Con formazione e sicurezza informatica riuscire a fare di Internet un alleato per l’educazione e la vita familiareRobin Mata ed Estela Santillana hanno fondato e dirigono GuardiaNet, un’iniziativa che ha ormai 12 anni di esperienza. Questa coppia messicana offre formazione in tema di sicurezza su Internet ai genitori, ma anche a bambini e adolescenti nelle scuole.
A loro avviso, “per cambiare il mondo” bisogna proteggersi dai pericoli dell’uso sbagliato della tecnologia. Offrono anche a chi è già caduto nelle grinfie della pornografia online strumenti concreti e un accompagnamento che lo aiuterà a liberarsi da questa schiavitù.
Robin Mata ha concesso un’intervista ad Aleteia.
Robin, grazie per questa intervista. Puoi dirci il tuo nome completo, di dove sei e dove vivi attualmente?
Mi chiamo Robin Mata Flores. Sono nato nella città di Córdoba, Veracruz, ma sono cresciuto in un paesino, un paradiso terrestre che si chiama Potrero, Veracruz. La vita mi ha portato a vivere ora a Puebla.
Il potere della tecnologia
Quali sono i talenti che Dio ti ha dato? Cosa hai studiato? Quali sono la tua professione e la tua passione?
Ho avuto la benedizione di trovare una strada che mi ha affascinato, l’informatica, molti anni fa, al Tecnológico di Orizaba. Stavano uscendo i primi computer, e un’estate ho finito per seguire un corso che mi è piaciuto moltissimo. Mi sono reso conto del potere creatore che sta dietro un computer: poterlo programmare, dargli delle indicazioni perché faccia ciò che vuoi.
Quando iniziavo a insegnare dicevo ai miei alunni che la programmazione è come un artista con la sua tela, come un pittore con una tela bianca; si possono fare meraviglie o cose creative con il potere della tecnologia.
Dopo aver studiato Informatica ho studiato Filosofia per una questione personale, un interesse per la vita religiosa, ma mi sono reso conto che ero chiamato al matrimonio, e quindi ho iniziato a lavorare, e questo mi ha poi portato a seguire un corso post-lauream negli Stati Uniti.
GuardiaNet
Sono riuscito ad andarci grazie al prestito di mio fratello per pagarmi il biglietto aereo, e la mamma di un amico mi ha accolto in casa sua per un paio di settimane. Mi ha messo a fare le pulizie in casa, lavando i vestiti e pulendo i bagni, e quindi sono diventato un professionista della pulizia!
Poi mi sono reso indipendente, pulendo case per conto mio. Ho conosciuto un amico che non parlava spagnolo, e questo è stato ottimo perché ha costretto a parlare in inglese. In quel periodo ho trovato un’università nel Minnesota che mi ha offerto una borsa di studio per un post-lauream in amministrazione d’impresa. Al termine ho ottenuto un permesso per lavorare e sono stato assunto in un’impresa che sviluppava software, nella quale sono rimasto per tre anni.
Nel frattempo mi sono sposato e sono successe altre cose splendide, come la nascita della mia prima figlia. Un bel giorno abbiamo deciso di tornare in Messico. Siamo tornati nel 2000, e poi ho conseguito un dottorato in Direzione di Tecnologia dell’Informazione. Da tutto questo è nata l’idea della nostra impresa di sicurezza su Internet: GuardiaNet.
“La invito a cambiare il mondo con me”
Entriamo nel tema della sicurezza su Internet. Cos’è GuardiaNet? Come nasce? Qual è la sua missione?
GuardiaNet esiste per rendere Internet un alleato nella vita familiare, e nasce per necessità.
Quando stavo cercando un tema per la tesi di dottorato, ho assistito a un congresso sulla sicurezza in Internet presso la UNAM, a Città del Messico. Una signora, un’innovatrice, più che pronunciare una conferenza ha offerto una testimonianza di un libro che aveva scritto sulla sicurezza in Internet, quando c’erano ben pochi che scrivevano su questo tema.
