Il sacerdote che ha accompagnato la principessa Diana la notte della sua morte e le ha dato l'estrema unzione ha criticato la serie The Crown perché sfrutta per fini commerciali i tragici eventi dell'alba del 31 agosto 1997. La popolare produzione di Netflix ricostruisce l'incidente fatale di Lady Di negli episodi della sua sesta stagione.
Per p. Yves-Marie Clochard-Bossuet, l'utilizzo dell'incidente della principessa Diana in The Crown è “volgare e certamente non necessario”, perché manca di rispetto alla memoria e alla famiglia della principessa e ravviva in modo gratuito il trauma dei figli e dei familiari più stretti. Il sacerdote ritiene anche che i produttori siano “semplicemente interessati ad attirare il maggior numero possibile di spettatori”.
“Diana ha dei figli, ha un fratello e delle sorelle, e questo influisce sui sentimenti di tutta la sua famiglia. Saranno tutti colpiti dalla ricostruzione di questo incidente. Tutti noi conosciamo i fatti; è tutto molto chiaro, e allora non c'è bisogno di produrre nuove immagini di quell'evento terribile”.
P. Yves-Marie, che è francese e ha accompagnato la principessa per più di dieci ore in quella tragica notte, si è pronunciato il 30 ottobre in alcune dichiarazioni al quotidiano britannico Daily Mail in occasione delle riprese realizzate a Parigi la settimana precedente per riprodurre l'incidente nello stesso tunnel in cui è avvenuto nella vita reale.
Quella sera, Lady Di e il suo compagno, Dodi Al-Fayed, fuggivano dai paparazzi che li inseguivano. Con loro viaggiavano una guardia del corpo e l'autista, che ha perso il controllo dell'automobile.
La notte dell'incidente e la telefondata a p. Yves
La principessa è stata portata all'ospedale parigino Pitié Salpêtrière, la cui direzione è entrata in contatto con p. Yves-Marie verso le due del mattino chiedendogli il contatto di un sacerdote anglicano. Il sacerdote non ce l'aveva. Tre minuti dopo, l'ospedale ha richiamato chiedendogli di recarsi lì con urgenza, perché la situazione era “estremamente grave”.
P. Yves-Marie ha detto di essere andato rapidamente in ospedale, dove un intenso movimento confermava che non era una notte qualsiasi. Alle 3.30 è stato portato verso le sale operatorie. L'ambasciatore britannico lo ha salutato e gli ha chiesto di pregare e aspettare pazientemente.
Quasi un'ora dopo, alle 4.20, un'infermiera lo ha portato a un altro piano, dove ha trovato l'ambasciatore, ora accompagnato dal Ministro dell'Interno francese, Jean-Pierre Chevènement. Passati altri minuti, p. Yves è stato condotto nella stanza in cui si trovava il corpo già senza vita di Lady Di. Gli hanno chiesto di rimanere al suo fianco, in preghiera, fino all'arrivo di un pastore anglicano. Erano le 4.41. Il sacerdote cattolico è rimasto lì per le dieci ore successive, accompagnandola in preghiera e amministrandole l'estrema unzione.
Il cambiamento di opinione di p. Yves
In un'intervista successiva, p. Yves ha riconosciuto che fino ad allora la sua opinione della principessa non era delle migliori, per via dei tanti scandali della casa reale britannica, soprattutto in termini di fedelità matrimoniale.
Di fronte al suo corpo senza vita, però, quell'animosità si è dissipata. Il sacerdote racconta di aver pensato ai giovani figli della principessa, che non sapevano neanche cosa fosse accaduto, e di aver continuato a pregare e ad affidare la sua anima alla misericordia di Dio.
P. Yves ha confessato che la sua esperienza è stata molto intensa. Dopo un po' di tempo ha chiesto ai suoi superiori l'autorizzazione per compiere un ritiro di preghiera a Medjugorje, ma prima di partire ha deciso di scrivere una lettera alla madre della principessa, Frances Shand Kydd.
“Ho un cugino inglese che mi ha detto che la madre di Diana era cattolica convertita e aveva una fede forte”, racconta. “È stato lui a suggerirmi di scriverle. Le ho quindi scritto una lettera molto formale, raccontandole tutti i dettagli. Volevo dirle che le infermiere avevano agito molto bene. Non c'era nulla che avesse lasciato a desiderare, anche se tutto era stato fatto in una stanza d'ospedale e non al palazzo di Buckingham. Le ho anche detto che avevo pregato ed ero rimasto accanto a lei fino all'arrivo del principe Carlo”.
La conversione della madre della principessa
Circa la conversione di Frances Shand Kydd al cattolicesimo, vale la pena di registrare che tra gli effetti personali di Lady Di trovati nel palazzo di Kensington c'era una copia del Catechismo della Chiesa Cattolica, cosa che suggerisce che anche lei era interessata alla dottrina della Chiesa.
Quanto alla lettera che p. Yves ha scritto alla madre della principessa, ha pensato che sarebbe stata solo una tra le tante e non avrebbe ottenuto risposta, e invece...
“Pochi giorni dopo ho ricevuto una lettera toccante. Mi ha ringraziato perché ero stato il primo a darle informazioni dirette”.
L'amicizia del sacerdote con la madre della principessa
Frances Shand Kydd gli ha detto che nessun altro si era messo in contatto con lei, e che era felice di sapere che un sacerdote cattolico era stato accanto alla figlia nel momento della sua dipartita da questo mondo. La madre della principessa ha chiesto al sacerdote di celebrare una Messa nell'ospedale in cui Lady Di era morta.
“Era difficile celebrare una Messa particolare senza che nessuno lo sapesse. Alla fine ci sono riuscito perché sono state invitate altre persone nella stessa situazione, cioè che avevano perso dei figli in un incidente. Erano cinque o sei famiglie che avevano vissuto cose difficili”.
Circa tre settimane dopo, alla presenza di Frances Shand Kydd, p. Yves-Marie Clochard-Bossuet ha celebrato nell'ospedale parigino la Santa Messa per l'anima della principessa Diana.
Da allora, si è sviluppata un'amicizia duratura tra il sacerdote e la madre della principessa.
Netflix si pronuncia
Quando alla ripresa della scena che ricostruirebbe l'incidente della principessa Diana per la serie The Crown, le proteste e le critiche di pubblico e autorità del Regno Unito sono state intense.
Di fronte alle polemiche, Netflix ha reso noto che la sesta stagione “mostrerà il periodo precedente e successivo all'incidente, ma questo non verrà mostrato”.