Louis e Zélie Martin si sono sposati per amore il 12 luglio 1858, tre mesi dopo il loro incontro. Solo alcune delle sue lettere ci sono giunte, ma rivelano una fine conoscenza reciproca, una complicità tenera e un amore profondo, inalterabile.
Si amano “per la vita”, scrive Louis. «Più della mia vita», abbonda Zélie. Parole brucianti rinnovate a ogni missiva. Non si tratta di formule fatte: «Ti abbraccio [ma il verbo “embrasser” significa anche baciare, N.d.T.] con tutto il mio cuore» (Zélie, maggio 1869), «Ti abbraccio [c.s.] come ti amo» (Zélie, agosto 1873), «Non mi rallegro che di te, caro Louis» (24 dicembre 1876). L’affetto reciproco ispirò ai santi sposi Martin delle formule personali e toccanti, rivelatrici di un vero matrimonio d’amore.
Solamente quattro lettere ci sono pervenute – spiega Hélène Mongin, la loro biografa, autrice di Louis et Zélie Martin, les saints de l’ordinaire (éditions Emmanuel) –: alcune sono state perse, ma non dovettero essercene molte, perché Louis e Zélie sono stati poco separati, durante i loro diciannove anni di matrimonio. E poi, al contrario della moglie, Louis non amava scrivere.
Un amore coniugale vero e profondo
La lettera più significativa è quella di Zélie datata 31 agosto 1873. C’è lei che sta con le figlie dal caro fratello Isidore Guérin, a Lisieux. Arrivata in città, l’indomani prende carta e penna per dire a Louis quanto le manchi la sua presenza:
Sono assolutamente come i pesci che vai a pescare tu; non sono più nel loro elemento, per forza che muoiono! […] Mi sento a disagio, non mi sento al mio posto, e questo influisce sul fisico al punto che quasi me ne ammalo.
Tuttavia reagisco e razionalmente cerco di riprendere il controllo; ti seguo con la mente tutta la giornata. Mi dico: «Adesso starà facendo questo». Mi sembra tardi che sarò di nuovo con te, mio caro Louis: ti amo con tutto il mio cuore e sento raddoppiarsi il mio amore per la privazione che provo della tua presenza; mi sarebbe assolutamente impossibile vivere lontana da te.
Per Hélène Mongin,
questa lettera è la più rivelatrice. È una straordinaria dichiarazione d’amore. Sembrerebbe provenire da una coppia giovane, mentre è di quando sono sposati da quindici anni!
Nel maggio 1869, Zélie ha scritto:
Ti abbraccio [c.s.] con tutto il mio cuore, sono così felice oggi, al pensiero di rivederti, che non riesco più a lavorare. Tua moglie, che ti ama più della sua vita.
Niente male per una giovane che pensava alla vita religiosa come alla vocazione più perfetta.
Contrariamente al loro primo ideale – spiega la biografa – non è stato malgrado il matrimonio che si sono santificati, ma nel matrimonio e mediante il matrimonio.
Una sollecitudine reciproca
Non solo Louis conosce bene sua moglie, ma è pieno di attenzioni a suo riguardo: «Egli tronca tutte le sue angosce e la sostiene», sottolinea Hélène Mongin. Nella sua sola lettera nota, datata 8 ottobre 1863, scritta da Parigi, si legge:
Inutile dirti che la tua lettera mi ha dato grande piacere, anche se vedo che ti affatichi troppo. Ti raccomando quindi la calma e la moderazione, soprattutto nel lavoro. Ho alcuni ordini della Compagnie Lyonnaise: come ti ho già detto, non preoccuparti, con l’aiuto di Dio ci faremo una bella casetta.
Si conoscevano a memoria. Qualche anno più tardi, nel maggio 1869, Zélie gli avrebbe racontato che stava facendo le grandi pulizie:
Non arrabbiarti, non perderò nulla, neanche un quadretto o una molla… insomma niente, e finalmente sarà tutto pulito, sopra e sotto. Non dirai più che ho “soltanto spostato la polvere”, stavolta non ce ne sarà più.
Chiosa Hélène Mongin: «Questo rivela la loro tenerezza, la loro intimità. Si sente che c’è del vissuto».
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]