La tradizione del ripercorrere il cammino fatto da Gesù il giorno del Venerdì Santo è di origine bizantina. Sono i francescani di Gerusalemme che per primi hanno sviluppato questa embrionale processione, di stazione in stazione, meditando sulla passione e sulla morte di Cristo. Tale devozione, però, così come la conosciamo oggi, non esiste nell’Ortodossia.
L’equivalente della via crucis, con le 14 stazioni meditate, è per gli ortodossi la processione con l’epitaphion, un sepolcro che simboleggia il seppellimento di Gesù.
Il seppellimento di Gesù
Ogni anno, la sera del Giovedì Santo (o il Venerdì santo nel pomeriggio), nelle chiese ortodosse si celebra l’Ufficio dei “dodici vangeli”. Dodici passi dei vangeli scandiscono infatti gli ultimi eventi terreni di Gesù. Gli ortodossi fanno così memoria della Passione del Cristo.
I passi dei vangeli letti durante l’Ufficio “dei dodici vangeli”
L’ufficio è seguito dalla processione con l’epitaphion. In funzione del giorno in cui vengono letti i vangeli, esso può aver luogo il Venerdì santo oppure nel mattino del Sabato santo. Durante questa cerimonia, gli ortodossi “recitano” la scena del seppellimento di Cristo: i fedeli tengono delle candele accese in mano, seguono i preti che portano l’epitaphion e fanno il giro della chiesa. Poi tutti tornano nella chiesa e l’epitaphion viene deposto al centro dell’edificio per la venerazione di tutti i fedeli. Lo si toglie il Sabato santo durante la Veglia pasquale, in segno della risurrezione del Signore.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]