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Quest’uomo è stato accoltellato, ma il criminale gli ha salvato la vita

Matthieu Noli
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Lauriane Vofo Kana - pubblicato il 04/02/22
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Dopo tre settimane di ospedale, Matthieu Noli era un altro uomo

Nove parole e un appello: “Signore, non voglio morire, dammi una seconda possibilità”. Matthieu Noli non dimenticherà mai queste parole, che ha ripetuto almeno cento volte vent'anni fa.

Era una fine settimana conune. La sera del 31 agosto 2001, è uscito per andare a far visita a un amico a Tolosa (Francia). Dopo una serata insieme agli amici, è ripartito per cercare un posto in cui passare la notte.

“Mi sono ricordato solo di una cosa: il mio amico abitava sopra un ristorante vicino alla Piazza del Campidoglio. Ho chiesto allora indicazioni alla prima persona che ho visto, e poi a una seconda... fino a imbattermi in quell'uomo”.

L'estraeno, alto, barbuto e con un volto spigoloso, non era molto amichevole. “L'ho salutato e gli ho detto che stavo cercando un certo indirizzo, e lui mi ha mandato a quel paese. Mi sono arrabbiato e ho commesso l'errore di insultarlo. Ha risposto: 'Che vuoi da me?'”

L'uomo ha quindi accoltellato Matthieu all'addome e alla gola.

All'inizio Matthieu non si è reso conto della gravità delle ferite, ma poi ha visto che stava perdendo molto sangue. È riuscito a camminare fino a una macchina della Polizia, e i poliziotti sono accorsi in suo aiuto e hanno chiamato i soccorsi.

Una seconda possibilità

Con un polmone perforato e un taglio profondo alla gola, la prognosi di Matthieu non era positiva. In qualsiasi momento, il letto d'ospedale avrebbe potuto diventare il suo letto di morte.

Matthieu Noli ha allora deciso di immergersi nella preghiera. “Ho detto a Dio: 'Signore, posso fare qualcosa di buono nella mia vita, dammi una seconda possibilità...', e la mia preghiera è stata ascoltata”.

Dopo tre settimane in ospedale era un uomo diverso.

“La mia seconda vita è iniziata con una zattera composta da tre tavole: fede (che è diventata davvero viva), amore e scrittura”.

Vocazione

Fino a quel momento, Matthieu aveva viaggiato molto, e aveva esperienze professionali in vari settori. Ha quindi deciso di impegnarsi nella vocazione che lo aveva sempre sedotto: scrivere. “Sopravvivere a quell'accoltellamento non mi ha reso un superuomo, resto pieno di debolezze. Mi piacciono la preghiera del pellegrino russo e quelle di Santa Teresina”, ha confessato.

Vent'anni dopo, Matthew Noli infonde nei suoi libri la gioia di credere in ciò che ha dentro. Arriva a interpretare un personaggio nel suo ultimo romanzo, La Conversion d’Arthur Grandin. In questo modo, dà voce alla fede che lo motiva. “Abbiamo la fede gioiosa di chi si copre col manto di debolezze condivise, con la fede pacifica di chi sa che la carità alla fine prevarrà e la fede lieve di chi crede che Egli verrà a risollevarci”.

Se gli si chiede se nutre risentimento nei confronti della persona che lo ha accoltellato, Noli risponde ridendo: “Assolutamente no, quella persona mi ha salvato la vita!”

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