Dopo aver letto il libro, una sua amica le ha chiesto di aiutarla a eliminare un sito da Internet. Le ha inviato il link, ed era un sito pederasta in cui si vedeva un tipo che abusava di una bambina. L’ha colpita così tanto che ha deciso di lasciare la sua professione e di fondare un’iniziativa per aiutare le persone e le famiglie ad essere più sicure su Internet.
Quando ha concluso la sua testimonianza ero pietrificato dall’emozione. Ho preso il microfono e le ho detto: “Innanzitutto complimenti, perché persone come lei cambiano il mondo”. Lei ha preso il microfono e mi ha detto: “La invito a cambiare il mondo con me”.
Cosa potevo fare
Quella frase mi si è incisa nel cuore e nella mente, e allora mi sono messo a pensare a cosa potevo fare per cambiare il mondo. Ho fatto un inventario dei miei talenti: “Sono un informatico; ho facilità a parlare; ho un dottorato, e so come proteggere le famiglie. E mia moglie ha il dono di farsi ascoltare, di offrire conferenze e di entrare in contatto con i giovani. Credo che possiamo fare qualcosa”.
Così è nata l’iniziativa di “GuardiaNet: Seguridad en Internet” (GuardiaNet: Sicurezza in Internet).
Cos’è allora GuardiaNet? Un software, una app, un’istituzione, una scuola?
È un’iniziativa per proteggere la famiglia e per fare di Internet un alleato. Molti mi dicono: “Ha il nome di un software, di una soluzione”. In realtà è una soluzione, ma non solo tecnologica. Piuttosto, è un accompagnamento che vogliamo dare alle famiglie.
GuardiaNet nasce per poter dare al padre di famiglia, alla madre di famiglia, ai nonni e al giovane che aspira a mantenersi virtuoso nel mondo digitale gli strumenti sia tecnologici che emotivi e culturali per andare avanti in quest’era digitale.
E rispondiamo a tre domande:
- Come fare di Internet un alleato nella vita familiare?
- Come possono genitori e insegnanti collaborare a questo scopo?
- Come vivere una sessualità sana nel mondo di oggi?
Sessualità e tecnologia
Potrai dirmi: “Cos’ha a che vedere la sessualità sana con la tecnologia?”, e io ti rispondo “30 anni fa forse non molto, ma oggi moltissimo”, perché i casi di perversione sessuale che abbiamo visto sono stati purtroppo acuiti dall’uso sbagliato della tecnologia.
Allo stesso tempo, contenuti sani e virtuosi sulla concezione dell’uomo, la sua sessualità e la sua missione sulla Terra possono arrivare in modo molto efficiente attraverso Internet, ed è questo che vogliamo fare.
Sappiamo che Internet ha aiutato molto l’umanità. Possiamo provarlo, ad esempio, con quest’ultima pandemia, considerando tutti i benefici apportati da Internet e dalle reti sociali. Tu, come guardiano su Internet, come un poliziotto o un angelo, insieme a tua moglie, cosa hai scoperto? Quali cose oscure ci sono su Internet?
Ci sono cose terribili, che non vale nemmeno la pena di menzionare in questa sede. Perversioni di ogni tipo. Ci sono tratta di persone e storie orribili, che iniziano perché un genitore benintenzionato regala al figlio un telefono cellulare.
Abbiamo innumerevoli casi di bravi ragazzi che alla fine della conferenza ci si avvicinano e ci dicono “Sono dipendente dalla masturbazione e dalla pornografia”, e quando chiediamo loro come sia cominciato tutto dicono “Mio padre mi ha comprato un cellulare”.
Porcellini d’India incollati a uno schermo
Quello che abbiamo trovato è questo, ma la cosa più grave è che il problema non è il ragazzo, la vicina, il vicino, tuo nipote o il mio, i tuoi figli o i miei. Il problema davvero terribile è che noi come umanità siamo come porcellini d’India.
