Aveva messo gli occhi su quell’immagine da quando era entrata in parrocchia. Rapita dalla sua bellezza, sentiva la necessità di abbracciarla come una figlia abbraccia la MadreHa 11 anni, è magra e con il volto angelico. Bella ed elegante fuori, e con una bellezza profonda dentro. Sofía è la prima di tre sorelle. Vive in un quartiere alla periferia di Madrid (Spagna), frequenta una scuola religiosa e ogni domenica va a Messa con la famiglia.
Allegra e divertente, ama lo sport ed è una buona amica, in grado di trovare un equilibrio tra la fretta di fare tante cose e la calma necessaria per tirar fuori il suo lato più creativo.
Non ha malizia, rosa senza spine, e ha uno sguardo limpido, anche se – com’è tipico della sua età – a volte è un po’ contestatrice. Ha un grande mondo interiore, in cui a volte si immerge distraendosi completamente da tutto, per la disperazione dei suoi genitori.
La tecnologia e le reti sociali bussano alla sua porta come a quella di qualsiasi bambina, ma capisce a malincuore quando i genitori le dicono che del cellulare non se ne parla e che “Tik Tok è molto pericoloso”, anche se insiste con cautela.
Calore di fronte al frigorifero
Nel momento più inaspettato, la sua anima buona si collega con ciò che è più grande. Era una domenica qualunque quando la sua famiglia stava facendo colazione, e dopo essersi trovata davanti al frigorifero con suo padre, Sofía gli ha mostrato una calamita attaccata tra disegni e fotografie dicendogli “Questa Madonna è molto bella”.
Era una calamita con la fotografia di Santa Maria di Nazareth, l’invocazione della splendida immagine di Maria che si trova accanto all’altare della parrocchia omonima.
Quella domenica sono andati a Messa di pomeriggio. Sono arrivati presto per assicurarsi un posto, vista la riduzione per via del coronavirus in una chiesa dalle mura prefabbricate ma traboccante di vita.
Si sono messi in prima fila, e come sempre Sofía si è seduta accanto al padre. Gli piace tenergli la mano durante la Messa.
Le sue sorelle non riuscivano a stare ferme. Dopo la Comunione e il rendimento di grazie, il sacerdote polacco ha dato gli avvisi parrocchiali, tra i quali l’aggiornamento sulla situazione dei lavori per la costruzione del nuovo tempio, già avviati. Per questo, si offriva alle famiglie la possibilità di comprare una replica dell’immagine di Nostra Signora di Nazareth, perché Maria fosse presente in ogni chiesa domestica del quartiere e per aiutare a finanziare la costruzione. L’immagine costava 200 euro, la metà per il costo reale della replica e l’altra metà come donazione.
Calamitata dalla Madre
Terminata la Messa, in quel primo banco, la famiglia seguiva in silenzio l’azione di grazie. Sofía aveva messo gli occhi sulla Madonna da quando era entrata, quell’immagine che vedeva sul frigorifero e che ora osservava in tutto il suo splendore.
Rapita dalla bellezza dell’immagine, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, sentendo il bisogno di amarla e di averla.
Suo padre aveva già pensato in qualche occasione di comprare l’immagine, ma doveva far attenzione per far quadrare i conti della famiglia, o forse per trovare un momento speciale.
Nel silenzio in cui ciascuno prega il Gesù Vivo fatto pane e vino, Sofía continuava ad essere attirata da Maria come se fosse una calamita, e quell’attrazione è diventata una decisione. Voleva abbracciarla come una figlia abbraccia sua Madre.
Voleva stare con lei per provare la tenerezza e il senso di protezione che una figlia prova con sua Madre. Maria le apriva le braccia e lei voleva lasciarsi avvolgere.
“Papà”, ha detto al padre sottovoce, “se costasse 100 euro tu la compreresti?” “Beh…”, ha detto il padre, rendendosi conto dello sguardo che la figlia lasciava alla statua di Maria.
“Tu metti 100 euro e il resto lo metto io”, ha detto la bambina, decisa a non dover aspettare la domenica per vedere Maria.
“Ti piace tanto, Sofía?”
“Sì, è la Madonna più bella”.
“Ma se la compriamo è per amarla e pregarla”.
“Sì, papà. La metteremo in salone e la pregherò tutti i giorni”.
“Va bene, ma prima lasciami parlare della cosa con mamma”, ha concluso il padre, mentre gli si scioglieva il cuore sentendo la figlia maggiore parlare così.
Donare tutto
Il padre sapeva che i 100 euro che aveva la figlia erano tutto ciò che possedeva, tutti i suoi risparmi. Quel biglietto da 50 euro che le avevano dato tre anni prima quando aveva fatto la Prima Comunione e qualche altra cosa che aveva messo da parte con cura in tutto quel tempo.
Per lei era tutto. Non voleva usarlo per comprare il cellulare quando il padre aveva eliminato il veto o l’Ipod con cui sognava di ascoltare la sua musica preferita, né per la capanna che voleva comprare per il giardino del nonno. No. Dava tutto per la Vergine. Tutti i suoi risparmi e tutto il suo cuore.
Il giorno dopo il padre, ancora emozionato, è andato dai suoi genitori e ha raccontato loro orgoglioso quanto era accaduto. Ovviamente avrebbe pagato tutto lui, non avrebbe permesso che lo facesse Sofía. Il nonno, allora, con quel sorriso che si dipinge inconsapevolmente sul viso quando il cuore si riempie di tenerezza, ha proposto una cosa e ha chiamato la nipote per parlarne.
Lei avrebbe pagato i 100 euro, ma lui glieli avrebbe ridati quando si fossero visti, a condizione che avesse pregato Maria per i nonni. Con i loro acciacchi e le varie malattie, i nonni sanno che le preghiere dei bambini risuonano a tutto volume in Cielo.
L’abbraccio
Sofía ha preso il suo salvadanaio e insieme ai genitori e alle sorelle è andata in parrocchia all’uscita dalla scuola. Lì c’era la sua Vergine ad aspettarla. Il sacerdote le ha dato la busta per metterci il denaro. Il padre ha messo i suoi 100 euro in due banconote, lei ha rovesciato i suoi risparmi sul tavolo dell’ufficio parrocchiale. Si arrivava a 103 euro e qualche centesimo, e dopo aver iniziato a contare ha deciso di non tenere nulla. Ha dato tutto.
“Papà, non mi sarei certo tenuta 3 euro”. Le hanno dato l’immagine di Maria già benedetta, e lei l’ha abbracciata immediatamente, con forza. Era sua. Non contava neanche la plastica piena di bolle che avvolgeva l’immagine.
Il padre le ha detto che sarebbe stato meglio se avesse portato lui l’immagine, per non farla cadere. “No, non cadrà”, ha detto lei, e se l’è portata a casa stringendola tra le braccia. Sofía ha scelto il punto migliore del salone per collocarla, e ogni volta che ci passa gli sguardi complici si incrociano – quelli di Maria e quelli di sua figlia che l’ama tanto.