Un sacerdote che lavora a stretto contatto con la guida della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina a Kiev ha affermato che se l'esercito russo riuscirà a impadronirsi della capitale, la Chiesa sarà “l'obiettivo numero due”.
“Il nostro esercito è l'obiettivo numero uno, e quindi tutti coloro che non sostengono l'invasione”, inclusa la Chiesa, saranno il secondo obiettivo dell'attacco di Mosca, ha affermato p. Volodymyr Malchyn, che lavora nella Curia Patriarcale della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina. “Conoscete la storia della nostra Chiesa. Non ci facciamo illusioni al riguardo”.
P. Malchyn ha parlato con Aleteia nelle ore successive al momento in cui la Federazione Russa ha avviato l'invasione dell'Ucraina, colpendo Kiev e altre città con bombardamenti aerei. Come la maggior parte dei sacerdoti della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, la più grande città della Chiesa Cattolica Orientale in comunione con Roma ma che segue pratiche, liturgia e spiritualità ortodosse, p. Malchyn è sposato. Ha detto che non appena lui e sua moglie hanno sentito i bombardamenti fuori dalla capitale verso le 5.30 di giovedì mattina, hanno deciso di evacuare i loro bambini nell'Ucraina occidentale e lasciarli con i genitori di Malchyn.
La famiglia è stata una delle prime a lasciare la città. P. Malchyn ha dichiarato che circa un'ora dopo le strade erano piene di persone che cercavano di fuggire, e che probabilmente lascerà la sua famiglia nella zona rurale intorno a Leopoli, mentre lui tornerà a Kiev per svolgere il suo dovere, che implica l'assistenza a una parrocchia e il fatto di guidare l'ufficio per lo sviluppo e le comunicazioni nell'arcieparchia di Kiev-Halych.
“Se l'attacco a Kiev sarà più grave, credo che tutti i sacerdoti saranno costretti a spostarsi in luoghi più sicuri”, ha affermato, aggiungendo che l'arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk di Kiev-Halych, guida della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, è ancora a Kiev. “Ma non so quanto riuscirà a rimanervi”.
P. Malchyn ha dichiarato che crede che alcuni monasteri dell'Ucraina occidentale apriranno le proprie porte alle persone che fuggono dalle ostilità, ma in base a come procederà la guerra si aspetta che ci saranno molti più sfollati interni di qaunto chiese e monasteri riusciranno a gestire. Il sacerdote lavorava con un altro esponente ecclesiale per diffondere una lettera per rivolgere un appello a donatori e partner per aiuti umanitari.
“Abbiamo bisogno delle organizzazioni caritative internazionali perché è una situazione senza precedenti”, ha commentato. “Abbiamo esperienza nell'aiutare le persone che sfuggono dalla zona del Donbass [nel conflitto di otto anni con i separatisti filorussi nell'est dell'Ucraina], ma quella è una zona relativamente piccola. C'erano 1,5 milioni di sfollati, ma ora il numero può diventare molto superiore. Gli attacchi sono più gravi”.
“Tutto ciò che ci è più caro”
Quando p. Malchyn ha commentato “Conoscete la storia della nostra Chiesa. Non ci facciamo illusioni al riguardo”, si riferiva a quando l'Unione Sovietica aveva preso il controllo dell'Ucraina alla fine della II Guerra Mondiale. Le autorità si sono presto mosse per sopprimere la Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, uccidendo o imprigionando i suoi vescovi e costringendo i fedeli a far parte della Chiesa Ortodossa Russa.
La Chiesa Greco-Cattolica ha vissuto in modo clandestino fino alla fine degli anni Ottanta, e il suo leader, il cardinale Josyf Slipyj, è morto in esilio a Roma.
Il successore attuale del cardinale Slipyj, l'arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, potrebbe affrontare una sfida simile nei mesi a venire, in base al risultato di questa guerra. Per ora ha cancellato i progetti di assistere al forum internazionale di Firenze sul Mediterraneo per rimanere con il suo gregge a Kiev. Martedì, l'arcivescovo ha diffuso una lettera toccante in cui difendeva il diritto del suo Paese a combattere per libertà e autodeterminazione.
“L'infido nemico, nonostante i suoi impegni e le sue assicurazioni, infrangendo le norme di base del diritto internazionale, come ingiusto aggressore, è entrato sul suolo ucraino, portando con sé morte e distruzione”, ha scritto l'arcivescovo. “La nostra Ucraina, che il mondo chiamava giustamente 'terra di sangue', che è stata tante volte irrorata dal sangue di martiri e combattenti per la libertà e l'indipendenza del suo popolo, ci esorta oggi a prendere posizione – a difendere la sua dignità davanti a Dio e all'umanità, il suo diritto all'esistenza e quello di scegliere il proprio futuro”.
È “diritto naturale e sacro” degli Ucraini difendere la propria terra, il proprio popolo, lo Stato “e tutto ciò che ci è più caro: famiglia, lingua e cultura, storia e mondo spirituale. Siamo una Nazione pacifica che ama i figli di ogni Nazione con amore cristiano, indipendentemente dall'origine o dal credo, dalla nazionalità o dall'identità religiosa”.
Riferendosi alla liberazione della Chiesa con il collasso dell'Unione Sovietica, ha affermato di aver già sperimentato “morte e resurrezione”.
“In questo momento drammatico, la nostra Chiesa come madre e maestra sarà con i suoi figli, li proteggerà e li serverà nel nome di Dio”, ha scritto Shevchuk. “Oggi proclamiamo solennemente: 'Offriamo la nostra anima e il nostro corpo per la nostra libertà'. Con un cuore solo preghiamo: 'Signore, Dio Onnipotente, proteggi la nostra amata Ucraina!'”.