Siamo dentro un esperimento, e quale? Dotare ogni essere umano di un dispositivo elettronico che possiede un processore con lo stesso potere di computo che è arrivato ad avere l’Apollo nello spazio.
E questo processore può processare l’informazione che può distorcere la realtà al punto da intrappolarti, facendo sì che tu sia costretto a guardare lo schermo come uno zombie per la maggior parte del tempo, assimilando contenuti al punto da credere che visto che sono sullo schermo siano reali. Questo distorce il tessuto sociale.
Ricordi quando si poteva fumare nei ristoranti? Tu ed io abbiamo un’età sufficiente per ricordarlo, ma c’è chi non ricorda assolutamente niente di quel mondo. C’è non ricorda di essere salito su una macchina senza cintura di sicurezza, perché oggi è impensabile. La scienza si è resa conto degli effetti del tabacco e delle macchine senza cintura di sicurezza, ma ci è voluto del tempo.
Effetto devastante
Noi, come comunità, non conosciamo ancora l’effetto devastante che rappresenterà il fatto di crescere fin da piccoli con questa tecnologia, e lo scopriremo. Nel frattempo, abbiamo genitori che lo stanno imparando con esperienze molto negative, ed è in questo campo che vuole aiutare GuardiaNet.
Com’è stata la tua esperienza personale, con i tuoi figli, di fronte a queste problematiche?
È stata come quella di qualsiasi padre, ma una cosa in cui sono stato particolarmente benedetto è stato il fatto di aver conosciuto presto la problematica. Stando negli Stati Uniti ci siamo accorti del pericolo che si avvicinava, e quando siamo tornati e abbiamo visto giungere la tempesta ci siamo preparati.
I miei figli sono 4 maschi e 2 femmine. I maschi hanno tra gli 11 e i 20 anni. Come lo abbiamo vissuto in casa? Come tutte le famiglie. Abbiamo imparato a furia di colpi. Abbiamo lasciato le redini. Ci siamo resi conto che abbiamo esagerato, che non avremmo dovuto farlo. Abbiamo commesso degli errori, e fatto bene alcune cose.
Quello che posso dirti è che i miei figli, poveretti, hanno provato tutti i filtri di contenuti possibili e immaginabili. Ho imparato a mettere filtri ai laptop e ai pc dei miei figli nel corso degli anni. In questo senso sono stati molto protetti, ma non esenti dal fatto di vedere contenuti inadeguati, come accade nella stragrande maggioranza delle famiglie.
Filtrare contenuti
È stato un processo di apprendimento. Abbiamo cercato di passare – ed è l’invito che rivolgiamo a tutti – dall’essere genitori preoccupati a genitori occupati a risolvere la situazione e ad apportare il proprio granello di sabbia. Diceva Madre Teresa, “Uno a uno”.
Oggi ti dico: “Vuoi cambiare il mondo? Metti un filtro di contenuti in casa; elimina i contenuti sbagliati che possono arrivare, spegni il cellulare e passa un po’ di tempo con tuo figlio”.
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Robin, qual è il filtro migliore, il software migliore o la app migliore per proteggere i figli dalla pederastia, dalla pornografia?
Il miglior “software”, la migliore “applicazione”, ce l’hai sotto la camicia, nel lato sinistro del petto. E l’altro è qui, nella testa. Perché? Perché il rischio maggiore non è non sapere quale sia l’ultima applicazione commerciale per attivarla sul cellulare, ma il fatto di avere un’ignoranza colpevole. Nella Chiesa li chiamiamo “peccati di omissione”.
Il peccato di omissione è non aver fatto il bene che si poteva fare
Il peccato di omissione è che potendo fare il bene non l’ho fatto. Per qualsiasi ragione. Ero molto occupato a guardare Facebook, stavo evangelizzando il mondo, impartendo laboratori di sicurezza, ecc., e ho trascurato mio figlio e non mi sono seduto a vedere quello a cui era esposto, e non mi sono educato per capire come risolvere la situazione.
