Quando la città era il principale porto statunitense, andava di moda pregare in acqua Alla fine del XIX secolo, il trasporto marittimo era una delle attività principali che promuovevano la crescente economia statunitense, e New York era una prospera città portuale.
In parte grazie alla sua ubicazione e alla scarsa profondità delle sue acque, il porto di New York accoglieva più persone e carico di qualsiasi altro porto statunitense. Le barche che trasportavano materiali da costruzione, spezie e tessuti attraccavano nella parte bassa di Manhattan, in una zona che in seguito sarebbe diventata il cuore dell’industria finanziaria mondiale.
Da qui che partivano i primi transatlantici, imbarcazioni che salpavano ogni settimana all’ora stabilita. Prima di allora, le barche uscivano da un porto solo quando il carico era pieno. È anche qui che l’Istituto Ecclesiastico dei Marittimi di New York e New Jersey (SCI), un’organizzazione fondata nel 1834 da marinai episcopaliani per offrire ai marittimi assistenza medica di base, istruzione e servizi pastorali, fondò la prima chiesa fluttuante.
La chiesa del Nostro Salvatore, eretta dalla Società Missionaria della Chiesa degli Uomini Giovani, era ancorata a Pike Street, nella parte bassa di Manhattan. La chiesa divenne rapidamente un’icona in città, ma fu abbandonata nel 1866 per via del deterioramento dei materiali.
Una seconda chiesa fluttuante, quella del Santo Consolatore, venne fondata nel 1846 accanto a Dey Street, nella zona ovest di Manhattan. Oltre ai servizi ecclesiali regolari, la chiesa del Santo Consolatore offriva ai fedeli una sala di lettura e un gruppo destinato ad aiutare i marittimi con problemi di alcolismo.
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A differenza delle chiese terrestri, che rimangono nello stesso luogo, le chiese fluttuanti si muovevano liberamente. Nel corso di alcuni decenni, la chiesa fluttuante del Santo Consolatore venne trasferita un paio di volte, prima in Leigh Street, e poi alla sua ubicazione finale sul molo di Hubert Street.
Nel 1868, gli alti costi di mantenimento portarono all’abbandono della seconda chiesa fluttuante, ma un anno dopo l’SCI costruì una terza chiesa, chiamata, come quella originaria, chiesa del Nostro Salvatore, ancorata a Pike Street.
Sarebbe stata l’ultima delle chiese fluttuanti di New York. Il giorno di Natale del 1910 vi si celebrò l’ultimo servizio con il reverendo Archibald Mainsfield, sovrintendente dell’SCI.
L’affascinante storia delle chiese fluttuanti è ben documentata nell’archivio dell’SCI, digitalizzato e oggi di facile accesso. In base ai documenti, le chiese fluttuanti di New York erano “uniche tra le strutture ecclesiastiche del mondo” (anche se i Cambogiani, ad esempio, sono piuttosto orgogliosi della loro chiesa fluttuante di Chong Khnies), ed erano note come “luoghi di rifugio spirituale per gli uomini di mare timorati di Dio che visitavano il porto di New York”.
La Grande Mela, però, non è stata l’unica città degli Stati Uniti in cui i credenti pregavano sull’acqua. Nel 1848, l’Istituto Ecclesiastico dei Marittimi di Philadelphia e del South Jersey, che offriva lo stesso servizio dell’organizzazione omonima di New York, costruì una chiesa fluttuante per assistere i “rozzi marittimi che si sentivano fuori luogo a stare in chiesa accanto a dame ben vestite”.
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