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I problemi vi fanno distogliere lo sguardo?

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Kathleen Hattrup - pubblicato il 23/11/20
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Papa Francesco avverte che il nostro giudizio non riguarderà come ci fanno sentire i problemiNella festa di Cristo Re, il 22 novembre, ultima Domenica dell’anno liturgico in cui la liturgia si concentra sull’Omega, ovvero sull’obiettivo finale, Papa Francesco ha avvertito che “saremo giudicati sull’amore. Il giudizio sarà sull’amore. Non sul sentimento, no”.

Il Pontefice si è opposto alla tendenza di girarsi dall’altra parte quando vediamo un problema, o di avvicinarci attirati dal fatto che il “problema” ha bisogno di una soluzione.

“Saremo giudicati sulle opere, sulla compassione che si fa vicinanza e aiuto premuroso. Io mi avvicino a Gesù presente nella persona dei malati, dei poveri, dei sofferenti, dei carcerati, di coloro che hanno fame e sete di giustizia? Mi avvicino a Gesù presente lì? Questa è la domanda di oggi”.

Il Papa ha notato come Gesù nella parabola del buon pastore si metta nella posizione non solo del pastore, ma anche della pecora: “E ci chiederà: ‘Sei stato un po’ pastore come me?’. ‘Sei stato pastore di me che ero presente in questa gente che era nel bisogno, o sei stato indifferente?’”

“Guardiamoci dalla logica dell’indifferenza”, ha esortato, ricordando che nella parabola del Buon Samaritano vediamo personaggi che uno dopo l’altro hanno guardato dall’altra parte.

“Io, davanti ai miei fratelli e sorelle nel bisogno, sono indifferente come questo sacerdote, come questo levita, e guardo da un’altra parte? Sarò giudicato su questo: su come mi sono avvicinato, di come ho guardato Gesù presente nei bisognosi. Questa è la logica, e non lo dico io, lo dice Gesù: ‘Quello che avete fatto a questo, a questo, a questo, lo avete fatto a me. E quello che non avete fatto a questo, a questo, a questo, non lo avete fatto a me, perché io ero lì’. Che Gesù ci insegni questa logica, questa logica della prossimità, dell’avvicinarsi a Lui, con amore, nella persona dei più sofferenti”.

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