La cosa migliore è questa: evitare l’ignoranza sulla situazione, ed educare con l’esempio. Nei miei laboratori dico “Vorrei venderti un filtro che una volta installato ti assicurasse che tuo figlio non vedrà mai, ad esempio, contenuti pornografici, ma non c’è. Tuo figlio e il mio li troveranno”. Questa è la cattiva notizia.
La domanda, allora, non è “Li vedrà o non li vedrà?”, ma “Quando li vedrà, avrà nella mente e nel cuore il contesto per interpretare in modo adeguato quello che sta vedendo? Sa che non è un abbraccio di vita, una donazione sponsale, né un amore che lo renderà felice e che potrà mantenere per il resto della vita? È consapevole che si tratta di una bugia, di una burla, e che è un’industria che lo vuole intrappolare e strappare denaro a lui, ai suoi figli e ai figli dei suoi figli?
Il fatto che il figlio abbia in mente il contesto reale è una cosa che noi genitori possiamo fare ancor prima di installare un’applicazione sul suo telefono.
Comunicazione
L’amore e la comunicazione familiare sono un buon “software”?
Assolutamente sì. E lo dico nelle mie conferenze: “Voi e noi lasciamo navigare i nostri figli su Internet. Immaginate di essere sulla spiaggia di notte e che vostro figlio prenda la barca senza permesso, si getti tra le onde e inizi a navigare. È felice, pieno di adrenalina. L’onda sale e scende, e lui è molto entusiasta. E continua a navigare e ad allontanarsi. Cade, si bagna, forse ci sono animali pericolosi. Si è allontanato da voi e sta navigando a sue spese, nel bene e nel male.
Arriverà il momento in cui vostro figlio tornerà a guardare la spiaggia e dirà: ‘Credo che sia ora di tornare’. Il dramma è se tornando non vede il faro di luce che gli indica il cammino del ritorno. Quel faro che lo guida siete voi come genitori.
E l’unico modo di essere quel faro è stare continuamente con lui, perché sappia di essere amato qualunque cosa sia accada, qualunque cosa veda. Perché sappia che il padre e la madre lo amano e lo aspettano sulla spiaggia quando vuole tornare, e che abbia un punto a cui tornare”. Questa è la nostra missione.
La vita familiare con gli schermi
C’è una polemica su quale sia l’età ideale per dare un cellulare a bambini o adolescenti. Qual è la tua opinione? E qual è l’età adeguata per avere un tablet, visto che ora vediamo bambini di neanche un anno che vengono già intrattenuti con il tablet?
Ci sono molti studi scientifici al riguardo, e potrei raccontarti molti esempi di quello che diciamo nei nostri laboratori, ma ne racconto solo uno.
Negli Stati Uniti c’è stata una parte del Paese che non aveva il segnale del cellulare e ha installato gradualmente antenne o ripetitori. A un ricercatore è venuto in mente di chiamare ogni pronto soccorso e registrare se c’era una correlazione tra il momento in cui entrava un segnale di cellulare in un’area e l’ingresso dei bambini con meno 5 anni al pronto soccorso per incidenti domestici.
In effetti si è scoperto che c’è. Perché? Perché la mamma ha smesso di essere totalmente attenta al bambino. Ha iniziato a distrarsi col cellulare e ha iniziato a trascurarlo, il che ha fatto sì che cadesse, si bruciasse, ecc..
Genitori responsabili
Questo esempio, che è del tutto reale, si può applicare a quegli sviluppi, facoltà o competenze che il minore dovrebbe acquisire per la convivenza con la mamma e il papà, perché è verificato che è così che i bambini imparano.
Quello che accade quando il bambino smette di avere un’interazione con i genitori perché questi sono occupati con il cellulare, o perché la mamma dà al bambino uno schermo, è che il piccolo inizia a crescere in svantaggio, e la maturità non si verifica al ritmo giusto.
