Teresa è stata una coraggiosa riformatrice e leader la cui vita e i cui scritti sono pieni di saggezza anche a distanza di secoli
Ci sono così tante sante molto amate che si chiamano Teresa – Madre Teresa, Teresa di Lisieux, Teresa Benedetta della Croce – che è facile trascurare la prima Santa Teresa, ma Teresa d’Avila è chiamata “la grande Teresa” per un motivo: questa donna assolutamente leggendaria ha vissuto con una santità e una convinzione che emergono in modo brillante dalle pagine della storia. La sua vita straordinaria ci offre molte lezioni. Eccone qualcuna.
1 Prima la preghiera, poi l’azione
Da giovane, Santa Teresa iniziò a pregare con una conversazione meditativa e contemplativa con Dio, chiamata in genere “preghiera mentale”, e la sua amicizia con Cristo e il suo profondo amore per Lui sbocciarono di conseguenza. Dopo una terribile malattia, però, smise di pregare in questo modo, unendosi per un anno solo alle preghiere comunitarie, perché si era convinta “che astenersi dalla preghiera fosse un segno di maggiore umiltà”, come indica la sua autobiografia.
Non sorprende che la decisione di porre fine alla preghiera meditativa le abbia provocato una sofferenza emotiva e spirituale. In seguito definì questo periodo “la più grande tentazione che abbia mai avuto”, e disse che “ha quasi provocato la mia rovina”.
Fortunatamente, trovò un santo sacerdote domenicano che divenne il suo confessore e la rimise presto sulla giusta via. Non abbandonò più la preghiera mentale, ed esortò chiunque a farne un’abitudine regolare. “Le benedizioni di una persona che pratica la preghiera – intendo la preghiera mentale – sono state scritte da molti santi e uomini validi… E supplico chiunque non abbia iniziato a pregare, per amore del Signore, di non perdersi una così grande benedizione”.
Le sue descrizioni della preghiera mentale sono diventate definizioni classiche di questa pratica spirituale. La santa scrisse che la preghiera mentale “non è altro che un rapporto amichevole, e una conversazione solitaria frequente, con Colui che sappiamo che ci ama”. Questa amicizia è la fonte di un bene infinito nella vita di una persona, e porta grandi frutti spirituali. “Nessuno”, rassicurava Teresa, “ha mai preso [Dio] come Amico senza esserne ricompensato”.
Santa Teresa ha lasciato un impatto duraturo attraverso le sue riforme spirituali, le sue opere buone e i suoi scritti, diventando la prima donna Dottore della Chiesa. Tutto questo derivò dal pozzo profondo della sua amicizia intima e profonda con Dio. La sua vita, come quella di tanti grandi santi, mostra che gli sforzi apostolici devono sempre iniziare con la preghiera ed essere profondamente radicati in essa. Mettete al primo posto la preghiera e la contemplazione, e la vostra vocazione e la vostra missione fluiranno naturalmente da quella fonte.
2 Circondatevi di buoni amici e mentori
Un tema su cui Santa Teresa torna spesso nella sua autobiografia è l’importanza di avere una compagnia buona e santa. Parla di amici e anche di confessori giunti nella sua vita in momenti diversi e che l’hanno avvicinata a Dio o allontanata da Lui. “Ho imparato che grande vantaggio derivi dalla buona compagnia”, ha scritto, una lezione che ha appreso grazie all’esperienza.
La santa era così profondamente consapevole dell’impatto che gli amici possono avere sulla vita spirituale che incoraggiava chi perseguiva la santità a cercare amici santi perché lo accompagnassero nel cammino.
“Consiglio a chi pratica la preghiera, soprattutto all’inizio, a coltivare amicizia e rapporti con persone che condividono interessi simili. È importantissimo, se non altro perché possiamo aiutarci a vicenda con le nostre preghiere, e ancor di più perché ci apporta molti altri benefici”. A suo avviso, l’influenza degli amici è così fondamentale che nella sua autobiografia offriva dei consigli ai genitori degli adolescenti:
“Se dovessi dare dei consigli ai genitori, direi loro di fare molta attenzione alle persone con cui i loro figli si associano a quell’età. Le cattive compagnie possono fare grande danno, e siamo inclini per natura a seguire ciò che è peggiore piuttosto che ciò che è meglio”.
Gli adolescenti sono particolarmente suscettibili alla pressione dei coetanei, per via del bisogno di accettazione sociale tipico di quello stadio dello sviluppo, ma il principio è valido a ogni età.
3 Prendete la vita, e voi stessi, non troppo sul serio
Si dice che “Gli angeli volano perché si prendono alla leggera”, e se questa affermazione può essere teologicamente sospetta, è vero che non prendersi troppo sul serio è un segno di santità, perché richiede vera umiltà.
Santa Teresa aveva un buon senso dell’umorismo, soprattutto per quanto riguardava se stessa. Spesso dice di aver riso per una cosa o per l’altra, e un certo punto scrive: “A volte rido di me stessa e mi rendo conto della creatura miserevole che sono”. La sua umiltà è evidente quando racconta le sue “follie” giovanili o elenca gli errori che ha commesso nel corso degli anni con candore e senza alcuna traccia di ipocrisia.
“Prendervi alla leggera non vi farà volare, ma probabilmente vi sentirete allegri e piacevoli. Cosa ancor più importante, è un atteggiamento che deriva da una santa mitezza, e come Cristo ha detto ai suoi seguaci ‘Beati i miti, perché erediteranno la terra’” (Mt 5, 5).
La mitezza non dovrebbe essere la prima cosa che viene in mente quando si menziona l’intrepida riformatrice Santa Teresa d’Avila, ma la vera mitezza non significa timidezza o sottomissione, quanto piuttosto il dominio di sé nelle avversità, una qualità in cui Santa Teresa eccelleva e che l’ha aiutata ad affrontare le tante prove della sua vita.
Queste lezioni sono solo la punta dell’iceberg quando si parla della saggezza senza tempo contenuta negli scritti di Santa Teresa.