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Russia: le suore accanto agli emarginati durante la crisi del coronavirus

NOVOSIBIRSK
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Aiuto alla Chiesa che Soffre - pubblicato il 28/06/20
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In Siberia gli effetti del coronavirus si fanno sentire ancor di più, ma le religiose trovano mille modi per tenersi in contatto con i fedeliPochissimi si sono ammalati, ma tutti gli abitanti di Novosibirsk, nella Siberia occidentale, hanno risentito degli effetti del lockdown e del suo impatto economico, soprattutto chi già prima dell’emergenza viveva ai margini della società: poveri, disoccupati, anziani e bambini di famiglie a basso reddito. Sono queste le fasce su cui le suore della diocesi cattolica romana della Trasfigurazione di Novosibirsk hanno concentrato la propria attenzione.

Le religiose hanno parlato con l’associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre delle sfide che stanno affrontando in questo momento difficile. Nell’area metropolitana di Novosibirsk sono stati registrati 4604 casi di coronavirus, con 62 vittime.

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Aid to the Church in Need

Nella diocesi della Trasfigurazione, che ha un territorio di 2 milioni di chilometri quadrati, vive circa un milione di cattolici, per la maggior parte di origini ucraine, polacche o tedesche. Circa 40 sacerdoti servono in 70 parrocchie, coprendo enormi distanze per svolgere il loro ministero. Senza l’assistenza delle suore sarebbe impossibile offrire l’assistenza pastorale necessaria ai fedeli.

Le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli si sono stabilite in Siberia nel 2015, e hanno attivato un centro per bambini gestito dallo Stato e dalla Chiesa a Slavgorod, a sud-ovest di Novosibirsk. “La maggior parte dei bambini qui proviene da famiglie a basso reddito e ha una vita familiare difficile, praticamente senza alcuna assistenza da parte dei genitori. Che lavorino tutto il giorno per una misera paga o uno dei genitori abbia trovato lavoro in un altro Paese e a volte stia lontano per mesi per sostenere la famiglia, i bambini vengono lasciati troppo spesso in balia dei dispositivi elettronici”, ha affermato suor Theresa Witschling.

Le religiose fanno i compiti con loro e si assicurano che circa cento bambini abbiano accesso al pranzo pagato, spesso l’unico pasto caldo che consumano in tutta la giornata. Due volte all’anno, poi, li invitano a trascorrere le “vacanze con Dio”.

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Le religiose, che hanno anche iniziato a cucire mascherine, sono particolarmente amate dai senzatetto della città, che “non vengono da noi solo per ricevere assistenza spirituale, ma sono grati di ricevere anche un po’ di gentilezza e di calore”, essendo pieni di “ricordi dolorosi e ferite emotive”.

“Ringraziamo Dio per il fatto di poter celebrare ogni giorno l’Eucaristia”, ha aggiunto suor Theresa. “Svolgiamo ogni giorno servizi di adorazione in risposta alla pandemia, e alla fine del servizio il sacerdote esce in strada con l’ostensorio e benedice la parrocchia e la città”.

Superare le distanze

A Surgut, 1000 chilometri a nord di Novosibirsk, due Suore Angeliche di San Paolo provenienti dalla Polonia sono diventate dei veri angeli per i 140 senzatetto di una struttura di riabilitazione sociale, assicurando loro cibo e vestiti.

A Surgut c’è la parrocchia di San Giuseppe, l’unica “vera” chiesa della zona, anche se grazie all’iniziativa e alla generosità di una serie di cattolici sono state allestite altre cappelle in abitazioni private di Noyabrsk, a 320 chilometri da Surgut, e a Kogalym, a 190. Ogni due settimane, le religiose visitano queste cappelle in compagnia di un sacerdote, perché come spiega suor Tereza Jakubovska, “è importante costruire rapporti personali con i fedeli”. Come molte altre comunità religiose, le Suore Angeliche di Surgut stanno trasmettendo ogni giorno la Messa per offrire incoraggiamento spirituale e “rimanere in contatto”.

Lo stesso obiettivo è condiviso da suor Aljona Alakschova, delle Suore Domenicane di Betania, che insieme a una consorella serve da vent’anni la parrocchia della Divina Misericordia di Ishim. “Qui ci sono pochi cattolici, e quelli che ci sono vivono sparpagliati tra i villaggi. Quando prendono l’autobus per assistere alla Santa Messa la domenica o i giorni di festa sanno che dovranno aspettare molto prima di poter tornare nel tardo pomeriggio. Accorciamo la loro attesa servendo loro i pasti e parlando. Non c’è opportunità migliore per conoscere la gente della parrocchia”. Il coronavirus ha ostacolato tutto: i mezzi di trasporto pubblici passano più raramente, i taxi privati condivisi sono sporadici e difficilmente rispettano gli orari. “Ciò rende difficile per noi far visita a chi è malato e portare cibo e medicinali agli anziani che non hanno nessun altro”.

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Visto che i servizi religiosi devono essere celebrati senza fedeli, le religiose hanno creato un gruppo su WhatsApp che collega e aggiorna i parrocchiani, usato anche per inviare links ai servizi in streaming.

Anche le Suore di Santa Elisabetta di Novosibirsk sentono la mancanza delle visite ai parrocchiani: “Attraverso le nostre visite regolari siamo diventati amici. Spesso quando ce ne andiamo ci dicono ‘Per favore, sorella, non lasciarmi. Per favore, torna!’” Il telefono aiuta le religiose a rimanere in contatto con chi non ha a disposizione o non utilizza mezzi elettronici, soprattutto gli anziani, che soffrono maggiormente del distanziamento sociale.

Le Serve del Signore e della Vergine di Matará di Omsk hanno invece spostato i loro sforzi pedagogici nel mondo virtuale, insegnando il catechismo attraverso videoconferenze e realizzando brevi video insieme agli adolescenti per risollevare il morale.

“Speriamo che il nostro lavoro ispiri gli adolescenti a pensare alla Parola di Dio anche in epoca di coronavirus. Preghiamo che questo periodo terribile da una prospettiva umana aiuti noi e tutti a crescere nella fede, nella speranza e nell’amore per Dio e per il prossimo”, ha spiegato madre Maria Glum.

Teresamaria, Christina e Agnija, tre Carmelitane di Novosibirsk, appartenenti all’unica comunità contemplativa della diocesi, hanno intensificato le loro preghiere in questo periodo. “Preghiamo per la guarigione dei malati, per il conforto dei sofferenti, per il sollievo degli operatori sanitari e la protezione dei gruppi più vulnerabili, ma anche per gli scienziati che stanno lavorando per sviluppare medicine e un vaccino e per chi lavora nelle entità governative, che deve risolvere grandi problemi socio-economici”.

ACS International sostiene tutte le religiose che operano nella diocesi di Novisibirsk. Il vescovo locale, monsignor Joseph Werth, ha ricordato che per loro sarebbe “non solo una delusione, ma una catastrofe” se questi aiuti non dovessero più pervenire, soprattutto ora che sono venuti meno anche gli introiti delle collette parrocchiali.

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