Mi chiedi a quale età. Ti dico che nel XXI secolo dipende molto dalle circostanze della famiglia, dal fatto che i genitori stiano o meno insieme, se sono separati, se il minore ha fratelli o no… C’è un’infinità di fattori che influisce.
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A quale età?
Come regola generale, per te che leggi, se hai la benedizione di avere il tuo coniuge e di vivere e lottare insieme per la vita, quello che per me ha funzionato con i miei figli è:
“Il primo cellulare lo avrai quando potrai pagartelo. Ciò vuol dire che lo acquisirai col tuo lavoro, e che lo manterrai. E questo spero che lo otterrai al primo anno delle superiori, perché avrai l’età sufficiente per lavare macchine, vendere biscotti, fare dolcetti… Quello che devi fare per avere delle entrate e poterti pagare un cellulare”.
Se vi sembra complicato faccio un altro esempio. Chiedetevi a che età permettereste a vostro figlio o vostra figlia di entrare nel centro commerciale più vicino da solo/a. Andare lì, lasciarlo/a per poi andare a riprenderlo. A 8 anni, 9, 12?
A quale età vostro figlio o vostra figlia è pronto per essere lasciato in un luogo pieno di estranei e perché questi possano interagire con lui o con lei e lui o lei abbia il criterio necessario per decidere “Credo a questa persona”, o al contrario “Non continuerò a parlare con questa persona”?
Questo può darvi un suggerimento per applicare questa analogia al mondo reale e decidere a che età dovete dargli/le un cellulare.
I pericoli di Internet
Molti genitori non lo capiscono, o credono che questi pericoli siano solo menzogne. Lo stiamo vedendo ora con la storia della pandemia, perché c’è gente che non crede al virus per questa o quella ragione. E allora molti dicono “Che c’è di male a dare un cellulare a mio figlio, anche se Robin mi dice che è pericoloso? Non lo capisco!” Quali sono i pericoli insiti nel fatto di lasciare a un bambino o a un adolescente un cellulare?
I pericoli non li sottolineo io, ma l’Associazione Statunitense di Psicologia. Nel 2018 più di 500 psicologi degli Stati Uniti hanno scritto una lettera alla Apple e a Google dicendo che le loro applicazioni stavano provocando effetti indesiderati tra bambini e giovani.
È verificato che il bambino che ha un cellulare senza alcun controllo e senza limiti trascorre più tempo davanti allo schermo, il che vuol dire che c’è un costo di opportunità. Ogni giorno arrivano più giovani adulti dagli psichiatri dicendo: “Avrei potuto suonare il pianoforte; avrei potuto suonare la chitarra; avrei potuto parlare tedesco; avrei potuto seguire un corso post-lauream; e non l’ho fatto, perché ho trascorso ore e ore della mia giovinezza con i videogiochi”. C’è un costo! Questi apparecchi ci rubano il tempo.
I pericoli del cellulare
Gli psicologi dicono anche che ai bambini, e soprattutto ai giovani e agli adolescenti, il fatto di avere un cellulare sta provocando una maggiore possibilità di pressione, perché dando loro un cellulare si sta offrendo un accesso illimitato alle reti sociali, e queste scatenano una serie di paragoni. Volete vedere quanto è meravigliosa la vita del vicino e quando è triste e drammatica la vostra? Entrate sulle reti sociali.
Il bambino, l’adolescente o il giovane si paragona automaticamente, e questo provoca una dipendenza, perché a livello biologico è verificato che abbiamo la dopamina che si genera a ogni “Mi piace” che riceviamo, e con ogni commento, e questo ci fa tornare continuamente allo schermo, con conseguente perdita di tempo e conseguente e costante paragone con l’altro, perché l’opinione altrui mi provoca tristezza o malessere, e mi rende vulnerabile all’opinione altrui.
