Philip Howard, marito e padre, è annoverato tra i 40 martiri d’InghilterraThomas Howard, quarto duca di Norfolk, e sua moglie, Lady Mary Fitzalan, diedero alla luce il loro unico figlio, Philip Howard, il 28 giugno 1557, nell’ultimo anno del regno di Maria Tudor. Al giovane Philip venne predetto un brillante futuro, ma la sua vita iniziò in un periodo turbolento in cui nulla poteva essere dato per scontato. La madre morì poco dopo la sua nascita, e il padre si risposò due volte. La sua terza moglie era vedova con quattro figli.
Il padre di Philip, il duca, decise di rafforzare la posizione familiare, e quindi organizzò il matrimonio tra Philip e la sua figliastra, Anne Dacre, quando erano ancora bambini. Philip si sposò a 14 anni.
Poco dopo la madre di Anne morì, e lei fu fortemente influenzata dalla nonna cattolica, Lady Mounteagle. Philip era stato allevato nella fede della Chiesa d’Inghilterra, ma nel prossimo futuro sarebbe stato formato da un cattolico, Gregory Martin, che tradusse la Bibbia di Douay.
Nel 1571 il padre di Philip, il duca Thomas, venne coinvolto in un’insurrezione. La rivolta venne presto schiacciata, e il duca fu ritenuto colpevole di alto tradimento, condannato a morte e giustiziato sommariamente. Lord Burghley divenne il tutore di Philip, e la prima cosa che fece fu licenziare il cattolico Martin, mandando poi Philip a Cambridge, dove si laureò in Arte a 19 anni.
Philip poi giurò l’Atto di Supremazia alla Corona e venne introdotto a corte. Suo padre lo aveva avvertito di non farcisi coinvolgere troppo e di amare sempre sua moglie, ma Philip, affascinato dalla pompa, ignorò presto i suoi saggi consigli. Aveva varie relazioni con delle cortigiane, spendeva denaro in modo molto “libero” e trascurava Anne, che venendo a sapere delle sue infedeltà andò a vivere con il nonno di Philip, conte di Arundel.
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Nel 1581 suo nonno morì, e Philip gli succedette come conte di Arundel e primo conte d’Inghilterra. Ora era membro della Camera dei Lord, e iniziò ad essere convolto negli affari pubblici. Trascorreva meno tempo a corte e lentamente lui e Anne iniziarono a riavvicinarsi. I suoi modi gentili la conquistarono, e lei si sentì anche spinta nuovamente verso la Chiesa cattolica.
Vi tornò, ma aveva paura che dirlo al marito potesse mettere a rischio la loro unione già tanto provata. Non sapeva che Philip provava quello che sentiva lei per il cattolicesimo dopo aver ascoltato un anno prima un dibattito tra padre Edmund Campion e alcuni chierici della Chiesa d’Inghilterra nella Torre di Londra. Era rimasto molto colpito dalle argomentazioni di Campion, ma le implicazioni dell’assumere il cattolicesimo erano profonde. Dopo aver sentito il sacerdote ed essersi dedicato alla preghiera costante, però, abbracciò la Chiesa e si riconciliò con la moglie.
Quando era a corte, Philip era diventato un favorito della regina Elisabetta, che iniziò a sospettare della sua riconciliazione con Anne dopo aver sentito che questa era tornata al cattolicesimo. La fece arrestare, al punto che la prima figlia di Philip nacque in prigione. Elisabetta non sapeva che Philip era stato riconciliato da un sacerdote gesuita, padre William Weston.
Il ritorno di Philip alla Chiesa cattolica comportò un cambiamento totale di vita per lui. Un sacerdote viveva a casa sua a Londra e celebrava la Messa ogni giorno. La preghiera divenne una parte regolare della sua vita. Continuò a frequentare la Camera dei Lord e la corte, ma evitava di assistere ai servizi religiosi ufficiali accampando varie scuse. Voleva disperatamente servire la causa cattolica e scrisse una lettera al cardinale Allen per chiedere consiglio. La regina, però, lo faceva sorvegliare, e una spia intercettò il messaggio.
Usando un sacerdote da lei prezzolato, la regina inviò una falsa lettera a Philip fingendo che fosse del cardinale, raccomandandogli di tornare nelle Fiandre per ricevere una formazione, anche se per i cattolici era illegale lasciare l’Inghilterra. Philip si imbarcò su una nave, ma venne immediatamente arrestato. Fu portato alla Torre di Londra il 25 aprile 1585. Le accuse contro di lui includevano il fatto di essere un cattolico romano e di condividere “complotti gesuiti”. Venne imprigionato e gli fu offerta la libertà se avesse portato in chiesa la Spada di Stato, ma rifiutò.
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La regina Elisabetta condannò Philip alla pena capitale, ma non firmò mai la sua condanna a morte. Philip non lo sapeva. Venne tenuto costantemente nella paura dell’esecuzione e languì in prigione per più di dieci anni. Morì il 19 ottobre 1595 di dissenteria.
Philip Howard, 13° conte di Arundel, è stato canonizzato da Papa Paolo VI il 25 aprile 1970. È annoverato tra i Quaranta Martiri di Inghilterra e Galles. Si festeggia il 19 ottobre.