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Street art in chiesa? Scoprite questi affreschi monumentali!

fresque de Amaury Dubois
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Caroline Becker - pubblicato il 24/11/20
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È un caso unico in Francia. L’artista contemporaneo Amaury Dubois ha immaginato un affresco monumentale per la chiesa di Sainte Madeleine dde Châtelaillon-Plage, nei pressi de La Rochelle (Charente-Maritime). In due mesi soltanto, ha realizzato un’opera di 600 mq dalle forme spiccatamente contemporanee. A dimostrazione del fatto che i santuari continuano ancora oggi a ispirare gli artisti.È con molta fierezza e un pizzico di emozione che Amaury Dubois ci ha raccontato la storia straordinaria che l’ha portato a realizzare un affresco monumentale per la chiesa di Sainte-Madeleine de Châlaillon-Plage in Charente-Maritime.

L’artista di Lille, che si fa notare tra i più importanti prestatori di servizi in ambienti ecclesiastici – come Picasso, Matisse o ancora Okuda – si rende conto di aver avuto una grazia a poter lavorare in un santuario: «Una chiesa non è solo un edificio, è anche una comunità di credenti». Un elemento essenziale che l’ha sostenuto in tutto il suo iter creativo.

La sua storia comincia nell’autunno del 2019. Il sindaco di Châlaillon-Plage, cittadina sulle rive dell’oceano, desidera commissionare una decorazione monumentale per la chiesa di Sainte-Madeleine, costruita nel XIX secolo. Il suo obiettivo? Offrire a quella chiesa dalle pareti bianche un’opera contemporanea ricca di senso. Dopo diverse settimane di ricerca, la municipalità scopre il lavoro di Amaury Dubois e resta avvinta dal fascino dei suoi colori luminosi. L’artista, sensibile all’arte cristiana, accetta la sfida ma non senza timori.

Non è mai facile introdurre l’arte contemporanea nelle chiese. Temevo molto i riscontri dei fedeli, temevo che si sentissero destabilizzati.

fresque de Amaury Dubois

© Amaury Dubois

 

Malgrado i dubbi, Amaury accetta. Armato di pennelli e immaginazione, lascia Lille e giunge coi suoi bagagli a Châtelaillon-Plage, si reca in chiesa – perché è lì che cerca l’ispirazione. Appena entrato, allora, scopre quest’immensa volta e un’idea germoglia nel suo spirito. «Volevo un’opera molto visuale, che parlasse a tutti: luminosa e colorata». Si orienta allora verso un’iconografia astratta, pronta a offrire al fedele una vera esperienza di trascendenza. «L’importante è che i fedeli possano sentire la luce, la vita, la presenza di Dio». Una presenza che, secondo lui, non passa necessariamente da un’iconografia figurativa.



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Partendo dal presbiterio, il luogo più santo dell’edificio, lì dove si annuncia la Parola e si celebra l’Eucaristia, Amaury ha immaginato un pozzo di luce donde sgorgano lunghe curve colorate.

La luce è conoscenza, è la Parola di Dio che si diffonde. Essa parte dunque dal presbiterio e va a diffondersi sui fedeli per illuminarli.

Un’introduzione alla fede simboleggiato dai colori vivi che guizzano nella navata.

fresque de Amaury Dubois

© Amaury Dubois

«La Parola di Dio è pure quella che respinge le tenebre», aggiunge l’artista. All’altro capo della navata, per contrasto, si sviluppano colori più freddi, simbolo del mondo profano in cui il divino entra per salvarlo. Al centro, una grande notte stellata viene pervasa dalle curve sgargianti della Parola di Dio:

Il fedele che entra in chiesa – precisa l’artista – è invitato a camminare verso la luce. Perché il giorno si riveli, però, bisogna aver attraversato la notte, donde la presenza di questa grande volta stellata.

Se il fedele guarda bene, potrà vedere squame di pesce incrostate nelle striature bianche. Sensibile alla semiotica cristiana, Amaury ha naturalmente scelto il pesce, simbolo utilizzato dai cristiani dei primi secoli.

Era un segno di riconoscimento per i cristiani. Attorno a questo simbolo si forma la Chiesa. Non c’è bisogno di avere un luogo appropriato: volevo così richiamare che la Chiesa è anzitutto la comunità, e che questa può formarsi dappertutto, anche nascosta nelle viscere delle catacombe.

fresque de Amaury Dubois

© Amaury Dubois

Se molti vedono in queste grandi masse di colore un riferimento alla street art, l’artista precisa:

Effettivamente ho fatto un po’ di street art, in vita mia, ma non ho voluto imporre qui quello stile: se le forme e i colori vi fanno riferimento, è mio malgrado perché io ho sempre dipinto così.



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Per realizzare questo gigantesco affresco, Amaury Dubois è rimasto due mesi nella cittadina balneare: un’esecuzione rapida che si spiega col suo metodo e con la sua immersione totale nel progetto:

Ho lavorato sei giorni su sette per due mesi, quasi senza riposarmi.

Armato di pennelli, colori e di qualche panino, è rimasto per centinaia di ore sul suo catafalco. «Ne sono uscito spossato», confessa. Perché il pittore, assai meticoloso, non ha voluto neppure aiuti: ha dipinto completamente da solo questi 600 mq.

Sentivo forte la pressione, volevo che tutto fosse perfetto, come l’avevo immaginato, ma farmi aiutare non era pensabile. Quando si arriva a quel livello di sfinimento è la forza dello spirito che ci sostiene.

fresque de Amaury Dubois

© Amaury Dubois

Una volta dato l’ultimo colpo di pennello, l’artista tira un respiro – ma sa che non è ancora finita. A quel punto sarebbe arrivato l’esame dei fedeli: l’inaugurazione avrebbe dovuto aver luogo a Pasqua, ma è stata rimandata a ottobre scorso per via del Covid-19. Con suo grande sollievo, i giudizi sono stati molto positivi:

Certamente ci sono alcuni che recalcitrano, ma ho ricevuto numerosi messaggi molto toccanti di persone che hanno sempre conosciuto questa chiesa, che ci si sono sposate dentro e che mi hanno ringraziato di averle restituito vita.

fresque de Amaury Dubois

© Amaury Dubois

Forte di questa esperienza, Amaury Dubois è pronto a tentare di nuovo l’esperienza dell’arte sacra:

Lavorare per degli edifici religiosi è un’esperienza molto forte. C’è una presenza che bisogna prendere in considerazione. Lo rifarei con piacere.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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