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Possiamo vedere i nostri angeli custodi? 

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Anna Ashkova - pubblicato il 08/07/22
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Gli angeli custodi sono sempre di fianco a noi. Esseri invisibili, talvolta possono nondimeno manifestare la propria presenza.

Secondo la Sacra Scrittura, gli angeli sono i messaggeri di Dio, «mandati al servizio di quanti devono ereditare la salvezza» (Eb 1,14). 

«Questi spiriti celesti hanno la missione di proteggerci, di introdurci e di guidarci», diceva san Bernardo di Chiaravalle, grande dottore e apostolo eminente della devozione verso gli angeli custodi. I fedeli non ignorano, generalmente, i numerosi episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento in cui i santi angeli manifestano la loro presenza (Gen 22,11; Tob 12,15; Mt 4,11). Alcuni santi, come Padre Pio, affermano di aver visto il loro angelo custode. Il desiderio di vedere il nostro, insomma, è naturalissimo. Ma lo si può davvero vedere? 

Apparizioni sotto diverse forme 

Il Direttorio sulla pietà popolare e la liturgiadella Chiesa Cattolica indica chiaramente che gli angeli sono «esseri spirituali e incorporei» (213). Gli angeli sono dunque spiriti invisibili che non appartengono al mondo della materia. D’altro canto, essendo messaggeri di Dio mandati agli umani, essi possono apparire. Scrive in merito san Gregorio Magno: 

Gli angeli possono dunque prendere diverse forme, materiali o più evanescenti (uomini in abiti coevi o anche voci, luci). Fu così che san Paolo sentì una voce a Damasco (At 9,7); il profeta Ezechiele ebbe una visione precisa dei quattro cherubini che circondavano l’Arca (Ez 1,4-28); santa Faustina afferma di aver visto il proprio angelo custode quasi tutti i giorni. 

Bisogna notare che, anche se si producono visioni preternaturali, esse restano tuttavia rarissime. Però non scoraggiamoci, perché questo non vuol dire che il nostro angelo custode non sia di fianco a noi. «Egli è sempre presente, non dimentichiamolo mai e invochiamolo sempre», consigliava Giovanni XXIII il 2 ottobre 1960 in occasione della festa dei santi angeli custodi. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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