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Modello di santità nella vita da single, sposata, vedova e poi religiosa

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Larry Peterson - pubblicato il 19/11/20
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La venerabile María Luisa Josefa, esempio di disponibilità alla volontà di DioEra nata il 21 giugno 1866 a Jalisco, in Messico, e venne battezzata come María Luisa de la Pena y Navarro. Era la terza figlia dei genitori, ma la prima a sopravvivere all’infanzia. La sua nascita fu seguita da quella di altri 11 bambini. In quanto figlia maggiore, María Luisa sentiva la responsabilità di essere un esempio per i fratelli minori, cosa che faceva mostrando un carattere gentile nei confronti di tutti loro. Fin da molto presto sentì la chiamata alla vita religiosa.

La vocazione di María Luisa

La risposta alla chiamata di Dio avrebbe dovuto però essere rimandata. I genitori di María Luisa avevano progetti diversi per lei. Volevano che sposasse un importante medico della zona, di nome Pascual Rojas.

María Luisa acconsentì a fare quello che volevano sua madre e suo padre, e a 15 anni sposò Pascual, che aveva il doppio dei suoi anni. Rimasero felicemente sposati per 14 anni, e costruirono insieme un piccolo ospedale per servire i poveri e i più sfortunati. La struttura venne chiamata Ospedale del Sacro Cuore.

Poi, però, il dottor Rojas morì all’improvviso, e María Luisa rimase vedova ad appena 29 anni. La coppia non aveva avuto figli, e per gli otto anni successivi lei rimase single. Entrò poi tra le Carmelitane Claustrali, e si immerse nella profonfa spiritualità del Carmelo.

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Dopo soli sette mesi, l’arcivescovo Francisco Jiminez chiese a suor María di tornare all’ospedale c che aveva avviato insieme al marito. Voleva che mettesse in pratica le sue capacità amministrative, visto che la struttura stava cadendo nel caos. María non solo rimise a posto la situazione, ma aprì anche una scuola e un orfanotrofio. La santità che mostrava attirò sempre più ragazze che volevano unirsi al suo ministero.

L’arcivescovo chiese poi aiuto a María perché voleva che si unisse a un altro ordine, le Suore Serve del Santissimo Sacramento. Sempre obbediente, la religiosa fece ciò che le veniva chiesto. Rimase con le suore per quattro anni, finché l’arcivescovo non si rivolse nuovamente a lei perché aveva bisogno del suo aiuto nella gestione dell’ospedale e dell’orfanotrofio. Il presule le disse poi che voleva che fondasse una nuova congregazione che si identificasse con il lavoro svolto da lei e da quante la seguivano. Suor María fondò le Suore Carmelitane del Sacro Cuore. Era il 2 febbraio 1921.

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La Guerra Cristera

Nel 1926 iniziò in Messico la Guerra Cristera. Sotto il Presidente secolarista Plutarco Calles, sacerdoti, suore e innumerevoli cattolici vennero perseguitati, e molti di loro furono torturati e uccisi. Il 24 giugno 1927, suor María e due delle sue consorelle, camuffate da senzatetto, fuggirono a Los Angeles cercando rifugio.

Non sapendo cosa fare o da dove partire, suor María mise tutto nelle mani di Dio. Il giorno della festa del Sacro Cuore di Gesù vennero accolte dall’arcivescovo di Los Angeles, John Cantwell, che le alloggiò dalle Suore del Cuore Immacolato di Maria, dove rimasero fino al 3 agosto 1927, spostandosi poi a Long Beach, nella parrocchia dei Santi Innocenti. Il parroco, padre Francis Ott, le accolse con calore. Iniziò così la fondazione per istituire le Suore Carmelitane del Santissimo Cuore di Los Angeles, una congregazione sorella dell’ordine messicano.

Dopo due anni negli Stati Uniti, suor María Luisa – nota affettuosamente nel suo ordine come Madre Luisita – tornò a Guadalajara, riprendendo il suo lavoro instancabile di aiuto ai poveri. Morì l’11 febbraio 1937. Prima di perdere conoscenza, benedisse la congregazione riunita intorno al suo capezzale. La benedizione del Santissimo Sacramento terminò solo qualche istante prima che esalasse l’ultimo respiro.

Il 1° luglio 2000, Papa San Giovanni Paolo II ha dichiarato Madre María Luisa Josefa donna dalle virtù eroiche, e poi le ha concesso il titolo di venerabile. La sua festa è l’11 febbraio.

Venerabile María Luisa, prega per noi!

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