madre da parte di Gesù risorto non esclude a priori che sia avvenuto, anzi, la tradizione della Chiesa ci permette di crederlo verosimile.
Ma si può approfondire il tema secondo un’altra prospettiva, propriamente scritturistica. Come sappiamo l’ultima – tra le rare – menzione della Madre nei vangeli è ai piedi della croce secondo il racconto che ne fa l’evangelista Giovanni (Gv 19,25-26). Ora ci sono alcuni dettagli di questa ultima comparsa che sono significativi.
La madre di Gesù, insieme ad altre donne, «stava» presso la croce. La posizione della Madre è significativa della solidità della fede di Maria nel momento supremo della passione del suo Figlio. Addolorata, ma solida nella fede. In questo modo la postura di Maria è sempre stata riletta come la sua partecipazione di fede al dramma della morte di Gesù, ma al contempo tale partecipazione è chiaramente sostenuta e possibile dalla certezza della sua risurrezione.
Maria, inoltre, nelle brevi raccomandazioni che Gesù offre – «donna, ecco tuo figlio […] ecco tua madre» – è designata con due appellativi densi di significato: «donna» e «madre». Certamente siamo in presenza di una umanissima disposizione di Gesù riguardo a sua madre nel momento in cui muore. Tuttavia le due designazioni ci spingono ad allargare ad orizzonti più grandi la figura di Maria. Essa è «donna» e «madre», e come tale personifica la Chiesa e l’umanità nel suo rapporto con Dio. Essa è Chiesa sposa (donna) e anche madre della Chiesa nel suo privilegiato rapporto di custodia verso il discepolo, ovvero verso tutti i futuri discepoli. In che cosa Maria ai piedi della croce è Madre del discepolo? Senza togliere nulla alla umana cura del discepolo (e viceversa), Maria è soprattutto custode della limpida fede pasquale per tutta la Chiesa, e la Chiesa, nel discepolo, la tiene – proprio per questo – tra le sue cose più care. Così Maria è madre della fede nella risurrezione di Gesù per tutti i discepoli.
Occorre ricordare, infatti, se è pur vero che i vangeli non ci parlano più della Madre, che Maria è presente nel racconto di Atti 1,12-14 assieme agli undici radunati nel luogo «dove erano soliti riunirsi» subito dopo l’ascensione di Gesù. Maria sta con i discepoli che iniziano a vivere la vita nuova pasquale. Il testo suggestivamente ci fa vedere la Chiesa nata dalla Pasqua di Gesù: «Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di Lui» (At 1,14). Il racconto non ci dice di più, ma lascia intendere perfettamente che la Chiesa nella sua nascita (le prime disposizione e il dono dello Spirito) è radunata assieme a Maria, stabilendo così un ponte tra la sua posizione ai piedi della croce e la fede nella risurrezione che guida la Chiesa di tutti i tempi.
Poco importa allora accertare con sicurezza cronologica una eventuale e verosimile apparizione di Cristo Risorto alla Madre. Il Nuovo Testamento non ha dubbi sulla presenza pasquale di Maria nella vita della Chiesa. Anzi, sembra indicarci in Lei la figura ideale di ogni credente, chiamato a rivivere il Mistero pasquale di morte e risurrezione. Maria ha assicurato e custodito per tutta la Chiesa nella figura dei discepoli, la fede in Colui che dalla morte è passato alla vita che non muore più.