Tal grembiule alla casula, talvolta il passo è veramente brevissimo. Già pizzaiolo, Christophe Rébéccaï ha scelto di diventare prete. Ordinato il 6 giugno 2022 nella cattedrale di Fort-de-France (Martinique) da mons. Macaire, questo giovane rende testimonianza della «gioia di aver trovato la vera ricchezza».
Consacrato campione di pizza acrobatica nel 2008, era la fierezza di suo padre, che l’aveva destinato a rilevare l’impresa famigliare nel campo della pizza. Christophe sentiva però una chiamata più profonda:
Nato in una famiglia cattolica praticante, padre Rébéccaï si ricorda in particolare della preghiera in famiglia:
Il prete confida che quell’esperienza gli ha dato un cuore aperto all’azione di Dio nella sua vita:
Christophe ha trovato poi nella propria famiglia un esempio cui deve grande ispirazione, quello del fratello maggiore Samuel, diventato prete anch’egli. Si ricorda di un giorno in cui il fratello gli aveva proposto di pregare il rosario con lui. A partire da quel momento, ha cominciato ad andare a messa tutti i giorni. Fianco a fianco nella cerimonia di ordinazione, i due fratelli sono ormai uniti da un vincolo di fraternità che oltrepassa quelli del sangue.
La Chiesa, un tesoro per trovare Dio
Guidato dalla ricerca della vera gioia, ad abitare il discernimento di Christophe Rébéccaï è stato un testo dell’Antico Testamento che annuncia il messaggio di Cristo:
«È il riassunto della mia vita», commenta.
Per il giovane prete, che presto sarà insediato nella parrocchia di Sainte-Marie de Fort-en-France, questa incalcolabile ricchezza di cui parla l’agiografo non può essere data che nella e per la Chiesa. Benché il volto della Chiesa sia per certi versi difficile da amare, egli ama ricordare questa frase di Padre Pio che vive nel quotidiano: «La Chiesa non ha bisogno di me, sono io che ho bisogno della Chiesa».
Per la Chiesa, effettivamente, ogni persona diventa una ricchezza incalcolabile – commenta padre Rébéccaï –: basta essere nella Chiesa per trovare Cristo, per trovare l’unità e la fecondità, perché essa è la testimone della Buona Novella e la diffonde nel mondo. Certamente deve agire differentemente, a seconda delle epoche, perché le mentalità sono differenti, ma l’essenza resta la stessa.