Diversi decenni fa, i politici ci avvertivano: l’Occidente sta vivendo al di sopra delle proprie possibilità. Secondo loro il nostro stile di vita non si accordava con la ricchezza che producevano, era sostenuto artificialmente da un debito che cresceva incessantemente. La presente crisi sanitaria non ha fatto che aggravare questo stato di fatto.
Ora, ciò che quei politici affermavano del nostro mondo, il cristiano ha ogni diritto di dirlo di sé stesso! Anche lui vive al di sopra delle sue possibilità, e principalmente per queste tre ragioni.
1Un debitore insolvente a cui è stato condonato tutto il debito
La prima causa dell’alto livello di vita spirituale del cristiano, assolutamente sproporzionato agli sforzi che egli esprime negli ambiti religiosi, morali o spirituali, è la remissione dei suoi debiti per pura grazia di Dio. Di fatto, si può vivere al di sopra dei propri mezzi in due modi:
Spesso queste due modalità si intrecciano in uno stile di vita ingiustificato.
Per quanto deriva dal mancato pagamento dei propri debiti, il cristiano assume a buon diritto questo stato di fatto per la semplice ragione che è stato il suo stesso creditore a rimetterglieli. Tanto vale approfittarne! Dio infatti ci ha perdonato i nostri peccati – è Gesù che non soltanto lo afferma, ma che ne effettua l’operazione col suo sacrificio sulla Croce. Per lui, con lui e in lui Dio ci ha perdonato tutto, senza alcun merito da parte nostra. Questo è il significato della parabola del debitore spietato (Mt 18,23-35): il cristiano deve perdonare le offese del prossimo perché Dio gli ha perdonato le sue, che pure sono infinitamente più consistenti. Messe sulla stessa scala, le offese arrecate al prossimo si aggirano su una manciata di euro laddove Dio ha cancellato una cambiale da parecchi milioni.
Quanto a questo, tutti gli uomini vivono al di sopra delle proprie possibilità: Dio perdona loro più peccati di quanti essi stessi credano! Se egli tenesse in materia una rigorosa contabilità… potrebbe il mondo sussistere? L’Antica Alleanza aveva perfetta consapevolezza di questo stato di cose, e difatti il Salmista esclama: «Il Signore non agisce verso di noi secondo le nostre colpe, non ci ripaga secondo le nostre offese» (Ps 102,10), e ancora: «Se tu consideri le colpe, Signore / Signore, chi potrà sussistere?» (Ps 129 [130],3). Tutti i giorni Dio ci rimette i nostri debiti. Fin dalla creazione siamo in debito, perché è già gratuitamente che siamo stati creati. E che dire della Redenzione? Dio ci ha salvati quando eravamo suoi nemici (Rom 5,10)! Sì, vivevamo come debitori insolventi e i nostri debiti sono stati cancellati. Il cristiano, da parte sua, ha la fortuna di saperlo.
2Vive una vita che non si sarebbe potuto pagare
La seconda ragione per la quale il cristiano è un uomo che vive al di sopra delle proprie possibilità sta nel fatto che vive la vita stessa di Dio. Dio, l’infinitamente ricco, ci ha donato la sua principale ricchezza: la sua vita, il suo Spirito Santo. È come se un abitante di una bidonville beneficiasse dei bonifici di un miliardario sul proprio conto.
E anzi, quel miserabile sarebbe capace di rivolgere l’improvvisa ricchezza a proprio svantaggio, mentre la vita divina ci procura – oltre alle sue ricchezze – l’arte e i mezzi di utilizzarle bene. Per il Battesimo e per l’Eucaristia, il cristiano acquisisce un livello di vita spirituale senza proporzioni con le sue capacità e i suoi meriti. Siamo “partecipi della natura divina” (1Pt 1,4), nientemeno! È come se disponessimo di un conto bancario illimitato che attinge al tesoro di Dio, per di più garantiti dalla firma dell’Altissimo…
3La Provvidenza, un aiuto impagabile
La terza ragione del tenore di vita astronomico del cristiano concerne la divina Provvidenza. Il creatore ci accompagna tutti i giorni della nostra vita. È come se avessimo un’assicurazione sulla vita corredata da GPS gratuito – cosa che non ci dispensa dall’attivare le virtù della prudenza, della fortezza, della giustizia e della temperanza! Certo, il cristiano non è il solo a beneficiare di quest’assistenza divina, ma egli ne ha coscienza, e questo cambia parecchio le cose.
Ad esempio, il discepolo di Gesù può pregare l’Altissimo, e ciò ha per conseguenza l’aumento della gratuita assistenza divina! Gesù non dice che a chi ha sarà dato ancora di più (Mt 25,29)? A maggior ragione considerando che la coscienza di essere sostenuto dalla Provvidenza rende il cristiano audace al punto da lanciarsi in imprese che se non avesse avuto la fede mai avrebbe tentato. Insomma, egli arriva ad ottenere risultati ben più considerevoli di quelli a cui sarebbe arrivato senza la fede. E anche lì, la ferma fiducia nel soccorso divino gli permette di assicurarsi un tenore di vita ben al di sopra di quello che avrebbe ottenuto se fosse stato lasciato a sé stesso.
In ultimo, segnaliamo che questo privilegio non esclude, per il cristiano, né le prove né le sofferenze. Al contrario, spesso ne affronta anche più dei suoi simili, ma pure qui la sua fede lo rende vincitore perché, a immagine del salmista, egli è sicuro del soccorso dal Padre celeste: «Molte sono le sciagure del giusto, / ma da tutte lo libera il Signore» (Ps 33,20).
La vita cristiana non è sempre facile. Santa Teresa d’Avila non affermava forse che se Gesù aveva pochi amici lo si doveva al modo in cui li trattava? E tuttavia, questo motto audace della santa deve essere giustapposto al privilegio esorbitante del credente, che nella grazia conduce una vita incommensurabile alle sue capacità naturali. Sì, il cristiano vive su un piedistallo (spirituale), ben al di sopra dei suoi mezzi e dei suoi meriti. Debiti condonati, conto bancario illimitato cointestato al Padre, possesso di tutti i beni di famiglia, «una buona misura, pigiata, scossa e traboccante» (Lc 6,38)… e in ultimo assistenza in ogni istante: malgrado le tribolazioni, farebbe malissimo a lamentarsi.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]