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Come Madre Cabrini può aiutare gli operatori sanitari contro il Covid-19

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Philip Kosloski - pubblicato il 14/11/20
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Il suo esempio e la sua intercessione possono essere una forza importante per tutti coloro che sono in prima linea contro la pandemiaSanta Francesca Saverio Cabrini, nota affettuosamente come Madre Cabrini, è stata un pioniere nell’assistenza sanitaria negli Stati Uniti, fondando durante la sua breve vita ben 67 istituti tra scuole, orfanotrofi e ospedali e programmi per l’assistenza sociale.

San Giovanni Paolo II la descriveva come “armata di singolare audacia”, mai spaventata di fronte a gradi progetti o a difficoltà apparentemente insormontabili. Oltre a questo, la fede permeava tutte le sue attività missionarie.

Ciò era particolarmente vero nel caso degli ospedali, visto che credeva che la fede potesse avere un ruolo fondamentale nell’assistenza sanitaria, come sottolineato in un articolo del 1918 per la rivista Catholic World:

“Era evidente che gli ospedali offrivano la migliore possibilità di riportare indietro gli Italiani adulti che avevano abbandonato la loro fede e di influenzare profondamente coloro che non potevano essere portati in altro modo nella zona d’influenza cristiana. Dopo che un Italiano si era ritrovato affidato alle cure di quelle devote suore italiane, era davvero difficile per lui trascurare la sua religione come prima, e molte famiglie tornarono alla pratica devota della fede dopo che il padre aveva aperto gli occhi alle virtù pratiche della religione durante il suo ricovero in ospedale”.

Madre Cabrini credeva che aiutare i malati e servire i poveri fosse un metodo di evangelizzazione, che apriva le porte del cuore a Dio.

Di fronte a una crisi impossibile, inoltre, rimaneva salda nelle sue convinzioni e andava avanti senza indugio.



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Questa santa donna ha messo a servizio del suo zelo per la religione un buonsenso così spiccato, e un acume e un’efficienza tali da attirare l’ammirazione di tutti coloro con cui veniva a contatto, che riconoscevano quello che stava facendo di fronte alle difficoltà più impreviste.

Una delle sue espressioni preferite, che ripeteva spesso alle sue sorelle ma anche ai laici, era: “Tutto posso in Colui che mi dà forza”. La sua fiducia in Dio e la totale mancanza di senso di autosufficienza, come anche il fatto di confessare costantemente di non essere altro che una povera piccola suora, le facevano superare tutti gli ostacoli.

Al di sopra di tutto, non avrebbe potuto compiere tutti quei passi nell’assistenza sanitaria senza una vita fermamente radicata in Dio e nella preghiera, come ha scritto San Giovanni Paolo II in una lettera alle Missionarie del Sacro Cuore:

“La sua straordinaria attività – voi lo sapete – attingeva forza dalla preghiera e, soprattutto, dalle lunghe soste ai piedi del Tabernacolo. Cristo era per lei tutto. Sua costante preoccupazione era di leggerne la volontà nelle disposizioni del Magistero della Chiesa e negli stessi eventi della vita”.

Madre Cabrini è l’esempio perfetto per tutti gli operatori sanitari, e può anche aiutare chi è in prima linea con le sue preghiere. Sa esattamente cosa significhi servire i malati e i sofferenti, ed è un grande intercessore per tutti coloro che invocano il suo aiuto.



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