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Come Maria è diventata Regina dell’Universo 

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Jean-Michel Castaing - pubblicato il 22/08/22
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Umile donna di una borgata di Galilea, Maria è diventata Regina dell’Universo per via della dignità, della santità e dell’opera impareggiabile del Figlio – Gesù Cristo.

Persone estranee al cattolicesimo possono legittimamente meravigliarsi che la fede della Chiesa proclami Regina dell’Universo una oscura donna ebrea del I secolo della nostra era. Tuttavia, questo titolo glorioso e l’importanza senza pari tra tutte le creature che si riconosce alla Vergine Maria è di fatto totalmente relativa a Colui di cui lei è la Madre: Gesù Cristo. Tre ragioni principali militano in favore della dignità della regina dell’universo che la Chiesa riconosce alla Vergine. 

Maria è madre della persona divina del Verbo

Anzitutto, Maria è regina dell’universo in forza della sua divina maternità. La Vergine è la vera madre di una persona che è una persona divina. Gesù Cristo, infatti, vero Dio e vero uomo, possiede due nature – quella divina e quella umana; ciononostante, egli non è che una sola persona – quella del Figlio di Dio, e questa persona è divina. È il Figlio del Padre che agisce sulla nostra terra, che nasce a Betlemme, che dorme, mangia, ama, gioisce, si adira o si angoscia, finalmente che muore e risorge a Gerusalemme. Il Catechismo della Chiesa Cattolica precisa a tal proposito: 

Certamente Maria non è la madre della divinità di Gesù: ella è però la madre della sua persona, perché una madre è sempre madre della persona intera del figlio; non si è madri del corpo o dell’organismo del figlio, lo si è dell’intera persona (corpo e anima, anche se è Dio a creare e infondere direttamente l’anima di ogni essere umano). Dunque Maria è madre della persona divina di Gesù, che per lei è diventato vero uomo. Gesù è il Figlio della/nella Santa Trinità. Nella sua intimità immanente, nel seno della Vergine o nelle attività missionarie svolte tra Galilea e Giudea, il Verbo di Dio è un’unica e medesima persona. Ecco perché Maria è Madre di Dio: una madre non genera una “natura” o un “qualcosa”, ma un essere unico con un nome proprio, un “qualcuno”, ciò che si dice una “persona”. Maria è madre di Gesù, non della natura umana di quest’ultimo, e men che meno della natura divina in quanto tale. 

C’è poi una connaturalità tra la madre e il figlio: questo assomiglia sempre a quella. Ora, la dignità di Gesù è infinita, poiché egli è Dio. Maria assomiglia a Gesù, e questo significa che ella è santa come il Figlio, poiché Gesù Cristo è la fonte stessa della santità. Se Maria non fosse stata santa, mai Gesù avrebbe potuto assomigliarle, ma questo è inconcepibile. Il Santo dei Santi, Gesù, non poteva nascere che da una persona santa come lui, anche se questa creatura non poteva essere la fonte della santità – essa si trova soltanto in Dio. 

La maternità di Maria è stata infatti un’attività spirituale, prima che fisica, e questo tanto più in quanto Dio l’aveva avvertita che il bambino che lei avrebbe generato sarebbe stato suo Figlio, e cioè che sarebbe stato al contempo uomo e Dio. Maria ha accettato questa maternità in piena cognizione di causa. Anzi, la divina maternità che avrebbe reso Maria madre del Re dei re doveva sfociare, a suo tempo, nel suo accesso alla regalità universale: una donna non poteva essere madre di Dio senza il concorso di una grazia inaudita elargita da Dio, grazia che non poteva se non crescere in intensità col tempo. Tanto più che una madre resta sempre madre del proprio figlio e resta unita a lui. Maria non fece eccezione alla regola, solo che suo Figlio è il Redentore! In Cielo, Maria resta madre del Re dei re, e la sua unione con Lui è fonte di grazie inaudite per lei. La regalità della Vergine promana anzitutto da questa maternità, ma non è questo il solo motivo del suo accesso alla regalità universale. 

Maria è cooperatrice ineguagliata della salvezza 

Nel suo essere, il Figlio di Maria era già incomparabile in quanto vero Dio e vero uomo. Egli lo è però ancora di più per ciò che ha realizzato: nientemeno che la salvezza del mondo e la nostra divinizzazione! Gesù ci dà di diventare figli del Padre. È soprattutto dalla croce che Gesù riconcilia l’universo col suo Padre. Ora, la fede riconosce nella Vergine in piedi sul Calvario la personificazione della Chiesa, che dice “sì” al sacrificio del Figlio e che così coopera alla redenzione realizzata da Gesù. 

In qualità di cooperatrice della salvezza nell’ora stessa in cui questa fu compiuta, vale a dire sul Golgotha, la Vergine rappresenta la nuova Eva del nuovo Adamo, Gesù. Siccome poi suo figlio è Re, come sua socia e collaboratrice la Vergine è Regina. Tanto più che in Israele non è la moglie del re a ricevere questo titolo, ma la madre. Salomone, nuovo re del popolo di Dio dopo la morte del padre Davide, si prostrò davanti a Betsabea, sua madre, prima di farla sedere alla destra del suo trono (1Re 2,19). 

Maria è chiamata a generare a Dio tutti gli uomini

Infine, per quanti ancora ne dubitassero, sottolineiamo che è stato Gesù stesso a istituire la madre Regina dell’universo. Come? Con la sua parola, rivolta insieme alla Madre e a san Giovanni, il discepolo prediletto: «Donna, ecco tuo figlio»; e a Giovanni, alludendo alla Vergine: «Ecco tua madre» (Gv 19,26-27). Con questa duplice parola, Gesù fondava, prima di morire, la maternità di Maria riguardo ai discepoli di ogni epoca. Ora, questa maternità universale della Vergine doveva anch’essa sbocciare nella sua regalità universale, perché nel Regno servire è regnare. Effettivamente, la maternità universale della Vergine costituisce per lei un servizio: quello della generazione di tutti gli uomini alla vita divina nell’ordine della grazia. Dunque tale maternità-servizio trova il suo termine logico, per Maria, nel di lei accesso alla regalità universale. 

Maternità divina, cooperazione suprema alla Redenzione degli uomini, maternità universale: ecco le tre ragioni principali che spiegano che l’umile donna di Nazaret sia diventata Regina dell’universo. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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