Per esprimere la propria sensualità, l'uomo e la donna possono fondarsi sui cinque sensi: odorato, gusto, vista, tatto e udito. Nel Cantico dei Cantici tutti i sensi sono impegnati al massimo per esprimere il desiderio.
1L’odorato
Gli odori preferiti di ciascuno possono perfino causare dipendenza: alcuni saranno sensibili agli aromi di una candela alle rose o alla freschezza delle lenzuola appena ritirate dal bucato. Per altri, il semplice fatto di usare un certo profumo farà risorgere dal passato emozioni forti ad esso associate. Ci sono tanti modi di affascinare l'altro e di far crescere la sua eccitazione. E voi? Quali sono gli odori che vi fanno sciogliere… o al contrario che irrigidiscono il vostro slancio amoroso?
2Il gusto
Niente è come qualche prelibatezza gustata insieme per attizzare il desiderio. Pensateci un poco: ci sono dei sapori che vi risvegliano più particolarmente il desiderio?
3La vista
Lo sguardo gioca un ruolo importantissimo, nella seduzione e nella sessualità. È dunque un senso molto utile per accendere scintille negli occhi dell'altro: le luci soffuse o le candele sono un modo per sublimare la bellezza delle forme del corpo, magari con un bel vestito che le valorizzi appieno. Che cosa vedete che vi attrae?
4Il tatto
La pelle è il primo dei mezzi di comunicazione, il primo sensore estetico: per questo motivo, il tatto è un senso particolarmente erotico, ed esistono mille e uno modi per stimolarlo. Conoscete la vostra sensibilità corporea? Le zone da coccole, quelle erogene, quelle per le carezze e per i baci…?
5L’udito
Questo senso non va trascurato: le parole dolci e il tono impiegato sono importanti almeno quanto il tatto. Manifestare il proprio desiderio e far sentire il proprio piacere è un modo efficace per far vibrare l'altro. Al di là delle parole, ascoltare insieme della buona musica può creare un'atmosfera romantica.
E voi? Qual è il vostro senso principale? Come lo utilizzate nella relazione coniugale per vivere l'intimità sessuale nella seduzione?
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]