La fine di un altro anno solare può suscitare una serie di sentimenti al momento di ricordare i tanti eventi degli ultimi dodici mesi. Possiamo rimpiangere le occasioni perdute, e allo stesso tempo sperare in un nuovo inizio.
Il Direttorio vaticano sulla Pietà Popolare e la Liturgia ci presenta due sentimenti che dobbiamo sperimentare alla fine dell'anno:
“Dalla pietà popolare provengono alcuni pii esercizi che caratterizzano il 31 dicembre. Nella maggior parte dei paesi dell’Occidente in tale giorno si celebra la fine dell’anno civile. La ricorrenza induce i fedeli a riflettere sul 'mistero del tempo' che corre veloce e inesorabile. Ciò suscita nel loro animo un duplice sentimento: di pentimento e di rammarico per le colpe commesse e per le occasioni di grazia perdute lungo l’anno che volge al termine; di gratitudine per i benefici ricevuti da Dio”.
Come esseri umani, tutti commettiamo errori, ed esprimere il dolore che sperimentiamo è una parte della nostra esperienza della misericordia di Dio. Quando proviamo questa tristezza e cerchiamo il perdono di Dio, riconosciamo la nostra dipendenza da Lui, sapendo che Egli è pronto ad accoglierci tra le Sue braccia paterne.
Anche se ricordare i nostri fallimenti è un buon esercizio, non dovremmo dedicare troppe energie a pensarci. Dobbiamo concludere la nostra meditazione ringraziando Dio per le tante benedizioni che ci ha elargito. Per quanto oscura possa sembrarci la nostra vita, Dio ci ha dato innumerevoli benedizioni e grazie nell'ultimo anno. Dobbiamo semplicemente riconoscere questi momenti, chiedendo a Dio aiuto per scoprire l'abbondanza del Suo amore per noi.
Al termine dell'anno solare, possiamo guardare agli ultimi dodici mesi con questa miscela di gioia e tristezza e al prossimo anno con profonda speranza.