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Dopo la strada e l’alcool, Clara risplende dell’amore di Cristo

CLARA
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Isabelle du Ché - pubblicato il 25/01/22
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Un’infanzia dolorosa, un’adolescenza sballottata tra case-famiglia, strada e alcool… La vita di Clara non è stata certo un lungo fiume tranquillo… malgrado tutto, però, il Signore l’ha raccolta.

Malgrado questo sentimento di vuoto, Clara non si dà per vinta: una forza la spinge a reagire. È stato quattro anni fa. Oggi Clara si sta ricostruendo, poco a poco: è animatrice nel Centre de Loisirs Associés à l’École (CLAE): 

La strada per arrivare a questo fragile equilibrio, però, è stata lunga e piena di sofferenze: quando aveva 18 mesi Clara è stata abbandonata dal padre, insieme con la madre e la sorella, in una piazzola di sosta sull’autostrada. Sistemata d’urgenza in una casa-famiglia, è stata poi data in affido a una famiglia per metterla al riparo dalla madre, alcoolizzata e violenta. 

Clara le credette. Quanto è difficile sbarazzarsi di queste credenze limitanti! Fino a poco tempo fa, Clara considerava mendaci le persone che le dicevano di trovarla carina, di trovare belli i suoi disegni. 

Le parole non le uscivano di bocca: per molto tempo il disegno è stata l’unica modalità espressiva che ha usato, come pure il violoncello, che ha imparato a suonare in un’altra famiglia affidataria. Alcune famiglie le fanno passare le pene dell’inferno, altre le danno ciò di cui ha bisogno: cure, cibo, affetto. Ciò malgrado, Clara fa di tutto per esserne esclusa: «L’affetto in quelle famiglie era troppo violento – confessa –: non ci credevo». 

Dopo i fiaschi in otto famiglie, la soluzione di essere accolta in una casa per bambini le sembrò più adeguata: «Non c’era uno schema famigliare: né mamma né papà. Eravamo tutte femmine». Malgrado un ambiente violento – molte ragazzine si picchiavano e si facevano male –, Clara restava in silenzio ed evitava i tafferugli. Poco a poco si aprì con una educatrice: «A 15 anni mi sono messa a parlare». La sua formazione scolastica andò a rotoli: scuola media e superiori passarono senza segnarla. Anche la sua formazione in servizi della persona le sembrava troppo teorica, e così la abbandonò. 

Annegare l’angoscia nell’alcool 

«Ogni notte piangevo su mia madre». Per nascondere quest’angoscia e riuscire ad addormentarsi, Clara beveva. Per questo motivo, era sempre spossata. Qualche lavoretto coi bambini e una serie di contratti precari in un fast-food… Clara si arrangiava ma arrancava. Espulsa dall’appartamento per mora nelle pigioni, per sei mesi Clara si ritrovò per strada, a nuotare in acque molto violente. «Stranamente non mi è capitato niente di gravissimo: né droga né prostituzione». Qual è stata la forza misteriosa che l’ha preservata dal peggio? Per la prima volta nella vita, Clara ha chiesto aiuto e ha incontrato un’assistente sociale. Cambiamento di città, richiesta di alloggio, una nuova rete di contatti: non bisognava cadere in altre trappole. 

Di fatto, in occasione di una colazione in un ristorante sociale, a Toulouse, Clara ha incontrato le Petites Sœurs de l’Agneau. Come il Piccolo Principe con la Rosa, le religiose si sono progressivamente avvicinate alla ragazza: 

Le suore l’hanno accolta nella loro vita comunitaria e fraterna e le hanno proposto di svolgere delle piccole mansioni. Clara si è quindi sentita utile e ha ritrovato un suo posto. Specie con suor Réginald, 98enne: «Clara ha trovato in lei la nonna che non ha avuto», ha aggiunto suor Blandine. La ragazza è andata riprendendo fiducia in sé e nell’uomo: 

Le religiose l’hanno incoraggiata, le hanno detto che ha molti doni, che è intelligente: 

Verso il Battesimo 

Per la prima volta in vita sua, ha assistito alla Messa. Poi si aprì una cateratta di domande: «Chi è Gesù? E sua madre?…». E arrivò la richiesta del battesimo. Clara ha effettuato un corso di catecumeno con una giovane studentessa della parrocchia e con una coppia (Nicolas e Béatrice). La prossimità alla loro famiglia riconciliò Clara con quello schema famigliare: 

Priva di appartamento, Clara restò qualche tempo ad alloggiare da loro. Per questa famiglia l’arrivo di Clara ha suscitato un immenso slancio d’amore: 

I coniugi riconobbero di aver appreso, a partire dai propri figli, a riconoscere le fragilità di Clara: «Il loro cuore non è indurito come il nostro», ha riconosciuto Béatrice. Padrino e madrina della ragazza, affermano che Gesù ha un progetto su di lei: 

È poi giunto il giorno del battesimo, nell’aprile del 2019: «Ho sentito qualcosa di molto forte – si ricorda Clara –, avevo bisogno di restare in silenzio, sola con Gesù». Ma doveva ancora arrivare una discesa agli inferi: 

La bottiglia restava una bestia pronta a saltarle addosso, e Clara si è rialzata molte volte, per poi tornare a cadere e a rialzarsi ancora. Vicino a Lourdes esiste una comunità dedicata a giovani schiavi di ogni tipo di dipendenza, si chiama Cenacolo. Mediante la vita di comunità, la giovane è cresciuta nella fede e ha imparato a chiedere e a dare il perdono. Era però durissima, e il soggiorno si è interrotto bruscamente: Clara ha riconosciuto di non essere sempre nella verità. Passando da periodi di cura in clinica psichiatrica a centri di disintossicazione, Clara ha compreso pian piano quel che doveva aver passato la madre, e piano piano ha cominciato a perdonare: 

Oggi l’alcool resta un’insidia, ma la voglia di vivere e di amare è più forte: 

Suor Blandine lo conferma: «La grazia di Dio su Clara è incontestabile». 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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