Il Sinodo dei Vescovi è un'istituzione ecclesiale antica, recuperata e valorizzata dal Concilio Vaticano II.
Il Codice di Diritto Canonico (n. 342), lo definisce “un'assemblea di Vescovi i quali, scelti dalle diverse regioni dell'orbe, si riuniscono in tempi determinati per favorire una stretta unione fra il Romano Pontefice e i Vescovi stessi, e per prestare aiuto con i loro consigli al Romano Pontefice nella salvaguardia e nell'incremento della fede e dei costumi, nell'osservanza e nel consolidamento della disciplina ecclesiastica e inoltre per studiare i problemi riguardanti l'attività della Chiesa nel mondo”.
Etimologicamente, “sinodo” significa “camminare insieme”. I sinodi hanno carattere esclusivamente consultivo, e la loro missione principale è consigliare il Papa sul tema proposto.
L'assemblea si riunisce normalmente in Vaticano, e può essere ordinaria o straordinaria, se si tratta di un tema di una certa urgenza. In genere, dopo le sessioni il Papa redige un'esortazione apostolica post-sinodale.
Il 9 ottobre si aprirà un Sinodo che durerà fino al 2023 e sarà intitolato “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. L'accento verrà posto sull'ascolto dello Spirito Santo. Come ha sottolineato Papa Francesco, per la sinodalità l'ascolto è fondamentale: “si tratta di sentire la voce di Dio, cogliere la sua presenza, intercettare il suo passaggio e soffio di vita” (18/9/2021).
Il Pontefice vuole che i pastori si ascoltino tra loro e ascoltino i fratelli cristiani, le persone lontane, i più deboli e i diseredati. È un invito ai 5.000 vescovi del mondo a pensare meno a se stessi e un appello alla responsabilità di tutti i battezzati a lavorare in squadra insieme ai loro pastori.
“Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”, ha spiegato il Pontefice in passato. “Quello che il Signore ci chiede, in un certo senso, è già tutto contenuto nella parola 'Sinodo'. Camminare insieme – Laici, Pastori, Vescovo di Roma – è un concetto facile da esprimere a parole, ma non così facile da mettere in pratica” (17/10/2015).
La sinodalità, spiegata dal cardinale Mario Grech, ci rimanda all'essenza stessa della Chiesa, alla sua realtà costitutiva, ed è orientata all'evangelizzazione.
È anche una profezia per il mondo di oggi: “Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo” (1 Cor 12, 12).
È quello che Sant'Agostino chiama il “Cristo totale” (cfr. Discorso 341), capo e membra in unità indivisibile e inseparabile. Solo dall'unità in Cristo Capo ha senso la pluralità tra le membra del corpo, che arricchisce la Chiesa superando qualsiasi tentazione di uniformità.
A partire da questa unità nella pluralità, con la forza dello Spirito, la Chiesa è chiamata ad aprire strade e allo stesso tempo a mettersi in marcia”, ha osservato il cardinale Grech.
Il logo dell'evento è significativo per comprendere cosa sia la sinodalità, ed è stato realizzato dall'artista Isabelle de Senilhes. Ritrae un albero maestoso, pieno di luce, e in alto un sole splendente, simbolo dell'Eucaristia.
In basso si vede il popolo che cammina insieme, riflesso dell'etimologia della parola “sinodo”. 15 figure riassumono l'umanità e la sua diversità di vita e origine. Non ci sono gerarchia o distanze tra le persone, che camminano orizzontalmente sullo stesso piano: giovani, anziani, uomini, donne, adolescenti, bambini, laici, religiosi, sacerdoti, sposi, single, sani, disabili.
È da sottolineare il fatto che i bambini e gli adolescenti aprono il cammino, in riferimento alle parole di Gesù nel Vangelo: “Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così ti è piaciuto” (Mt 11, 25-26).
Il punto fondamentale non è quindi il pontificato, o la Chiesa come struttura istituzionale, ma Gesù che ama il Suo popolo e ravviva la speranza.
Il Sinodo è un'esperienza: scoprire esperienze personali e osservare buone pratiche, ascoltare testimonianze, dar luce ad altri punti di vista per sfuggire dall'autoreferenzialità e dal clericalismo, dal cinismo di dire “Si è sempre fatto così”. Significa guarire dalla piaga dell'ipocrisia che corrode la fede dei più piccoli.
La proposta è quella di una sinodalità che abbia anche il volto del popolo, perché il problema è prescindere da una parte del corpo della Chiesa, cosa che porterebbe la sposa di Cristo ad essere mutilata, pallida e desolata. Il Sinodo intende proseguire nel cammino di una Chiesa ispirata all'esempio dei dodici apostoli di Gesù, una Chiesa sempre in uscita, missionaria e fraterna. Un ospedale da campo e non un Parlamento.
In questo senso, il Papa ha promosso la partecipazione dei laici agli incontri pre-sinodali attraverso vari meccanismi. Ad esempio, è stato implementato l'invio di questionari alle parrocchie, con la possibilità di ricevere le risposte online.
L'obiettivo è anche creare un ambiente, nell'Aula del Sinodo e fuori, favorevole al dialogo, perché anche le Chiese locali dovranno attivarsi con sessioni sul modello di quello che accadrà a Roma.
In varie occasioni, Papa Francesco ha condiviso la sua visione su come si esprime concretamente la pratica della sinodalità.
Le parole chiave del Sinodo sono: