La teologia del francescano Giovanni Duns Scoto, maestro a Oxford, rappresenta l’ultimo sviluppo del principio francescano del primato dell’amore, e porta con sé alcuni germi di dissolvimento dell’armonia scolastica tra ragione e fede.
“Il prima della volontà”
Duns Scoto può essere considerato l’iniziatore della corrente filosofico-teologica del “volontarismo” che insiste sull’infinita volontà di Dio, la quale non può essere compresa dall’intelligenza umana. Egli ha difeso anche nell’uomo il “primato della volontà” contro il “primato dell’intelletto” sostenuto dal tomismo, causando una polemica tra l’impostazione della scuola francescana e quella domenicana.
I peccati degli angeli ribelli
Gli angeli cattivi hanno avuto la possibilità di peccare dal primo istante ciò in contrapposizione sia Tommaso sia a Bonaventura, e in genere a tutta la concezione tradizionale, che ammettevano un breve intervallo tra la creazione e la colpa angelica, per salvaguardarne la bontà di Dio. Inoltre Duns Scoto afferma che gli angeli ribelli hanno commesso molti peccati, di specie differenti, prima di essere ostinati nel male.
Il primo peccato: l’orgoglio
Secondo l’opinione più comune il primo peccato di Lucifero è stato quello di orgoglio, volendo l’uguaglianza con Dio, mentre per il nostro teologo il primo peccato di Lucifero fu un forte desiderio di concupiscenza, nel senso che ha voluto in modo disordinato ed esagerato la propria beatitudine, cercando l’amore di sé fino all’odio contro Dio, ritenendosi non uguale ma superiore a Dio.
Non è “atto dell’intelletto”
Duns Scoto riduce tutto alla potenza della volontà o dell’amore, anche il peccato di orgoglio, che, secondo lui, non è atto dell’intelletto, è un peccato della volontà che desidera disordinatamente il proprio bene, in misura maggiore del suo essere. Da ciò segue l’accecamento dell’intelletto.
L’errore di Lucifero
Lucifero avrebbe potuto pentirsi della colpa, ma egli ha perseverato nel desiderio di opporsi totalmente a Dio, poiché Dio resisteva al suo voler. Tuttavia egli può ancora fare degli atti buoni, ma non li fa per sua malizia.
La pena del fuoco
Per quanto riguarda la pena del fuoco, Duns Scoto sostiene che il fuoco non è uno strumento di sofferenza per sé stesso, perché non è un elemento in sé sconveniente al diavolo; ma lo è in forza della sentenza divina che ha scelto il fuoco come castigo del suo peccato.
Un vero tormento
Satana come non ha voluto sottomettersi al precetto divino così non vuole sottostare alla volontà di Dio che ha destinato il fuoco come pena del suo peccato. Satana disprezzando il comando di Dio, la sua sentenza e punizione causa la sua scontentezza che rende il fuoco un vero tormento. In tal modo la pena del fuoco è intesa in senso più spirituale che fisico.
La tentazione dei progenitori
Duns Scoto prende in esame la tentazione dei progenitori, affermando, che il diavolo, mosso da invidia per l’uomo si avvicina alla donna, sapendola più debole e servendosene come mezzo per poi sedurre l’uomo. Egli non si presenta con le proprie sembianze, per non essere subito riconosciuto ma, è Dio però, che gli impone la figura del serpente.
Diavolo e psicologia umana
Quando analizza il modo della tentazione, il nostro teologo fa vedere come il diavolo conosca la psicologia umana, poiché non affronta la donna con un discorso immediatamente persuasivo, ma con una domanda per vedere quale sia l’aspetto interiore di lei più vulnerabile alla seduzione.
L’albero della morte
La donna risponde che Dio ha proibito di mangiare l’albero che sta in mezzo al paradiso, perché ciò “forse” causerebbe la morte. Questo “forse” è stato il punto che Satana ha subito individuato quale dubbio circa la verità della parola di Dio. Allora propone chiaramente la menzogna, promettendo a lei di diventare come Dio.
I 3 elementi della tentazione diabolica
La tentazione del diavolo, secondo Duns Scoto, si compone di tre elementi: uno riguarda il cibo, cioè mangiare dell’albero, il secondo la somiglianza con Dio, il terzo la conoscenza del bene e del male. Si tratta della tentazione della gola, della vana gloria e dell’avarizia, in questo caso, ovviamente non il denaro ma le altezze della scienza che superano le capacità umane.
Ugo di San Vittore
Duns Scoto riprende alcuni concetti di Ugo di S. Vittore, precisando che le tentazioni possono essere causate dall’esterno, se provengono da un fattore cattivo estrinseco all’uomo, o dall’interno, quando il male è suggerito dal di dentro dell’essere umano. La tentazione interna non è senza peccato, mentre quella esterna diventa peccato solo se si acconsente ad essa, altrimenti è un’occasione per esercitare la virtù.
Peccato “redimibile”
Ne segue che il peccato umano provocato dalla tentazione esterna è redimibile, perché “se uno è stato incitato al male da un altro, giustamente è ricondotto al bene da un altro”. Ma il diavolo, che ha peccato senza alcuna tentazione, non dev’essere redento da qualcun altro fuori di lui; perciò il suo peccato rimane imperdonabile.
Come avviene la redenzione
La redenzione è stata attuata da Cristo quale liberatore dell’uomo dalla schiavitù di Satana. L’uomo è stato redento più in virtù della giustizia che della potenza divina, poiché il diavolo ha condotto a morte Cristo nel quale non c’era alcun motivo di morte. È giusto che chi era senza alcun debito liberasse gli uomini debitori dal potere di colui che li dominava. Tale atto corrisponde alla volontà di Dio che ha scelto la via della giustizia, frutto del suo amore libero e gratuito.
Ingiuria verso Dio
Nella prospettiva di una causa legale tra Dio, il diavolo e l’uomo, questi due ultimi sarebbero accusati di ingiuria verso Dio. Infatti il diavolo ha condotto a sé l’uomo con l’inganno e lo ha dominato con violenza. A sua volta, l’uomo ha disprezzato i comandi di Dio e si è reso nemico di Dio.
Diavolo “colpevole”
Inoltre il diavolo, secondo Duns Scoto, è colpevole nei confronti dell’uomo, poiché prima del peccato lo ha illuso con la promessa della vita immortale e dopo il peccato lo ha danneggiato. perciò il diavolo in modo ingiusto teneva legato a sé l’uomo, ma costui era giustamente soggiogato, non perché il diavolo avesse meritato di aver il dominio sull’uomo, ma perché l’uomo ha meritato per sua colpa di subire la tirannide del diavolo. Per questa ragione Dio ha liberato l’uomo dal potere di Satana con la giustizia compiuta dal sangue di Cristo.