Il rapporto tra Francia e Inghilterra è stato spesso peggiore di quello che è oggi. Molte volte non pensiamo ai prigionieri di guerra del passato, ma 100.000 soldati francesi si ritrovarono loro malgrado in Inghilterra durante le guerre napoleoniche.
Avendo moltissimo tempo a disposizione, alcuni prigionieri crearono oggetti accuratissimi da ossa di animali. Le navi erano il soggetto preferito, accanto a oggetti con scopo pratico come i set per giocare a domino. I prigionieri più devoti realizzarono oggetti devozionali. Un elemento comune della loro opera era il fatto di praticare fori nelle ossa – una semplice forma di decorazione disponibile a prigionieri con kit di strumenti severamente limitati.
In altri punti del crocifisso che mostriamo, altri pezzi di osso sono stati usati per creare piccoli motivi floreali leggermente diversi da quelli usati per decorare le croci francesi tipiche di quel periodo. Chi ha realizzato questo crocifisso aveva accesso sia all'osso che al legno, probabilmente riciclato da vecchie casse.
Dove non c'era altro se non resti di animali con cui lavorare, si sovrapponevano le ossa a creare un contrasto.
In questo caso, il Corpus Domini è un oggetto di devozione personale in cui spicca più la serenità del volto del Signore che la qualità dell'artefatto.
Il Museo virtuale della Croce
Questo crocifisso dell'inizio del XIX secolo fa parte della collezione del Museo della Croce, la prima istituzione dedicata alla diversità del simbolo più potente e dalla portata più ampia della storia. Dopo dieci anni di preparativi, il museo era quasi pronto per l’apertura, ma poi è scoppiata la pandemia di Covid-19. Nel frattempo, il museo virtuale ha avviato un account Instagram per coinvolgere i lettori di Aleteia e la storia dei loro crocifissi: @crossXmuseum