La dittatura del Nicaragua ha deportato giovedì 9 febbraio 222 prigionieri politici, tra cui sacerdoti e seminaristi.
Secondo la Corte d'Appello di Managua, la deportazione ha l'obiettivo di “proteggere la pace, la sicurezza nazionale, l'ordine pubblico, la salute, la morale pubblica, i diritti e le libertà di terzi”.
I deportati vengono condotti a Washington D.C., capitale degli Stati Uniti, il cui Segretario di Stato, Anthony Blinken, ha diffuso un comunicato al riguardo:
“Gli Stati Uniti danno oggi il benvenuto a 222 persone imprigionate dal Governo del Nicaragua per aver esercitato le loro libertà fondamentali e che hanno subìto detenzioni ingiuste per molto tempo. La liberazione di queste persone, una delle quali è cittadina statunitense, da parte del Governo del Nicaragua è un passo costruttivo per affrontare gli abusi dei diritti umani nel Paese, e apre le porte a un maggior dialogo tra USA e Nicaragua sulle questioni di interesse. L'evento di oggi è frutto di una concertata diplomazia statunitense, e continueremo a sostenere il popolo nicaraguense”.
Nella sua sentenza, la Corte d'Appello di Managua descrive i deportati come criminali che “hanno violato l'ordine legale e costituzionale, attentando contro lo Stato del Nicaragua e la società nicaraguense, pregiudicando l'interesse supremo della Nazione”.
Tra questi ci sono i sacerdoti Ramiro Reynaldo Tijerino Chávez, 50 anni, rettore dell'Università Giovanni Paolo II; Oscar Benavidez Dávila, 50 anni, parroco; Sadiel Antonio Eugarrios Cano, 35, anni, ex vicario della cattedrale di Matagalpa; José Luis Díaz Cruz, 33 anni, vicario della cattedrale di Matagalpa; il diacono Raúl Antonio Vega González, 27 anni; i seminaristi Melkin Antonio Centeno Sequeira, 23 anni, e Darvin Esteylin Leiva Mendoza, 19; il laico Sergio José Cárdenas Flores, fotografo, di 32 anni.
Padre Oscar Benavidez Dávila era stato condannato il 4 febbraio a 10 anni di carcere. Gli altri sacerdoti e seminaristi erano stati condannati il 6 febbraio anch'essi a 10 anni di prigione, per i presunti crimini di “cospirazione” e “diffusione di notizie false”.
Secondo l'agenzia ACI Prensa, si pensa che che monsignor Rolando Álvarez, vescovo Matagalpa detenuto dal regime del Nicaragua nell'agosto 2022 e da allora agli arresti domiciliari, sia tra i deportati, anche se il suo nome non compare nella lista ufficiale. Sarebbe stato prelevato dalla sua abitazione verso le tre del mattino. Altre fonti sostengono che sia stato trasferito in un presidio in attesa del prossimo processo, fissato per il 15 febbraio.
Circa 40 prigionieri politici si trovavano nel presidio di El Chipote, un centro di tortura degli oppositori del regime di Daniel Ortega. Le informazioni sono del quotidiano locale La Prensa.