E se volete una terza ragione, è anche verificato che questo apparecchio, il cellulare, finisce per educare i nostri figli nei criteri più importanti della vita – cos’è bello, cos’è buono, cos’è vero.
La cruda realtà
Qualche mese fa, in un luogo degli Stati Uniti in cui i fidanzati parcheggiano la macchina e guardano il tramonto, una coppia di adulti ha notato che nella macchina a fianco alla loro un ragazzo stava asfissiando la ragazza.
L’uomo ha aperto la macchina, ha tirato fuori la ragazza, ha colpito il ragazzo e ha chiamato la polizia, che è arrivata, ha arrestato il giovane e gli ha chiesto perché stava strangolando la ragazza. Ha risposto: “Si suppone che le dovrebbe piacere”.
E quel ragazzo, di 17 o 18 anni, da dove ha preso l’idea che il modo di amare la sua ragazza era asfissiarla, strangolarla?
Evidentemente da contenuti pornografici. Ho posto questo esempio perché lasciando le redini permettendo un accesso illimitato e senza controlli a un cellulare o a un tablet, a contenuti senza filtro su Internet, stiamo esponendo i giovani a tutti questi rischi.
Prendere misure
Ed è qui che, come genitori di questo secolo, abbiamo una missione che i nostri genitori e i nostri nonni non avevano, perché non hanno affrontato la sfida della tecnologia onnipresente nelle tasche di tutti.
Cosa ha organizzato finora GuardiaNet? E cosa sta facendo?
Portiamo avanti questo progetto da 12 anni, e abbiamo visto l’evoluzione da quando arrivavamo in una scuola e parlavamo con il preside per offrire una conferenza sul tema della pornografia online e questi rispondeva “No, qui non abbiamo questo problema!”. Oggi se vai in una scuola e dici questo la risposta è: “È tardi; avremmo dovuto parlarne prima”.
Avremmo dovuto parlarne prima
Oggi ci sono casi piuttosto tristi di bambini di terza o quarta elementare che confessano alle madri che guardano contenuti di questo tipo e che grazie al fatto che una persona di GuardiaNet è andata nella loro scuola e ha detto che se guardavano quei contenuti avrebbero potuto distruggere la loro vita il bambino trovano il coraggio di parlare con la mamma. E quando ascoltiamo storie di questo tipo ci esortano ad andare avanti.
Cosa abbiamo fatto concretamente in questi 12 anni? Abbiamo avuto la fortuna di apparire in programmi radiofonici e televisivi; siamo andati negli Stati Uniti a parlare con le famiglie che fanno homeschooling, invitati da una diocesi del Minnesota.
Ultimamente ci siamo resi conto del fatto che è importante promuovere la cultura e assistere persone di ogni età. Per questo abbiamo progettato soluzioni per genitori e soluzioni per i figli.
Per i genitori abbiamo due laboratori online. Il primo di loro si intitola “Familia y tecnología: ser padres en el siglo XXI” (Famiglia e tecnologia: essere genitori nel XXI secolo), e spieghiamo dettagliatamente tutti i rischi e tutte le soluzioni, che non sono solo tecnologiche, ma anche di buone pratiche, di buone abitudini in famiglia.
Laboratori on-line
L’altro laboratorio per genitori si intitola “Porno en internet: la droga del siglo XXI, cómo superarla” (Porno su Internet: la droga del XXI secolo, e come superarla). E lì vediamo la pandemia della pornografia, e che si tratta di un’industria; vediamo testimonianze di attrici che ne sono uscite e soluzioni concrete e specifiche per prevenire l’ipotesi che la propria famiglia sia vittima di questa pandemia terribile. È per i genitori, ed è totalmente online.
Per i bambini e i giovani abbiamo corsi per elementari, medie e licei.
Organizziamo laboratori adatti alle varie età. Offriamo tre sessioni impartite da un coetaneo o da una persona di un’età vicina, un giovane tra i 17 e i 19 anni che parla, consiglia e dà tutti i criteri per essere bravi cittadini digitali, su come non essere vulnerabili in rete e cosa fare quando sullo schermo appare un’immagine inadeguata. Il tutto nel contesto e in base all’età.
