Il titolo di Dottore della Chiesa è stato conferito per la prima volta nel 1295 a quattro santi: Ambrogio di Milano, Girolamo di Stridone, Agostino d’Ippona e Gregorio Magno. Da allora, il titolo è stato dato sempre con grande parsimonia: si consideri che da allora è stato attribuito a 36 persone (su una vicenda umana bimillenaria). Effettivamente, questo titolo corrisponde a criterî ben specifici: viene dato soltanto postumo, dal Romano Pontefice e dopo un’inchiesta assai minuziosa.
La santità del candidato dev’essere acclarata, ma da sola essa non basta. È necessario, per diventare dottori della Chiesa, aver arricchito il Magistero in maniera significativa con un apporto dottrinale e spirituale scritto, che permetta di scoprire un piano inesplorato della Sacra Scrittura e della fede cattolica. Il titolo di dottore della Chiesa è allora un riconoscimento esplicito di questo apporto fondamentale che, il più delle volte, ha esercitato un’influenza decisiva presso i fedeli. Tra numerosi candidati, ci sono cinque donne i cui scritti sono oggi sotto esame in virtù del loro valore.
1Santa Gertrude di Helfta (ca. 1256-1301)
Probabilmente orfana, Gertrude entrò a cinque anni nella scuola del monastero benedettino di Helfta, in Sassonia. Si rivelò una scolara particolarmente dotata, animata da una grande sete di conoscenza. Divenuta religiosa, Gesù si manifestò a lei un giorno, durante la messa, mostrandole il suo immenso amore per il mondo. Sconvolta da quella rivelazione, Gertrude decise di far conoscere a tutti quell’amore al fine di procurare a Dio la gioia di essere a sua volta riamato. Tutta la sua vita è stata allora orientata verso l’apostolato: si consacrò alla diffusione della fede mediante la scrittura. Due opere fondamentali ci sono pervenute: gli Esercizi, guida spirituale in sette meditazioni, e l’Araldo dell’amore divino, che rende conto delle sue visioni e delle rivelazioni. Gertrude si annovera tra le figure maggiori della mistica renana, ed è considerata una delle iniziatrici della devozione al Sacro Cuore.
2Santa Brigida di Svezia (ca. 1303-1373)
Moglie di un siniscalco e madre di otto figli, Brigitta si assunse nella prima parte della sua vita importanti responsabilità alla corte del re di Svezia: visse con suo marito un’intensa spiritualità coniugale, ma quando divenne vedova si ritirò dal mondo. Era il preludio a visioni e a rivelazioni che l’avrebbero accompagnata per tutto il resto della sua vita. I nove libri delle Rivelazioni dettati da Brigida ai suoi confessori presentano un contenuto molto variegato: dialoghi tra le Persone divine, tra i santi, ma anche tra i demonî; insegnamenti dati dalla Vergine Maria. Molte di queste rivelazioni sono rivolte, in forma di avvertimenti talvolta assai severi, ad autorità politiche e religiose coeve, per incitarle a vivere cristianamente. Cristo insegnò personalmente a Brigida due devozioni per meditare la sua Passione, chiamate oggi le quindici orazioni e i sette paternoster di santa Brigida.
3Beata Giuliana di Norwich (ca. 1342-1416)
Giuliana fu una religiosa inglese che visse nel XIV secolo come reclusa, consacrandosi alla preghiera, alla meditazione e allo studio. Si applicò anche a consigliare o confortare i suoi numerosi visitatori. In seguito a una grave malattia, Giuliana ricevette sedici rivelazioni che redasse e commentò nel suo libro Rivelazioni dell’Amore divino. Nelle sue rivelazioni, Cristo le insegnò direttamente un cammino spirituale: meditando le sofferenze della Passione si comprende l’immenso amore di Dio per gli uomini. Il tema dell’amore divino è l’annuncio centrale delle rivelazioni di Giuliana, la quale non esitava – per tentare di farne comprendere l’intensità – a compararlo all’amore materno. Questa eminente mistica inglese presenta un messaggio molto confortante, fondato sulla certezza di essere amata da Dio e di essere protetta dalla sua Provvidenza. Affidarsi a Dio in ogni cosa è la garanzia di restare sempre in pace nella gioia.
4Santa Margherita-Maria Alacoque (1647-1690)
Margherita-Maria è senza dubbio la più conosciuta delle cinque donne che presentiamo qui. Le rivelazioni che le furono fatte tra il 1673 e il 1675 hanno fatto il giro del mondo, e il culto del Sacro Cuore è una delle componenti maggiori della spiritualità cattolica principalmente grazie a lei. Nel corso di diverse apparizioni, Gesù fece scoprire alla giovane Visitandina il segreto del suo cuore divino: l’amore smisurato di Dio per gli uomini, il suo desiderio di essere amato a sua volta e la sua sofferenza per non ricevere invece il più delle volte che indifferenza e ingratitudine. «Il mio cuore divino è tanto appassionato di amore per gli uomini!»: queste parole di Cristo sconvolsero Margherita-Maria, la quale da allora visse ardendo intensamente dell’amore di Dio, abbandonandosi interamente alla volontà divina. Attraverso le sue numerose lettere e il racconto della propria vita, redatto per ordine del suo confessore, si svela un cammino di santità per accedere al Cuore di Gesù ed amarlo con tutto il cuore.
5Santa Veronica Giuliani (1660-1727)
Entrata fra le Clarisse Cappuccine all’età di 17 anni, la giovane prese il nome di Veronica, mistica prefigurazione della sua vocazione. La sua vita spirituale fu di rara intensità, accompagnata da innumerevoli esperienze mistiche: molteplici visioni, attacchi del demonio, estasi, rapimenti, nozze mistiche… Il suo cammino spirituale la condusse a conformarsi a Cristo sofferente. Partecipò alla Passione attraverso manifestazioni sensibili (malattie e prove fisiche), delle quali punto culminante furono le stigmate. Da quel momento in poi, Veronica si diede maggiormente a contemplare le desolazioni interiori di Cristo, più che le sue sofferenze fisiche. Durante le sue visioni, Veronica si sentì più volte detta “Figlia del Padre, sposa del Figlio, discepola dello Spirito Santo”. Il suo Diario, scritto per ordine dei suoi confessori, descrive le sue esperienze mistiche. Con 22mila pagine manoscritte costituisce un tesoro spirituale inesauribile.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]