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La preghiera quotidiana nella coppia: un riparo nella tempesta 

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Marie Lorne - pubblicato il 13/01/23
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Vivere l’Evangelo in famiglia: pregare, andare a messa, leggere le Scritture insieme, scegliere il perdono… ecco una coppia che vive alla scuola di Louis e Zélie Martin.

Prendersi del tempo per pregare e per andare a messa ogni giorno, quando il lavoro e i bambini prendono già molto tempo: è una scelta che Marie e François [nomi di fantasia] hanno posto fin dall’inizio del loro matrimonio. Nel bel mezzo del X arrondissement di Parigi, la loro vita quotidiana è già bella carica, coi quattro figli dai 10 anni agli 11 mesi. Marie ha ripreso il suo lavoro di responsabile della comunicazione, mentre François ha un impiego in una banca. 

Il loro tempo si divide fra giornate di lavoro e tempo in famiglia, ma anche tra parecchi appuntamenti da medici, pediatri, ergoterapeuti e neurologi (uno dei loro figli ha una malattia degenerativa, e anche un’altra ne sta mostrando qualche sintomo). Tale prova, umanamente così “drammatica”, viene superata da una fiducia che essi dicono “soprannaturale”: è nella preghiera che Marie e François attingono la serenità per la vita quotidiana. 

Una giornata scandita dalla preghiera 

«La cosa difficile non è pregare, ma prendersi il tempo di farlo», affermano anzitutto. Sveglia alle 6:45, fanno preghiera silenziosa fianco a fianco per «rimettere la [loro] giornata nelle mani di Dio». Dopo essersi occupati dei bambini, s’inabissano nei trasporti della capitale. Nella bolgia della mattinata, ciascuno dei due trova il tempo di recitare il rosario: 

Talvolta si pensa ad altro. In una decina possono esserci 15 Ave Maria oppure 8. Possiamo essere distratti malgrado noi stessi, ma cerchiamo di tenere il punto. 

Le ore passano e arriva la pausa pranzo, quando talvolta Marie e François vanno a messa vicino ai rispettivi posti di lavoro: 

Spesso – confida François – ho una riunione proprio a quell’ora, sono nel mezzo di una discussione con dei colleghi oppure, se magari sono al calduccio in ufficio, faccio fatica a uscire. Per me la messa è più spesso la sera dopo il lavoro. 

Sui mezzi, la sera, i due si nutrono di letture spirituali. Prima di andare a dormire «si prega l’uno per l’altro, come nella preghiera di Sara e Tobia», precisa Marie. 

Talvolta – aggiunge François – quando al lavoro ho dovuto gestire tante cose, ripenso ai problemi della giornata, ma mi dico che devo sforzarmi di offrire quel tempo al Signore. 

La grazia della preghiera rende felici e gioiosi 

Pregare – spiegano con convinzione – significa essere fedeli a Cristo. Come nel matrimonio. Non significa sempre provare sentimenti, e ci sono alti e bassi, ma si resta sempre al proprio posto. Può darsi che si voglia cercare di collegare troppo la preghiera alla sensibilità. 

La preghiera dà loro uno sguardo sulla vita assai più intriso di soprannaturale: 

I problemi di salute dei nostri figli sono difficili, ma potrebbero diventare drammatici se non avessimo la fede. Ci fa male al cuore vedere i nostri figli coi tutori, e constatare le costrizioni materiali che ne conseguono, ma sappiamo che la loro vita non si limita a questo e che sentono molto amore, e che possono essere tanto felici. 

La grazia della preghiera li rende felici e gioiosi malgrado le «botte d’angoscia» che si possono vivere in famiglia o al lavoro. 

Per Marie e François la preghiera in famiglia va praticata con assiduità. Per il momento, coi bambini piccoli, è talvolta complicato: i bambini non sono ligi, talvolta sono affaticati o demotivati. Bisogna comunque lasciarli liberi di vivere la loro fede secondo la propria sensibilità. Un giorno diventerà forse naturale, per loro, pregare, avendo visto i genitori farlo tanto costantemente. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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