E dopo il laboratorio, con il quale si ottiene un attesta, invitiamo a far parte del club GuardiaNet Kids, costituito da una sessione mensile in cui offriamo accompagnamento e poniamo sfide. Include anche i genitori, di modo che genitori e figli lavorino per trasformare le abitudini familiari per far sì che la tecnologia sia un alleato e non un nemico.
Uscire dalla pornografia
Che messaggio vuoi trasmettere a tutti quei giovani e genitori schiavi della pornografia che hanno provato di tutto e non sono ancora riusciti a uscire da questo problema?
La parola è “Coraggio! Non sei il primo né l’unico a trovarti in questa situazione. E fortunatamente, com’è facile accedere a questi contenuti tanto deplorevoli, ci sono anche molti strumenti da utilizzare. Nessuno ne esce da solo”.
Ciò che è verificato dagli esperti è che nessuno ne esce da solo. Nessuno! Abbiamo bisogno di compagnia, di un amico, di un confidente, di qualcuno a cui si possa dire: “Mi sento tentato, sono triste, al punto da vedere questo”, sentendosi rispondere “Per vederlo, visto che abbiamo installato un filtro, un software, ti verrà richiesta una chiave, e quella ce l’ho io, che sono tuo amico. Per questo, prima di guardare quel sito mi devi spiegare perché vuoi vederlo. È meglio chiacchierare, uscire, andare a correre”.
Lottare contro le cattive abitudini
Questa è una risorsa. Un’altra è riconoscerci, conoscere il nemico. Qual è la tua percentuale di tempo, l’abitudine che hai? Abbiamo tutti dei settori vulnerabili. Consumare pornografia, consumare videogiochi in modo estremo o qualsiasi altro contenuto che ti distragga dalle persone che ami davvero richiede tempo.
E allora guarda la tua agenda, guarda il tuo orario e vedi quali sono il tempo e l’ora concreta. La sera, quando torni a casa? Lo fai all’alba? Forse in certe ore del tuo lavoro? Riconoscilo e cambia abitudine. E se il tuo cellulare dorme ancora in stanza con te tiralo via da lì! Magari dici “Il cellulare è la mia sveglia!”
Ora ti dico: “Corri al supermercato e comprati una sveglia. E lascia il cellulare in cucina. Perché? Perché è verificato che se tieni il cellulare in stanza è più facile che ti distragga dalla comunicazione con il tuo coniuge, o che resti fino a notte fonda guardando le reti sociali, il che influisce sulla vista e anche sulla melatonina, che è l’ormone del sonno, per cui il sonno ti passa e il giorno dopo sei più stanco”.
Nessuno ne esce da solo
Riassumendo, coraggio, se ne può uscire! Ci sono molte risorse per farlo, e tecnologicamente parlando ci sono configurazioni molto semplici che si possono applicare al cellulare perché il contenuto inadeguato non appaia di colpo, ma sia un po’ più difficile. E per far sì che quei due, tre o quattro passi extra che si devono compiere aiutino a riflettere se vedere quel contenuto nei 20, 30, 60 o 80 minuti successivi è il modo che si desidera per costruirsi come la persona che si vuole essere.
Dopo averti ascoltato, Robin, sono convinto che molte famiglie – tutte! – dovrebbero scommettere sul fatto di formarsi per avere maggiore sicurezza su Internet.
Il messaggio è “Insieme possiamo uscirne”. Questa frase che abbiamo ascoltato nella pandemia si applica anche alla valanga di tecnologia che a volte ci trascina come famiglia e ci allontana come la marea dal luogo in cui vorremmo stare. Se ne può uscire! Cosa dobbiamo fare? Educarci, agire e fare squadra. E per questo serve solo una cosa: la volontà. Tutti gli altri mezzi sono alla portata di un clic.