Può sembrare infinita, ma ci sono sempre modi per trovare la pace e venirne fuori più fortiLa pandemia di Covid-19 continua, e la nostra ansia la accompagna. Come saranno i mesi invernali a scuola quest’anno? Quali ripercussioni economiche avrà? Riusciremo, come individui e come comunità, a rimanere in salute?
È comprensibile sentirsi stanchi di tutto quello che è successo. Molti di noi, se sono onesti, ammetteranno che la vita era difficile già prima della pandemia, e ora ci viene chiesto anche di modificare continuamente quello che facciamo, mentre guardiamo i nostri fratelli e le nostre sorelle indossare una mascherina sotto gli occhi timorosi e incerti chiedendosi cosa succederà.
Tra tutte queste prove c’è però un’opportunità nascosta.
Semplificando, anziché cedere all’ansia e alla paura, possiamo usarle per diventare più forti. La realtà è che quando le cose vanno bene pensiamo poco alla crescita, concentrandoci solo sul fatto di mantenere ciò che è positivo.
Come quando i convulsi anni Venti negli Stati Uniti hanno portato alla Grande Depressione, però, ci siamo resi conto che forse non siamo invincibili come pensavamo, e insieme a questa consapevolezza arriva una scelta, che ci piaccia o no: possiamo permettere che la paura governi i nostri giorni o optare intenzionalmente per una strada diversa.
La questione non è tanto dove ci porterà tutto questo o dove vogliamo andare, ma che tipo di persone vogliamo essere.
Mi ritrovo a chiedermelo più che mai al giorno d’oggi, e a volte questa domanda mi esaurisce, ma ciò non cambia la nostra risposta. In realtà, nulla conta di più di essere ciò che ciascuno di noi è chiamato ad essere.
Anche di fronte alla disperazione e alla paura della morte, dobbiamo dotarci di strumenti per la mente, il corpo e l’anima e andare avanti. Ogni strumento che indico di seguito è incompatibile con l’ansia, perché la paura viene sconfitta quando viviamo questa esperienza.
Ciascuno di loro è gratuito ed è disponibile a tutti, che abbiate 15 o 85 anni. Esistono tre strumenti principali, e tutti hanno ricevuto un sostegno spirituale e scientifico nel corso dei secoli.
La virtù della gratitudine
Decenni di ricerca scientifica e metodi specifici di essere grati hanno ripetutamente mostrato che questa pratica porta a una maggiore felicità, a meno ansia e perfino a migliori indicatori fisici, come diminuzione della pressione arteriosa e miglioramento del funzionamento immunologico. Semplificando, un pensiero o un atto di gratitudine riconosce che indipendentemente da quanto siano difficili le cose c’è “bontà” nella nostra vita, e questa bontà è più grande di noi. E allora ringraziamo.
Il dono dell’empatia
L’empatia non è provare compassione per qualcuno, ma cercare di capire cosa significhi trovarsi nei suoi panni. Durante questa pandemia, mi sono chiesto innumerevoli volte come dev’essere stato essere un nativo americano o un colonizzatore delle Grandi Pianure nel 1800 e non avere un modo chiaro per prevenire il flagello di malattie come dissenteria, malaria, colera, vaiolo, poliomielite e simili.
Oggi possiamo non preoccuparci di non contrarre il Covid-19, ma solo un secolo fa le persone in ogni luogo vivevano con la paura costante di essere afflitte da una malattia letale o invalidante per la quale non c’era rimedio e non restava che contare su fiducia e preghiera.
L’empatia non cambia la realtà in cui viviamo, ma trasferisce l’ansia in un altro luogo e tempo, a persone che forse conosco bene o che non ho mai visto, ma quando prendo in considerazione gli altri mi preoccupo più di quello che dev’essere per loro che di quello che dev’essere per me.
La disciplina della sfida contro la disperazione
Non c’è nulla di sbagliato a pregare perché la pandemia finisca subito, ma se non sarà così? È qui che dobbiamo riempire il nostro spazio psicologico con una “mentalità di sfida”. Possiamo guardare a quest’epoca come a un’opportunità per salire più in alto – come faremmo in qualsiasi sport o iniziativa – o cedere e disperarci.
Che ci piaccia o meno, ciascuno di noi si trova davanti a questa scelta. Possiamo non essere in grado di controllare i nostri sentimenti, ma possiamo controllare il nostro atteggiamento in relazione a questa sofferenza. Come ha detto una volta Viktor Frankl (dopo essere sopravvissuto all’Olocausto che ha ucciso la maggior parte dei suoi familiari), “l’ultima delle libertà umane è scegliere il proprio atteggiamento in qualsiasi serie di circostanze”.
Potreste chiedervi: “E se implementassi tutti questi strumenti?”, “Qual è la mia garanzia?” Una vita esente da difficoltà? No. Sicurezza finanziaria? No. L’approvazione degli altri? No.
E allora, cosa garantisce tutto questo sforzo?
La risposta è semplice: ci sarà pace dello spirito sapendo che la vostra vita e la mia non sono dettate dalla paura. Anziché questo, saremo aperti alla bellezza, all’amore e alla soddisfazione disponibili a noi tutti i giorni, indipendentemente da quello che sta accadendo intorno a noi e dentro di noi.
La paura si riaffaccerà sicuramente e le ansie a volte prenderanno il sopravvento, e potremo sentirci stanchi e insicuri chiedendoci cosa ci riserverà il giorno dopo, ma non saremo più schiavi della paura. Saremo liberi.